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CI STANNO TOGLIENDO IL MARE: LA VERGOGNA DI OGNINA
Pubblicato il 18 Aprile 2025
Nota dell’avv. Vittorio Balestrazzi, presidente del Circolo Canottieri Jonica, in merito al rigetto del ricorso al Tar contro la Tortuga sulla vicenda del porticciolo di Ognina (Catania).
riceviamo e pubblichiamo
“C’è un posto a Catania che tutti conosciamo: il porticciolo di Ognina.
Un luogo storico, popolare, vissuto ogni giorno da sportivi, pescatori, famiglie, bambini, anziani.
Un pezzo di mare che, da sempre, è di tutti.
Ma oggi, quel pezzo di mare rischia di non esserlo più.
Nel 2024, la Regione Siciliana ha approvato un ampliamento di oltre 2.000 mq di una concessione privata, dentro il porto. Spazi che prima erano liberi, accessibili, condivisi. Ora destinati a pontili, gazebo e strutture ad uso esclusivo.
E sapete com’è stato possibile?
Perché nessuno si è opposto davvero, tranne una realtà: la Jonica, che da sempre rappresenta chi quel porto lo vive.
La Jonica ha fatto tutto da sola: ha chiesto documenti, ha studiato le carte, ha fatto ricorso al TAR per difendere il bene pubblico.
Ma il TAR ha detto no.
E non perché avesse torto, ma perché Regione e Comune non hanno fatto il loro dovere.
IL GIOCO DELLE PARTI: REGIONE E COMUNE
La Regione Siciliana era l’ente che doveva decidere. Ha organizzato la conferenza dei servizi, ha raccolto i pareri, e alla fine ha dato il via libera alla concessione.
Anche se la Capitaneria aveva segnalato problemi. Anche se si andava a ridurre lo spazio per pescatori e cittadini.
Il Comune di Catania, invece, doveva fare da voce del territorio.
Doveva dire: “Fermiamoci un attimo, tuteliamo questo spazio.”
E invece?
Il Comune non si è nemmeno presentato alla conferenza decisiva.
Ha mandato una lettera il giorno stesso, dicendo che erano “impegnati con le elezioni”.
Capito bene?
Una decisione che riguarda un bene pubblico, il mare di tutti, e il Comune non si presenta.
Troppo impegnati con la campagna elettorale.
Come se la difesa del territorio poteva aspettare.
Come se gli interessi dei cittadini fossero meno importanti
delle urne.
Non stiamo parlando dell’amministrazione attuale, sia chiaro.
Ma di chi c’era prima.
Di chi ha scelto il silenzio e l’assenza.
E quell’assenza ha avuto conseguenze gravissime.
COS’È SUCCESSO PER DAVVERO
Quando un ente come il Comune non partecipa alla conferenza dei servizi, la legge dice che viene considerata “favorevole per silenzio-assenso”.
Capite cosa vuol dire?
Significa che, anche se aveva dubbi o condizioni, il Comune ha regalato un tacito via libera alla concessione.
Ha lasciato che la Regione decidesse da sola.
E la Regione, senza opposizioni formali, ha tirato dritto.
La Jonica ha fatto ricorso.
Ha denunciato tutto questo.
Ma il TAR ha risposto: “Il Comune non c’era, quindi è come se fosse d’accordo”.
Bene.
E così, una scelta strategica, delicata, che incide sul presente e sul futuro di Ognina, è passata nel silenzio.
MA CHI STA PAGANDO IL PREZZO?
Non chi ha ottenuto la concessione – che ha seguito le regole e fatto la sua richiesta.
Il vero problema è chi doveva vigilare e ha scelto di voltarsi dall’altra parte.
Chi non ha protetto uno spazio unico, storico, vissuto.
Chi ha svenduto un bene pubblico per disinteresse o distrazione.
E il conto lo paghiamo noi:
· Meno spazi per la pesca, lo sport, la socialità.
· Più mare chiuso, privatizzato, blindato.
· Un porto sempre più inaccessibile.
Ognina è un simbolo.
E se oggi la perdiamo un pezzo alla volta, domani sarà troppo tardi.
LA DOMANDA E: DOV’ERANO QUANDO SERVIVANO?
La Regione ha fatto finta di niente.
Il Comune non si è presentato.
E il risultato lo vediamo tutti: meno mare, meno spazio, meno libertà.
Ma noi, cittadini, sportivi, associazioni, non possiamo restare zitti.
La Jonica ha perso un ricorso, è vero.
Ma è stata l’unica a lottare. L’unica ad alzare la testa.
L’unica a difendere il mare.
E adesso tocca a tutti noi.
Perché Ognina è di chi la vive.
E non di chi se la vende dietro una scrivania”.
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