Consumatori, Codacons: Università Catania allo sbando, ecco come salvarla


Pubblicato il 05 Agosto 2016

ECCO LE PROPOSTE DELL’ASSOCIAZIONE:

come noto, con la recente sentenza del CGA n. 243/2016 del 29 luglio 2016 immediatamente esecutiva cessano dalle loro funzioni tutti gli organi statutari dell’Università degli Studi di Catania.

Il Codacons rileva come tale sentenza giunga in un momento di gravi difficoltà dell’Ateneo catanese che in questi ultimi anni è inopinatamente e velocemente precipitato in fondo alla classifica delle Università italiane in tema di servizi, soprattutto nel campo della didattica ed in quello della ricerca; un Ateneo travagliato da situazioni di contrapposizioni interne che sono state poste al vaglio della magistratura e che comunque ne paralizzano di fatto l’attività. 

“La situazione attuale di azzeramento degli organi di governo deve servire come richiamo generale al dovuto senso di responsabilità e diventare un’occasione da sfruttare per porre fine al crescente declino cui pare inesorabilmente condannata l’Università catanese – afferma il Segretario Nazionale, Francesco Tanasi – Va superata l’attuale litigiosità e instaurato un clima di collaborazione, nell’interesse soprattutto degli studenti, primi vittime del declino dell’ateneo”.

In particolare per il Codacons le criticità più urgenti da affrontare sono le seguenti:

1) Didattica. Occorre procedere alla riconsiderazione dell’ammontare delle tasse ed alla riorganizzazione dei servizi didattici essenziali e dell’offerta formativa, spesso non in linea con reali prospettive occupazionali. 

2) Ricerca. Bisogna riqualificare l’attività di ricerca e rilanciare il ruolo dell’Università come partner scientifico affidabile ed autorevole nel campo della ricerca applicata. 

3) Precariato. Stabilizzazione nel ruolo dell’Università di quanti aventi diritto sono stati esclusi.

4) Rete Museale d’Ateneo. Occorre recuperare e rendere fruibili tutte le strutture museali universitarie, importantissimo patrimonio culturale attualmente semiabbandonato o completamente abbandonato, in primo luogo Città della Scienza, Museo dello Studio, Museo della Citta, Casa delle Farfalle, per la cui realizzazione l’Ateneo ha percepito a più riprese considerevoli risorse economiche pubbliche in particolare con il progetto Catania – Lecce.

5) Riserve Naturali. In questo campo non appare ulteriormente rinviabile un’azione di rilancio dell’impegno dell’Università nella gestione delle riserve naturali in affidamento, di recupero del rapporto di sinergia e di partecipazione con gli enti locali nella loro gestione, di ricostituzione dei musei didattici già realizzati di supporto alla loro promozione e purtroppo smantellati negli ultimi tempi.

 


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