Nella serata conclusiva si sono esibiti gli allievi con musiche e ritmi tipici della Guinea Conakry, stato dell’Africa occidentale. Tra loro solo due presenze siciliane, per il resto gli iscritti, mai numerosi come quest’anno sono giunti da svariate parti del mondo. Erano presenti un nutrito gruppo di israeliani, cecoslovacchi, spagnoli, polacchi. Altri provenivano da Lussemburgo, Olanda e Francia.
La sera dell’11 agosto sul Sagrato della Basilica Collegiata dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, in particolare, i tre gruppi allievi del corso di danza si sono esibiti in altrettanti numeri; un altro momento della serata è stato allestito dagli allievi del corso di percussione. Da qui il messaggio che con la musica e il ballo si può accumunare popoli di estrazione diversa tra loro sia per cultura che per religione.
Marina Cannavò tiene a sottolineare le difficoltà burocratiche nell’organizzare eventi. “Non è pensabile che chi porta uno spettacolo debba pensare anche all’affitto delle sedie. Per delle piccole associazioni diventa impossibile organizzare eventi, che hanno peraltro un alto valore culturale visto che sono stati anche patrocinati dal Comune di Acireale e persino Comitato Internazionale della Danza -Unesco”.
Sotto la direzione artistica del percussionista Mohamed Med Camara, giorno 8 agosto si erano esibiti Babara B. Fakoly, Yansane Fatoumata, Moussa Ntanga Camara, Bamba Camara, Seny Bangoura, Ally Mara, Alpha Toure, Balla Camara.
“Mi desta parecchia preoccupazione l'idea di un piano regolatore portuale che preveda l’abbattimento degli storici…
Problemi respiratori, congiuntiviti e dermatiti La pulizia di strade e piazze nei comuni interessati dalla…
Prosegue in Sicilia il tour letterario di Giankarim De Caro. Dopo Palermo, Cefalù, Bagheria, Marsala, Gratteri…
«Sul Centro Direzionale della Regione Siciliana a Catania è opportuno non abbandonare progetto e investimento.…
Il Circolo Canoa Catania tocca quota 219 titoli italiani nella sua storia All’Idroscalo di Milano si…
comunicato stampa La spada di Damocle di un secondo dissesto penderebbe sulla testa dei cittadini…