di iena marco benanti
Una “guerra” di nervi a bassa intensità che si trascina da mesi che vede contrapporsi Giusi Milazzo segretaria del Sunia, il sindacato degli inquilini della Cgil, e Giacomo Rota, segretario della Cgil di Catania. In realtà, per Rota, è uno dei tanti fronti interni aperti unilateralmente per “bastonare” i “non allineati” e occupare “militarmente” tutte le postazioni, ma, stavolta, la partita non sembra destinata a concludersi nel modo da lui auspicato, e cioè con la “presa” del Sunia, alla guida del quale, Rota, avrebbe voluto “piazzare”, facendolo assumere, un suo fedelissimo, Dario Gulisano, esponente dei cosiddetti “Raia Boys” (nella foto), il team di (ex) giovani che per anni hanno animato le campagne elettorali della corrente Pd che fa riferimento ad Angelo Villari e Concetta Raia. “Una squadra meravigliosa”, ebbe a definirla Concetta Raia.
Tra questi, oltre a Gulisano, Giuseppe Campisi da Palagonia, ex autista della Raia, oggi “catapultato” ai vertici del Nidil Cgil, la categoria dei precari, da cui è retribuito grazie a un progetto voluto da Rota. Tramontata l’opportunità di “piazzarlo” al Sunia, per la guida del quale Milazzo starebbe puntando su una dirigente storica dell’associazione, per Gulisano (che ha recentemente definito Rota “maestro di vita”), si sono subito aperte le porte della Camera del Lavoro di Librino, “liberata” dalla “ingombrante” presenza di Sara Fagone, figura “non allineata” a Rota, militante storica della Cgil, da sempre impegnata nelle lotte del quartiere, in cui è radicatissima e in cui tra l’altro risiede.
Ma non solo: per Gulisano, Rota avrebbe pure “improvvisato” una delega confederale ad hoc, quella delle “politiche abitative”, con il fine, secondo qualcuno, di fare “concorrenza” a Giusi Milazzo, una sorta di Sunia 2, che opera in autonomia e spesso pure in antagonismo con il Sunia originale: “Un caso unico in Italia, la classica prova di forza di Rota, fatta in barba ad ogni principio di collaborazione istituzionale tra la Cgil e le sue strutture collaterali”, dicono i bene informati.
Una prova di forza che ha raggiunto il suo apice in questi giorni, sotto la Torre Leone di Librino, mentre venivano assegnati gli alloggi alle famiglie bisognose che ne hanno fatto richiesta. Una vicenda che sembra essersi conclusa nel migliore dei modi ancher grazie all’impegno del Sunia in prima linea da anni nell’assistenza agli assegnatari e nella battaglia per far valere i loro diritti. Tutto bene, fino a quando Gulisano non è apparso sotto la Torre Leone, rivendicando poi sui social i meriti dell’esito positivo della vertenza per sè e per il suo “maestro di vita”.
Un gesto letto come “una provocazione” da Giusi Milazzo che ha risposto con parole al fulmicotone: “Alcuni pensano che fare politica o Sindacato sia fare il post su fb con qualche foto e una frase spot. Purtroppo tanti, peccato”, ha scritto la segretaria del Sunia. Che ha poi aggiunto: “Un anno di vertenza, 10 assemblee pubbliche e almeno 5 manifestazioni: è questo seguire una vertenza. C’è chi non lo ha mai fatto e crede sia una passerella. Dispiace che a sostenerlo sia gente del mondo sindacale”.
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