La situazione è grave ma non è seria. Vale questo motto antico, per descrivere quel che accade sotto i nostri occhi, quel che sentiamo con le nostre orecchie. Frastagliata, chiassosa e inquietante è l’uscita dall’emergenza pandemica e stiamo passando, come consuetudine, da un eccesso ad un altro. Oggi abbiamo i regnanti delle regioni che, dopo aver tentato di fare i primi della classe, con il ventaglio “apro e chiudo”, quasi sempre in dissonanza con chi ci dirige dall’alto, cominciano ad avere fretta di passare alla fase 2 3 4 etc. Il reconte è innervosito da tutti questi cacicchi, che gli tirano la giacca e così ogni tanto perde la testa per le pressione di stellari, di sinistri, di destri, di 240 esperti. Così ogni conferenza stampa è un supplizio in cui deve misurare le parole, a volte perde la pazienza e a volte per il rischio di dire spropositi non dice nulla.
Gli italici rinchiusi a casa assistono sgomenti, soffrono e provano umana simpatia per lo sforzo immane che il nocchiero sostiene, alla guida dello stivale complesso, depresso e oppresso e lui , per ora, viene gratificato di tanti applausi e di grande consenso. Chissà se sarà così, quando dopo aver evitato di tirare le cuoia, dovremo tirare la cinghia perché il regno ce lo chiederà. Ma siamo quasi alla fine del trimestre e dobbiamo fare la pagella dei peggiori. Il primo da bocciare è il lombardo che non si sapeva mettere la mascherina e che ha combinato un sacco di errori forse per insipienza, o forse per scarsa intelligenza. Intanto lui mette le mani avanti e adesso dichiara baldanzoso di non aver sbagliato niente. Però, poche settimane fa, ha dichiarato che per le mancate zone rosse di comuni focolai la colpa va eventualmente suddivisa tra lui e il reconte. Poi si scarica la responsabilità di delibere in cui si ordinava alle case di riposo di non fare uscire i vecchi di 75 anni che si ammalavano del virus e anche di avere trasportato senza pensarci tanto malati di covid nelle case degli anziani. Gli uomini di diritto indagano con l’ausilio delle guardie.
Mentre, al contrario del verde padano, il collega verde Veneto più sveglio,laborioso, intriso di pragmatismo e saggezza ha agito senza pomposita, senza tante chiacchere e così ha deciso per il meglio. Così il principe del Veneto sale in alto, mentre quello lombardo scende in basso. Nel frattempo il consiglio del regno vive una confusione sovrana con una cabina di regia chiassosa e litigiosi, così in linea come un riflesso condizionato dell’alleanza tra nemici oggi amici. Non si capisce e nessuno sa dirci, neanche frate indovino, da dove si prenderanno i soldi per rialzarsi dal disastro e sembra a tanti illusi che nell’universo mondo ci sia qualcuno disposto a regalarceli.
Mentre non dimentichiamolo che sono tutti prestiticon interessi. Adesso è veramente inutile e patetico il pianto del coccodrillo della scoperta degli eurocrati che non ci aiutano. Infine nella borsa politica scendono le quotazioni di “supermario”, come futuro salvatore della patria, mentre salgono quelle dell’ex capo del gestore telefonico(sic!). In attesa di uscire nuovamente con maschere e guanti, quindi, niente di nuovo sotto il sole della politica italiana senza scaltrezza, che continua a navigare nella mediocrità e nella scarsezza.
Rosario Sorace.
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