“Coa Monarchico”, la “Restaurazione” arranca: la convocazione del nuovo consiglio va…e viene. Appuntamento al 28 giugno?

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iena del Terzo Stato Marco Benanti

A Catania all’avvocatura non serve un Metternich o altro protagonista del Congresso di Vienna (chiamato a restaurare l’ordine post-napoleonico post “sconvolto” da principi “sovversivi” come libertà, uguaglianza e fraternità, corsi e ricorsi si direbbe…) se mai ce ne fosse uno…all’altezza. Il consiglio dell’ordine resta a maggioranza…”monarchica”, ovvero espressione della vecchia gestione, al centro da mesi da una “bufera” fatta di annullamenti, controannullamenti, ricorsi, polemiche…sino alle elezioni di sabato scorso.

Di fatto, grazie allo spirito gregario di buona parte degli avvocati catanesi (mentre altri recitano quasi il ruolo del…”pompiere”, sulle note de “ma di cosa si occupavate, voi, che nessun interesse pubblico c’è in questa faccenda…”), il vecchio gruppo dirigente sembra avere una salda maggioranza: peccato che la legge (sic!) ora preveda -a maggior ragione dopo la pronuncia della Corte Costituzionale- il divieto del doppio mandato. E voilà sette consiglieri -eletti!- sono ineleggibili. Che fare?

Mentre si attendono le “mosse” del gruppo di comando coronato, ci si aspettava la convocazione del nuovo Coa: del resto, in passato, di prassi, entro una settimana il nuovo organismo si riuniva. E stavolta? Niente. Ma noi siamo in grado di raccontarvi un retroscena: il nuovo Coa si sarebbe dovuto insediare ieri, venerdì 21 giugno. E, invece….alla fine, non se ne è fatto nulla, o meglio indiscrezioni indicano nel prossimo 28 giugno “il gran dì” dell’insediamento.

Come mai tutto questo tempo, o meglio questa tempistica non usuale? Parrebbe che l’avv. Santo Li Volsi il decano, che in questi casi, ha oneri e onori per la convocazione, avesse fatto tutto…ma poi sembra che abbia dovuto fare…retromarcia.

Perchè? Sarebbe venuto fuori impegni professionali o altro? In parte sì. Ma c’è dell’altro? Pare proprio che un “alto Avv.” catanese si sia fatto “portavoce” di un gruppo consistenti di consiglieri -sembrerebbe 15- che avrebbero espresso l’indisponibilità a presentarsi il 21 giugno. Ma -se fosse tutto vero- per quali ragioni un simile comportamento? Di ipotesi se ne possono fare tante. Del resto, di fronte a sette ineleggibili, pare sia in procinto di arrivare un ricorso contro di loro, anche perchè -dettaglio!?- costoro non si sono dimessi.

E ora? Tutto rinviato al 28 giugno, se mai sarà questo il “gran dì”: ma sarà un “dì di festa” o un “dì di campane”…a morto?

 

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Benanti

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