Coronavirus, FDI: le proposte economiche del coordinamento provinciale di Catania inviate a Giorgia Meloni

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(nella foto il coordinatore Alberto Cardillo)
Ecco la sintesi dei punti inviati al Presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni con le proposte economiche per affrontare l’emergenza economica.
Spunti ed idee raccolte tra dirigenti e simpatizzanti del partito, autonomi, partite Iva, piccole e medie imprese della provincia di Catania.
Come comunicatomi dal presidente Meloni le proposte sono già allo studio dei gruppi parlamentari per la predisposizione di eventuali emendamenti al decreto “Cura Italia”.
Ringrazio in modo particolare i nostri Sindaci, i nostri assessori, i nostri consiglieri comunali, i nostri deputati nazionali, europei e regionali, oltre, naturalmente al nostro assessore regionale Manlio Messina, per l’impegno silenziosamente operoso e costante di questi giorni, perché si possa ripartire al più presto. Più forti e più veloci di prima!
Ho cercato di fare una sintesi di queste prime idee/proposte affinché possiate vagliarle e se ritenuto opportuno -e possibile- proporle al Governo. Certamente alcune di queste è possibile che siano già in cantiere o che in termini tecnici siano impostate in maniera imprecisa, ma ti prego di valutarne l’essenza e lo spirito.
Si tratta di interventi economici che lo Stato potrebbe adottare con una spesa presuntiva che si aggira intorno a 120 miliardi di euro, in linea con quanto già nella primissima fase della crisi hanno stanziando altre Nazioni del G7: Germania (156 miliardi di euro), Gran Bretagna (330 miliardi di sterline), Stati Uniti (2.000 miliardi di dollari).
“Trump Bonus”: La prima è una proposta di carattere generale sulla base di quanto sta mettendo in atto l’Amministrazione Trump, la quale erogherà 1.200 dollari ad ogni americano adulto.
Per gli italiani adulti, 50 milioni circa, erogando 1.000 euro a testa si tratterebbe di un intervento di 35/40 miliardi di euro, naturalmente essendo i 1.000 euro una eventuale integrazione per chi ha già diritto ai 600 euro, reddito di cittadinanza o al bonus baby-sitter. Misura parzialmente finanziabile con il contributo dell’Italia al MES, 14 miliardi circa.
Una misura semplice, diretta e a bassissimo sovraccarico di strutture burocratiche statali e parastatali, già saturate ed incapaci di affrontare emergenza.
Semplificazione erogazione 600 euro per autonomi e P.Iva: Ogni titolare d’impresa ha un conto dedicato per il pagamento di imposte e contributi, ed ovviamente lo Stato possiede un’anagrafica. La proposta quindi è quella di evitare l’ingolfamento ulteriore dell’INPS, erogando direttamente il bonus sul C.C. già utilizzato dai titolari di impresa per i versamenti. La platea di chi sarebbe costretto a fare domanda a questo punto si ridurrebbe alla sola no-tax area, riducendo di molto il carico e velocizzando il tutto.
2020 no tax salvaimprese: Azzeramento Imu e tributi locali su superfici commerciali o locali adibiti ad uso ricettivo e turistico-alberghiero. Compensazione statale ai Comuni per la quota di tributi quindi non riscuotibili.
Bonus locatario: Le misure sin ora adottate dal governo escludono totalmente i percettori di reddito derivanti da locazioni, moltissimi di questi non riceveranno canone a marzo e molto probabilmente per i prossimi mesi, per questi si propone un bonus statale nella misura almeno del 50% del canone non riscuotibile a causa dell’emergenza sanitaria e quindi economica.
Contributi figurativi: Uno strumento per sostenere la liquidità delle imprese potrebbe essere anche la concessione di contributi figurativi per i mesi di marzo, aprile e maggio, per le imprese che possano dimostrare un calo del fatturato del 25% nel bimestre successivo al 20 febbraio 2020. Misura estendibile per altri tre mesi per le imprese del settore turistico, così come già proposto dal dipartimento turismo del partito.
Allargamento platea no tax area: La pressione fiscale era e a maggior ragione in questa situazione emergenziale resta la principale ragione di preoccupazione economica per le imprese. Per questa ragione potrebbe ipotizzarsi un aumento una tantum a 12.000 euro della no tax area per dipendenti settore privato e a 8.400 euro per P.Iva.
Compensazione debiti PA: Secondo il rapporto della CGIA l’ammontare complessivo dei debiti commerciali della pubblica amministrazione ha raggiunto ben 53 miliardi di euro, tutte risorse che indirettamente, con una compensazione immediata dei debiti fiscali con crediti verso la PA, darebbero ossigeno all’economia nazionale.
Bonus banche virtuose: L’accesso al credito è uno dei problemi più gravi per il sistema paese e verosimilmente si aggraverà dopo l’emergenza, per tanto con uno strumento premiale per gli istituti di credito, come potrebbe essere la riduzione della base imponibile Irap di un importo pari all’aumento dei prestiti a imprese e famiglie rispetto al 2019, si favorirebbe la liquidità in circolo.
