Coronavirus: la Ugl chiede alla STMicroelectronics una ulteriore riduzione delle attività. “Taglio drastico delle presenze in area produttiva e “smart working” al 100% negli uffici. Pericolo di nuovi contagi alto”
Pubblicato il 27 Marzo 2020
E’ scaduto lo mercoledì 25 l’accordo tra STMicroelectronics e sindacati sull’organizzazione del lavoro nello stabilimento di Catania, in relazione all’emergenza Coronavirus. Una intesa che la Ugl chiede di rinnovare nell’immediato attraverso ulteriori misure di contenimento e una drastica diminuzione del personale in sevizio in ufficio e nelle aree produttive, come spiega il segretario etneo della federazione Metalmeccanici Angelo Mazzeo:
“Ieri abbiamo avuto una videoconferenza con la Prefettura per affrontare la questione del prosieguo delle attività in stabilimento. La nuova intesa tra Ministero dello Sviluppo economico e parti sociali, rispetto al precedente, non ha modificato nulla per quanto riguarda la STM e, per questo, di grande importanza è stata l’interlocuzione in sede prefettizia con sua eccellenza Claudio Sammartino, che vogliamo ringraziare. Come Ugl Metalmeccanici territoriale, abbiamo sottolineato la necessità di verificare quanto dichiarato dalla multinazionale sull’attività a ciclo continuo. Anche se, a nostro avviso, uno stop lungo senza una data certa di ripresa dei lavori potrebbe diventare alquanto complicato e dannoso per il futuro della STMicroelectronics, che già stava facendo i conti con un mercato divenuto difficile. Tant’è che neanche in altri stabilimenti del gruppo, situati in zone ad alto rischio Covid-19, si è bloccata la produzione.
Quindi una soluzione che intravediamo come immediata e fattibile è, all’atto del rinnovo dell’accordo interno (che, ricordiamo era stato siglato quando ancora non vi erano le nuove disposizioni governative ed i due casi di positività interni), una ulteriore e decisa stretta nei numeri relativi alle presenze quotidiane di personale – evidenzia Mazzeo – poiché oggi ancora vanno a lavoro in 600 su 4.500. Vogliamo una drastica riduzione al necessario ed indispensabile dei dipendenti presenti nei vari settori, a partire dall’azzeramento di quelli impiegati negli uffici concedendo lo “smart working” al 100% (STM è stata una delle prime in Sicilia ad attuarlo), passando per l’abbassamento della soglia di operai all’interno delle sale di produzione e degli operatori dei servizi connessi.
Sebbene in queste settimane, da parte dell’azienda, sia stata già elevata l’attenzione sulla salubrità dei locali di lavoro e sul controllo del personale ai varchi è necessario, secondo la nostra organizzazione, innalzare ancor di più le iniziative utili alla protezione. Anche perché, dopo i casi riscontrati (che è vero si rappresentano una percentuale irrisoria rispetto al numero dei dipendenti in forza, ma pur sempre allarmante) e immediatamente isolati, il pericolo che possano recarsi a lavoro soggetti positivi e asintomatici è elevato, in una città come Catania dove il picco dei contagi deve ancora arrivare.
In questo senso è quanto mai opportuno – conclude il segretario catanese dei Metalmeccanici Ugl – evitare il più possibile ogni forma di contatto, attuando misure che vanno oltre quanto previsto dai protocolli e dagli accordi, siglati in sede nazionale e regionale tra istituzioni e parti sociali.”
Lascia un commento