L’ultima “puntata” a Motta S. Anastasia, alle porte di Catania. Giovedì la conferenza dei servizi: documento per spiegare il diniego, presentato stamane in conferenza stampa…
a cura di iena commerciale
Un documento, firmato dai sindacati di categoria e dalla Confcommercio provinciale, per chiedere alla Regione Siciliana, alla Camera di Commercio di Catania, alla Provincia Regionale di Catania ed al Comune di Motta Sant’Anastasia di non concedere l’autorizzazione amministrativa per l’apertura dell’ennesimo parco commerciale nel territorio di Motta Sant’Anastasia e, comunque, di rinviare la seduta della conferenza dei servizi, prevista per giovedì 11, in attesa del pronunciamento del Cga Palermo e della Corte Costituzionale. E’ stato presentato stamattina alla stampa dal presidente provinciale di Confcommercio Riccardo Galimberti, dal vice direttore dell’associazione Francesco Sorbello, dal presidente di Ascom Catania Giovanni Saguto e dai rappresentanti di Cgil e Cisl Salvo Leonardi e Toni Fiorenza.Un no, secco e deciso, a un’altra speculazione immobiliare nel centro della Piana di Catania, vocata all’agricoltura, che vedrebbe sorgere, grazie a una variante al Prg ottenuta dalla ditta costruttrice, una struttura commerciale di 35mila mq destinata a un outlet a pochi centinaia di metri dallo svincolo autostradale Motta Sant’Anastasia dell’autostrada Catania – Palermo. Con una stima di superficie impermeabilizzata in modo definitivo di oltre 100 mila mq, cosa che preoccupa non poco anche gli ambientalisti.“Occupazione e senso di impresa devono andare di pari passo – ha affermato il presidente di Confcommercio Catania Riccardo Galimberti – Occorre aprire un dibattito comune su certe tematiche, dove l’opinione pubblica può esprime il suo parere. Per ogni iniziativa è necessario il controllo sociale. Siamo stanchi di speculazioni edilizie sulle teste degli imprenditori e delle forze lavorative, queste sono operazioni con effetto domino che causano solo perdite di posti di lavoro e lavoro nero, quando invece dobbiamo puntare a un’offerta commerciale di qualità per innalzare il livello occupazionale”.La nascita spropositata di grandi centri commerciali ha prodotto e produce da un lato un consumo irreversibile del suolo, con danni irreparabili per l’ambiente, dall’altro la morìa dei piccoli negozi delle città, con conseguente degrado per i centri storici. E naturalmente un danno per i consumatori sia in termini di servizi commerciali resi nelle aree urbane che di aumento dei prezzi al consumo; insomma, una crisi occupazionale che nel commercio non ha precedenti.
E su questo concordano i sindacati, come hanno detto Toni Fiorenza della Fisascat Cisl e Salvo Leonardi della Filcam Cgil: “la crisi dei consumi non è congiunturale ma ormai strutturale, causata dalla diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie, dei salari e delle pensioni. Non ci sono le condizioni economiche per altre strutture commerciali, si creerebbe solo precarietà e nocumento a scapito della collettività, poiché entrerebbero in vigore forme di ammortizzatori sociali. Siamo di fronte all’ennesima speculazione immobiliare, dove terreni agricoli diventano edificabili, nessuna prospettiva di lavoro stabile per i giovani ma solo precarietà. Per questo chiediamo ai Comuni di dotarsi di un piano regolatore commerciale per porre fine alla giungla di aperture”.Il Parco commerciale al centro dell’attenzione ha una sua peculiarità proprio per la posizione ove si colloca, cioè la Piana di Catania, e considerato che la nostra Regione deve continuare a sostenere e valorizzare il settore dell’agricoltura quale elemento essenziale per lo sviluppo dell’economia la Confcommercio interviene sulla gravità dell’impatto ambientale.“Le scelte scellerate della politica e un miope localismo – ha detto Sorbello – abdicano l’agricoltura al cemento. Costruire un Parco commerciale nel cuore della Piana di Catania rappresenta una vera e propria dichiarazione di resa della politica agricola a favore di un sottosviluppo commerciale. Si disconosce, così, il ruolo del piccolo commercio quale elemento di valorizzazione dei centri urbani e di lotta al degrado delle città”.
