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Coronavirus: si allarga protesta degli enti locali siciliani contro i provvedimenti del governo Conte Dopo i sindaci, aderiscono anche assessori e consiglieri comunali. Toccata quota 265
Pubblicato il 09 Aprile 2020
Si allarga a macchia d’olio la protesta degli amministratori locali siciliani contro le misure prese dal governo nazionale per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Oltre ai settanta primi cittadini iniziali, aderiscono altri sindaci dell’Isola che fanno arrivare l’asticella a quota 96, ma soprattutto hanno aderito assessori, presidenti dei consessi civici e consiglieri comunali di tutta la Sicilia. Sono adesso 265 i firmatari del documento lanciato la scorsa settimana.
Una posizione che ora dopo ora sembra ulteriormente consolidarsi grazie anche alla posizione critica espressa a livello nazionale dal presidente dell’Anci Decaro che proprio ieri ha abbandonato polemicamente i lavori della conferenza unificata dopo aver richiesto cinque miliardi per i comuni.
“Abbiamo aperto all’adesione degli assessori e dei consiglieri comunali – spiega Matteo Francilia, sindaco di Furci Siculo e primo firmatario del documento – per le numerose richieste ricevute ma soprattutto per dare un’idea di compattezza e trasversalità di questa posizione negli enti locali. Al momento abbiamo 265 sottoscrizioni ma contiamo di averne altre ancora. Il nostro documento si avvia a diventare un documento dei comuni e non soltanto dei primi cittadini”.
Il documento che sarà inviato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte definisce i provvedimenti governativi “illusori e palesemente insufficienti” e mette nero su bianco proposte di ordine finanziario di aiuto ai comuni, una richiesta di potenziamento dei servizi sociali, dei poteri ai primi cittadini per il controllo dell’ordine pubblico e una decisa azione di semplificazione amministrativa.
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