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Clamoroso: si “pente” l’ex reggente del clan Santapaola!
Pubblicato il 11 Maggio 2012
Santo La Causa collaboratore di giustizia. Stamane, al processo “Plutone” la notizia diventa ufficiale… E ora chi tremerà in città?E’ stato ritenuto per un bel pezzo a capo della cosca, uomo “di peso” assoluto.
di Iena Giudiziaria
Era l’ottobre del 2009, quando i militari del comando provinciale dei Carabinieri di Catania fecero irruzione in una villetta nelle campagne di Belpasso dove era in corso un summit con il gotha di Cosa nostra a Catania. Tra gli arrestati il superlatitante Santo La Causa (nella foto), ritenuto il “capo dei capi” nella provincia etnea, il cui nome era inserito nella lista dei 30 ricercati più pericolosi d’Italia. Questa mattina nel corso del processo d’appello scaturito dall’operazione “Plutone”, si è appreso, che La Causa avrebbe deciso di collaborare. Il 5 maggio scorso, il capomafia avrebbe notificato la decisione e di voler parlare con i magistrati, sostituendo anche il suo difensore. Secondo indiscrezioni, a raccogliere le prime dichiarazioni sarebbe il procuratore aggiunto di Catania Carmelo Zuccaro insieme ai sostituti Giuseppe Gennaro, Antonino Fanara e Agata Santonocito.
La Causa “cresce” nella cosca dei Ferrera “Cavadduzzu”, per poi passare nel gruppo della “famiglia” del boss Nitto Santapoala. La sua caratura criminale aumenta nel tempo, tanto che i carabinieri se lo ritrovano nel 2000 nell’ambito dell’operazione antimafia “Orione” che coinvolge oltre 60 appartenenti al clan. In quella fase gli investigatori ritengono che La Causa abbia assunto ruolo chiave all’interno della cosca.
Secondo un collaboratore, La Causa era “uno in grado di fare tremare Catania, per carisma ed intelligenza”. La sua nomina a “reggente” sarebbe stata decisa dal carcere. A lui, sostiene l’ Accusa, facevano riferimento tutti i capisquadra dei rioni di Catania e provincia. Per La Causa scattano nuovamente le manette l’8 ottobre del 2009, mentre “presiedeva” un summit a Belpasso con il suo braccio destro Enzo Aiello, a Carmelo Puglisi, Sebastiano Laudani e Rosario Tripoto.
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