Resto al Sud di Invitalia diventi Resto in Italia: Le previsioni sul Pil italiano 2020 parlano di un drammatico -11% rispetto ad un calo più ridotto degli altri competitor internazionali. Ciò rischia di comportare uno spopolamento degli italiani abili al lavoro molti dei quali saranno costretti ad emigrare all’estero per trovare lavoro.
Per questo motivo chiediamo di estendere e potenziare il fondo per le misure di Invitalia Resto al Sud, tramutandola in Resto in Italia, e riducendo le limitazioni per le opere murarie -oggi consentite fino al 10%- al 50% del programma di spesa del progetto, aiutando così anche il settore dell’edilizia.
Ulteriore misura potrebbe essere rivolta specificamente alle imprese del settore turistico-ricettivo per nuove attività o ristrutturazione di esistenti -che possano dimostrare riduzione fatturato di almeno il 40% nel bimestre successivo al 20 febbraio-, finanziando progetti fino a 100 mila euro, 30% a fondo perduto e 70% con mutuo a tasso zero.
Prestito “Rinasci Italia”: La crisi e l’insufficienza di misure sin ora predisposte dal Governo condurranno molte imprese ad abbassare la saracinesca, molti giovani con idee imprenditoriali, invece, avranno molte più difficoltà di prima nel poter avviare una nuova attività che possa dare lavoro a loro e di conseguenza a loro potenziali operai.
Per questo potrebbe essere una valida misura la previsione di un prestito d’onore fino a 20.000 euro con garanzia statale, gestito da Invitalia, per coloro che possono comprovare d’aver cessato attività a causa dell’emergenza e per i giovani disoccupati under 36 anni.
Prestito che potrebbe estendersi, in misura eventualmente più ridotta, per le piccole imprese che abbiano avuto un calo del fatturato di almeno il 25% nel bimestre successivo al 20 febbraio 2020.
Garanzia per assegni postdatati: Sappiamo tutti che si tratta di strumenti che, pur non essendo pienamente regolari, sono diffusissimi a livello di piccole e medie imprese, che li impiegano nel pagamento delle forniture; essi sono poi accettati anche dalle banche che li scontano e li utilizzano per le anticipazioni. Pertanto, il decreto deve prevedere la temporanea possibilità agli Istituti di credito di incassare ugualmente i titoli elargendo mini Fidi speciali a copertura quest’ultimi degli assegni.
Piano straordinario assunzioni nel pubblico impiego: Al netto dei luoghi comuni sulla pesantezza della PA dovuta a presunti fannulloni, i numeri ufficiali ci dicono che gli impiegati pubblici in Europa sono il 16% della popolazione, in Italia il 14%, addirittura la Francia raggiunge il 22%. Invero esiste il problema italiano di una parte di impiegati pubblici che fanno poco o nulla, ma ciò in larga parte è dovuto a tre fattori: la quasi nulla formazione che lo Stato o gli enti locali forniscono ai lavoratori, il peso di una burocrazia asfissiante che blocca tutto e che disincentiva gli impiegati ad agire in maniera propositiva, trovandosi sempre nella condizione di rischiare di essere in contrasto con norme poco chiare e ingessanti. Ultimo fattore è l’anzianità dei dipendenti, 52 anni per i dipendenti e addirittura 56 anni per i dirigenti, questo è un gravissimo problema per una potenza industriale del G7 e obbligatoriamente digitale. A tutto ciò va aggiunto che la quasi totalità delle amministrazioni locali, Regioni e Comuni in primis, sono sotto organico ma non possono assumere per gli stringenti vincoli di bilancio che ci trasciniamo ormai da oltre un decennio.
Questo potrebbe essere il momento per trasformare la crisi in una opportunità, lanciando un grande piano di assunzioni mirate a fornire alla pubblica amministrazione nuova linfa nei diversi settori necessari, dai giardinieri comunali ai dirigenti delle Regioni.
Un piano che si renderebbe maggiormente necessario per colmare il gap di alcune regioni dove non c’è un tessuto industriale che possa essere d’aiuto a superare la crisi.
Provvedimento “Salva paritarie”: Al momento le scuole superiori paritarie svolgono l’attività di didattica a distanza, quindi tenendo tutto il personale in forze, perché per poter svolgere le lezioni online gli insegnati devono essere in servizio. Cosa si sta verificando, che un gran numero di alunni non frequentano e seguono le lezioni online, fondamentali per portare i ragazzi agli esami di stato, non pagano le rette perché appunto non sono presenti a scuola. Ovviamente in questo momento anche molte famiglie sono in difficoltà. Quindi è giusto il blocco delle rette scolastiche, ma a ciò deve corrispondere un sostegno alle scuole paritarie superiori, che vada a colmare le spese coperte regolarmente dalle rette scolastiche. Senza sostegno pubblico moltissimi Istituti paritari rischiano di chiudere senza poter assicurare la fine dell’anno scolastico. Un grave problema per il percorso di studi dei ragazzi e occupazionale per tutti i lavoratori che orbitano nel settore.

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Benanti

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