Pur augurandogli subito di essere assolto nei successivi gradi di giudizio, la condanna (che attiene a fatti non legati al comune di Catania, lo ricordiamo) in primo grado del vicepresidente del consiglio comunale di Catania Riccardo Pellegrino (FI) conserva un significato politico evidente. Al di là di ogni valutazione giudiziaria, che resta in questo momento parziale. Come ricordiamo -se non per dovere di cronaca- le vicende familiari di Pellegrino, leggasi il fratello
https://www.lasicilia.it/cronaca/catania-processo-ippocampo-diventano-definitive-le-condanne-per-i-carcagnusi-1837410/ . Ognuno risponde delle proprie azioni, non di quelle di altri.
Restiamo garantisti, che significa essere contro la cultura del sospetto. Ma anche contro la cultura della sabbia.
Allora, le questioni sono politiche e sottolineiamo politiche:
A nostro avviso, è doverosa, com’è doveroso, in attesa dei successivi gradi di giudizio, non dimettersi dal consigliere comunale.
Considerazione politica finale: come accade da decenni, la politica rimane “a rimorchio” della magistratura. Questa politica è incapace di gestire i processi e le scelte adeguate. La magistratura resta di fatto “supplente” anche per questo. E la politica catanese si conferma incapace di selezionare la classe dirigente.
iena marco benanti.
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