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CoronaPsyco, il “delirio repressivo”: 61 mila denunce. E 61mila tamponi, no?
Pubblicato il 22 Marzo 2020
Mentre il dott. Fabrizio Lucherini, medico di Roma, in un video che sta spopolando sul web ha spiegato -ragionando- che i dati che planano ogni giorno sulle teste di milioni di italiani sono falsi,
continua l’azione repressiva delle forze dell’ordine (in un crescendo di autocompiacimento da parte del “popolo terrorizzato”) contro i trasgressori del “restateacasa”.
Una vera e propria ondata di “show della punizione” che sta colpendo inermi cittadini per condotte assolutamente normali, divenute oggetto di attenzioni da “Circo Massimo” ai tempi di Nerone. Sanzionate gente che sta in giardino, persone che tornano dal lavoro ma addirittura si fanno accompagnare dal fidanzato vista l’ora tarda, casi di chi per lavoro deve muoversi ma il suo lavoro non viene ritenuto attività assolutamente necessaria, sono solo alcuni degli esempi dei riflessi di questa ondata repressiva.
CI si potrebbe chiedere: servirà a qualcosa? Quando tutte queste denunce arriveranno negli uffici giudiziari italiani, già in larga parte congestionati, che ne sarà? Ma ancora: a ieri, il dato complessivo è di 61 mila denunciati. E allora ci chiediamo: ci saranno anche 61 mila tamponi? Perché sarebbe legittimo e razionale (che brutta parola!) verificare lo stato di salute dei denunciati. O no? E ancora, domanda delle cento pistole: nell’eventualità che un giorno, quando si arriverà in Tribunale, non sarà dimostrato il nesso eziologico fra condotta che ha provocato la denuncia e diffusione della malattia, che ne sarà? Che ne sarà? Fioccheranno le richieste di risarcimento danno?
A proposito: ma chi pagherebbe? Ah, vero dobbiamo tutti ripetere “ci sono i morti”, “ci vuole la forza”. Auguri.
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