“Ho il dovere di smentire quanto leggo rispetto all’omicidio di Vanessa, quando si dice che non si poteva utilizzare il braccialetto elettronico. Nel 2019, con la modifica dell’art. 282 ter comma 1 del codice di procedura penale, abbiamo esteso l’uso del braccialetto anche alla misura cautelare del divieto di avvicinamento, quindi anche nel caso in questione. Quanto affermato è gravissimo.”
Sono parole che pesano come pietre quelle che pronuncia il presidente della commissione parlamentare sulla violenza di genere Valeria Valente, quando spiega che il presunto assassinio della povera Vanessa poteva essere “controllato”, usando un semplice braccialetto elettronico.
Era stato il capo dell’Ufficio Gip di Catania in persona, il dottor Nunzio Sarpietro, a spiegare a “Repubblica” che “il braccialetto di può mettere solo agli arresti domiciliari”. Ma la verità come spiega Valente al “Dubbio” è un’altra.
Fonte: profilo facebook de “ll Dubbio”.
Riportiamo quanto riferisce con un “lancio” di prima pagina “Il Dubbio” testata autorevole dell’Avvocatura italiana, edito dal Consiglio Nazionale Forense.
Abbiamo verificato, autonomamente, la notizia che confermiamo.
E ora ci chiediamo: ma SE. il Dott. Sarpietro come lo spiega? Come lo spiegano gli Alti esponenti dell’Avvocatura catanese che da giorni difendono Gip, Ufficio Gip contro “le minchiate di facebook”?
I popolani si fanno domande. Gli “Illuminati” hanno sempre risposte.
ienesicule.
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