Coronavirus: pandemia di Stato


Pubblicato il 09 Aprile 2020

Le gravi limitazioni delle libertà personali  alle attività professionali per un grave e giustificato stato di necessità e urgenza sono state ormai adottate in quasi tutti i paesi del mondo, con provvedimenti suggeriti dalla comunità scientifica che assume un ruolo preponderante.

Ma naturalmente ci sono differenze nella  gestione concreta che avviene nelle democrazia liberali, rispetto alle cosiddette democrature, oppure nelle fosche dittature. Sono evidenti anche  le manipolazioni delle notizie che ci giungono  dalla Cina, sia per il ritardo delle news sul pericolo del contagio, sia sul  numero effettivo dei morti. Ora poi divengono protagonisti  i superman liberticidi, quali Orban così come Putin, che si intesteranno alla fine della pandemia  tutto a loro  merito  nella migliore tradizione  degli oligarchi incontrollati. Ognuno, comunque, secondo le spietate leggi  del potere tirannico  a cercare di nascondere la spazzatura sotto il tappeto!

D’altronde in maniera diversa, tuttavia più evidente e esplicito, questo lo si intuisce anche da noi ,dove il numero dei morti è palesamente più elevato, o dove cominciano a emergere errori, magagne e omissioni dall’alto e dal basso della scala gerarchica del potere nazionale, regionale e locale.

Direi che gli Stati in vario modo cercano di offrire un’immagine artefatta e mistificata, poco reale per dissimulare quel che accade e notiziarci, come se fosse un parossistico bollettino di una guerra con  il numero dei contagiati, quello dei guariti, quello più triste delle il numero delle perdite sul campo.

In una visione all’interno di un contesto irreale, con una situazione che rischiava di travolgerci, oggi sembriamo tutti affetti da un buonismo esagerato, da una volontà inusitata , da un’energia  compressa. Mentre quel che conta è solamente la bussola d’orientamento che riusciremo ad avere nel tempo che verrà tra due o tre anni quando si capirà dulcis in fundo di che pasta siamo fatti. Per ora siamo tutti cristiani, atei devoti, laici umanisti aspiranti ad una serenità perduta.

Rosario Sorace.

 


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