Dalle dichiarazioni dei sindacati emerge che le assunzioni stabilizzate nei centri commerciali della provincia di Catania nati negli ultimi anni sono pari a zero. I contratti a tempo determinato infatti, il più delle volte, non si trasformano a tempo indeterminato, contribuendo solo all’aumento del tasso di disoccupazione, soprattutto tra i giovani. Nessun politico, secondo i sindacati, ha mai parlato della situazione dei centri commerciali: associazioni sindacali e di categoria sono tagliate fuori da ogni ragionamento. E quando intervengono spesso i giochi sono fatti.
Ecco il documento:
le Organizzazioni Confcommercio , FILCAMS CGIL , FISASCAT CISL, UILTUCS, della Provincia di Catania
Premesso che il disastroso quadro economico nazionale ha determinato una caduta dei consumi che non ha precedenti nella storia repubblicana del nostro Paese e che il settore del commercio al dettaglio ne ha subito i consequenziali effetti negativi sia in termini di imprese costrette alla definitiva chiusura sia in termini di calo dei livelli occupazionali,
Atteso che in tale quadro di riferimento nella Regione Siciliana, negli ultimi dieci anni, è mancata una efficace politica di rilancio dell’economia, in tutti i suoi settori, e che le politiche per il commercio, applicate attraverso decreti attuativi della legge regionale 28/99, sono state del tutto scollegate ai bisogni del territorio e della popolazione,
Considerato, altresì, che nella provincia di Catania diversi gruppi commerciali hanno dichiarato lo stato di crisi e che, negli stessi, sono a rischio i livelli occupazionali per via della perdita del posto di lavoro per centinai di lavoratori, posti di lavoro che non potranno essere riassorbiti da nuove esperienze ed iniziative commerciali,
Tenuto conto che, sia a livello regionale che più specificatamente nella Provincia di Catania, è in piena espansione il preoccupante ed inarrestabile fenomeno della desertificazione delle aree urbane, sia nel capoluogo che in tutti i comuni della provincia, per effetto di una politica di gestione del territorio e della rete distributiva che ha favorito il sorgere di grandi strutture di vendita e grandi centri commerciali, con un rapporto “superficie di vendita per 1000 abitanti” doppia rispetto alla media nazionale e certamente tra le più alte d’Europa,
Valutato che la nascita spropositata di grandi centri commerciali ha prodotto e produce :
a) un consumo irreversibile del suolo, pregiudizi e danni irreparabili per l’ambiente,b) la moria dei piccoli negozi delle città con conseguente danno e degrado per l’ambiente urbano ed i centri storici in modo particolare,c) un danno per i consumatori sia in termini di servizi commerciali resi nelle aree urbane che di aumento dei prezzi al consumo;d) una crisi occupazionale che nel commercio non ha precedentiVista la scelta progettuale del Parco Commerciale di Motta Sant’Anastasia che si colloca in un’area a vocazione prettamente agricola (Piana di Catania), interessando oltre 200 mila mq di cui oltre 100 mila mq saranno definitivamente cementificateRitenuto di condividere i valori della salvaguardia del territorio, dell’ambiente urbano, dei livelli occupazionali anche attraverso un razionale sviluppo della rete distributiva al dettaglio, e considerato che la nostra regione deve continuare a sostenere e valorizzare il settore dell’agricoltura quale elemento essenziale per lo sviluppo dell’economia,CHIEDONOalla Regione Siciliana, alla Camera di Commercio I.A.A., alla Provincia Regionale di Catania ed al Comune di Motta Sant’Anastasia di non concedere l’autorizzazione amministrativa per l’apertura del predetto Parco Commerciale di Motta Sant’Anastasia ed, in alternativa, di rinviare la seduta della Conferenza dei Servizi in attesa del pronunciamento del CGA Palermo e della Corte Costituzionale; alla Regione Siciliana di sospendere tutte le conferenze dei servizi convocate per l’esame di istanze di apertura di grandi strutture di vendita.Catania 9 ottobre 2012CONFCOMMERCIO CT Riccardo GalimbertiFILCAM CGIL CT Salvatore LeonardiFISASCAT CISL CT Antonino FiorenzaUIL TUCS CT Giovan Battista Casa
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