Catania si è risvegliata a lutto: ieri sera, ufficialmente ha saputo che la Primavera è stata abolita. Niente più fiori, niente più piante, nemmeno nei luoghi senza fogne e strade: il destino si è accanito sulla città.
Un “colpo della fortuna” che ha lasciato senza parole la “città permale”, quella città che per decenni ha mentito su tutto, anche su sé stessa. Perchè la memoria non serve, al massimo è utile per un evento antimafia. Come suggerito da l’Ardito del popolo, è questo il momento di un nuovo libro: già avviate le consultazioni per giornalisti e pubblico appositi. I soliti della claque.
Comunque il momento è drammatico.
La notizia è piombata sul maltempo ieri sera: in poche ore si è diffusa negli animi della “peggiore borghesia”, con effetti diversi. Taluni hanno preferito il silenzio (che paga, per molti giornalisti “di vaglia” e di doppio cognome è d’oro), altri hanno preferito parlare delle cazzate di un La Russa qualunque, memori della “soluzione Madagascar” (il terzomondo sempre utile per continuare a mentire) quando c’era da affrontare il “Caso Catania”.
In questo clima di smarrimento, sono arrivate le prime reazioni: e ora dei gladioli che ne faremo? E degli “orti urbani” di Librino? E il Distretto del Sud-Est in mezzo ai liquami della periferia? Qualcuno avrebbe già suggerito una soluzione: raccoglierli tutti e metterli in un rinnovato “museo della truffa”. Magari a due passi dal Comune, in quella Villa Pacini, simbolo di luoghi adatti allo sbadiglio e alla scala quaranta.
Ma all’improvviso è arrivato il supremo richiamo all’ordine, o meglio al raccoglimento: Padre Turi Larresto ha già preparato tutto. Una bella cerimonia funebre per ricordare alla “peggiore Catania” che ha peccato tanto. E pure di più, ma che, in fondo, per la convenienza democratica del momento, è meglio fare in fretta i funerali d’ordinanza. Per celebrare l’abolizione della Primavera. Ad officiare il Prete apposito, che per questa “Catania permale” sta al funerale come la pasta con la ricotta salata sta al godimento.
Che le danze si aprano: il momento è solenne. Finita la Primavera, ora è tempo di raccogliere le migliori forze spirituali. Magari per ricominciare a dire una cosa e farne un’altra.
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