Povero Stancanelli, si annuncia un periodo ulteriormente tribolato?Succede nelle migliori famiglie, si direbbe in casi simili. L’annuncio viene dal circolo cittadino Rinascita di Sel, con il responsabile per il territorio Marcello Failla, quello per l’ ambiente Massimo Blandini e il coordinatore del circolo cittadino Enrico Cittadino: de profundis per Pua e Prusst, due grandi progetti, uno, in particolare, molto caro all’editore-direttore Mario Ciancio. Sarà che il mondo è strano, sarà che la vita è imprevedibile, ma sarà forse che da quando era dato per fatto il progetto l’atteggiamento del suo giornale è diventato “morbido” verso l’amministrazione Stancanelli? Solo illazioni, ne siamo certi. Intanto, leggiamo cosa annunciano da Sel…A cura di Iena al Mare, Marco BenantiDopo mesi di polemiche, adesso anche il Dipartimento dell’Ambiente dell’Amministrazione regionale ha confermato le ragioni di associazioni ambientalisti e società civile che hanno contestato il carattere meramente speculativo degli interventi proposti dal sindaco e dal consiglio comunale nella nostra costa.Si conferma, così il totale divieto di realizzare opere edilizie o infrastrutture “entro i trenta metri dal confine con il demanio marittimo” a tutela di un ambiente unico ed irripetibile per la nostra città.Tutto il Piano Urbanistico Attuativo (P.U.A.), che si estende per circa 5300 ettari dal porto all’Oasi del Simeto viene così sconfessato, perché privo delle necessarie autorizzazioni del vero proprietario, il Demanio.L’amministrazione regionale infatti denuncia una grave mancanza di presupposti giuridici, perché l’art.55 del Codice della navigazione prevede che l’esecuzione di nuove opere entro una zona di trenta metri dal demanio marittimo o dal ciglio dei terreni elevati sul mare è sottoposta all’autorizzazione del capo del compartimento, che l’arrogante amministrazione comunale non ha mai chiesto.Vengono così sconfitte le velleità speculative del sindaco e del consiglio comunale di Catania che aveva approvato proposte per milioni di metri cubi di cemento, che avrebbero causato la distruzione della riserva naturale orientata Oasi del Simeto, colpevolmente lasciata nel più totale degrado da Comune e Provincia di Catania.L’intervento del Dipartimento dell’Ambiente dell’Amministrazione regionale ribadisce inoltre che “gli interessi pubblici rivolti alla tutela dei valori dell’ambiente marino sono sovra ordinati rispetto agli interessi di natura privatistica”.Principio ignorato dall’Amministrazione comunale, che sembra trattare il litorale, la spiaggia e il mare catanesi come una qualsiasi zona del territorio, con “regolare rilascio di concessione edilizie e con la pacifica visione di classica pianificazione urbana”, arrivando fino a prevedere “provvedimenti di cessazione della demanialità attraverso l’istituto dell’espropriazione, in netto ed assoluto contrasto con il fondamento giuridico che sottende il concetto di demanio marittimo”.Solo alcuni anni addietro era stata respinta una proposta di piano regolatore del porto che prevedeva 1.100.000 mc di edificazione, mentre la magistratura ha ancora in corso un’indagine contro il porto turistico di Acqua Marcia, che voleva edificare in riva al mare 400.000 mc. di centri commerciali ed alberghi.Sinistra Ecologia Libertà, che nei giorni scorsi ha depositato un esposto alla Procura sulla vicenda, rinnova invece l’invito alla provincia ed al comune di Catania, ad approntare un programma di rilancio della Riserva Naturale Orientata Oasi del Simeto, permettendone la piena fruizione e facendone una risorsa per i cittadini catanesi e per i turisti, una tra le più preziose che possiede il nostro territorio.
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