Madornale errore (sarà anche stavolta colpa del grafico?) del capogruppo del Pdl in consiglio provinciale. Nella locandina per le Regionali sbagliato l’ordine dei colori della bandiera nazionale!Ma come fa uno di centrodestra a commettere uno svarione del genere? Si sbaglia sul simbolo della Patria…Di iena sbandieratrice Marco Benanti
Tempi di voti, tempi di facce, simboli e…pasticci. Come quello che abbiamo scoperto, bighellonando come nostro solito nelle lande di Catania. Città di “sperti”, ma anche di tanti “distratti” o magari solo ignoranti.A dispetto della “spittizzia” e della “furberia” un tanto al chilo, sotto gli occhi del catanese passa di tutto. E di corbellerie e minchiate è piena la città. Ebbene, noi girovagando ci siamo fermati, l’altro giorno, davanti ad una pensilina degli autobus Amt, la “municipale” cittadina.
E cosa abbiamo visto, mentre altri controllavano orologi e portafogli? Abbiamo osservato la pubblicità elettorale di Gianluca Cannavò, “enfant prodige” del Pdl, capogruppo alla Provincia Regionale di Catania, giovane catanese alla ribalta. E ovviamente candidato, a sostegno di Nello Musumeci. Sarà che ha tante cose da fare, sarà la frenesia di questi giorni elettorali, ma magari Cannavò dovrebbe stare più attento alle locandine che lo ritraggono, tirato al meglio. Per la campagna elettorale.
Perché? Ma perché l’ordine dei colori della bandiera, che fanno bella mostra sotto la sua immagine scintillante, rivela un errore marchiano: il rosso e il verde del Tricolore sono scambiati…d’ordine. Così, la bandiera della Nazione –che soprattutto per un candidato di centrodestra ha un valore importante- con un colpo “da mestro”… diviene altro. E dalla Sicilia e dall’Italia, si finisce…in Ungheria. E’, infatti, lo stato magiaro quello che nel suo vessillo nazionale ha questo ordine di colori (nella foto il vessillo ungherese)
Storie come anelli di fumo in un posto lontano, senza nessuno solo una notte che non finisce mai. Un giorno in più che se ne va dimenticato fra i rumori di città, per tutti quelli come noi niente è cambiato e niente cambierà“Certo, che l’epilogo “niente è cambiato e niente cambierà” non promette bene. Nemmeno in Ungheria!
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