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Catania, un anno fa ci lasciava improvvisamente il giornalista e scrittore Domenico Calabro’, Mimmo per i tantissimi amici
Pubblicato il 14 Maggio 2012
di Fabio Cantarella
Un anno fa, nella notte tra il 12 e il 13 maggio dello scorso anno, ci lasciava il giornalista Domenico Calabrò, per anni capo servizio dell’edizione catanese della Gazzetta del Sud. Cronista tra i più coraggiosi e preparati, maestro di tanti giornalisti oggi affermati. E già trascorso un anno, ma sembra ieri e questo perché il ricordo di Mimmo è ancora molto vivo in chi l’ha conosciuto e frequentato. Ancora oggi, quanti avevamo in comune la sua amicizia, ci guardiamo e facciamo davvero difficoltà ad accettare la realtà di quanto è accaduto. Ma Mimmo, sempre ottimista e di buon umore pure dinnanzi ad un muro invalicabile, siamo certi che avrebbe preferito essere ricordato con un sorriso piuttosto che con una lacrima. E questo, con estrema difficoltà, ci stiamo impegnando a fare.
Originario di Bagnara Calabra, a soli 18 anni Mimmo era già diventato pubblicista tra le fila de ‘Il Secolo d’Italia’, collaborando poi anche con testate prestigiose come ‘Il Messaggero’ e ‘La Stampa’. Ciò che, sotto l’aspetto professionale, più ci manca di Mimmo sono le sue puntuali inchieste sulla criminalità organizzata che lo avevano fatto divenire un punto di riferimento per la principale carta stampata straniera, ma anche e soprattutto i suoi originalissimi libri. Ricordiamo che fu autore di testi come ‘Il Governo della Destra’, ‘Io, la donna del Padrino’, ‘Giorgio, la mia Fiamma’ e ‘Reggio: dalla rivolta alla riconciliazione’. Domenico Calabrò fu anche autore di numerosi reportage televisivi e ha prodotto cortometraggi che hanno lasciato un ricordo indelebile nelle menti e nei cuori di tantissimi devoti e appassionati di cultura: ‘Agathae’, ‘La Madonna della Consolazione’, ‘Vincenzo Bellini’ e ‘Dinosauri’.
Negli anni in cui ho svolto, sotto la sua supervisione, il praticantato per l’accesso all’Ordine dei giornalisti, mi ripeteva di frequente di non dimenticare mai che la verità assoluta non esiste, ma ciò che è professionalmente determinante è “che dalla tua penna esca la verità di cui ti sei convinto dopo aver elaborato tutte le informazioni possibili”.
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