Ieri mattina, presso la sede catanese della Regione Sicilia, una delegazione CIDEC -Confederazione Italiana degli Esercenti e Commercianti- nella persona del Segretario Confederale Lorenzo Costanzo, e FIPET– Federazione Italiana Pubblici Esercizi e Turismo- nelle persone del Presidente Roberto Tudisco, Vicepresidente Elena Malafarina, e Mauro Pulito Responsabile B&B e settore ricettivo, per consegnare ufficialmente, nella mani del Direttore Generale della Regione Sicilia della sede di Catania Angelo Sicali, le nostre richieste al Presidente della Regione On. Nello Musumeci, ed alle altre istituzioni regionali e locali competenti, per l’adozione di misure economiche speciali in conseguenza dell’emergenza sanitaria Covid-19.
La nostra fragile situazione economica di partenza, caratterizzata da un alto tasso di disoccupazione e da una recessione che imperversa da anni, pone la Sicilia e le sue città, come Catania, in una posizione vulnerabile a seguito dell’impatto dell’emergenza sanitaria Covid-19 che sta interessando la nazione italiana e che modificando le abitudini sociali e quotidiane della popolazione.
La contrazione dei consumi, l’assenza di utenti nei negozi, la disdetta in costante aumento di prenotazioni alberghiere e nel settore turistico, è sotto gli occhi di tutti e ciò impone di adottare misure coraggiose e di assistenza ai commercianti ed ai lavoratori che operano in quel settore.
Se già, come abbiamo evidenziato nella nostra richiesta alla regione, partiamo da dati più che sconfortanti, e regioni come Lombardia ed Emilia-Romagna, sicuramente più ricche di noi, stanno già accusando le conseguenze economiche di questo fenomeno, cosa dobbiamo aspettarci noi siciliani e catanesi in particolare?
Se, negli ultimi due anni, il turismo stava finalmente portando nuova linfa economica a Catania, cosa accadrà adesso a coloro che hanno investito nel settore? Come la politica intende rispondere e quali misure intende adottare per la tutela di quei lavoratori che si troveranno senza posto di lavoro da qui a poco?
Abbiamo suggerito ai nostri amministratori di chiedere al Governo Nazionale di adottare anche in Sicilia un decreto-legge per rispondere alla situazione, replicando le misure contenute nel decreto 02 Marzo 2020, che consentirebbe, almeno come primo passo, di tirare un respiro di sollievo qui a Catania e ponderare misure a breve e lungo termine secondo l’evolversi della situazione, in secondo luogo abbiamo chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico permanente nella Città di Catania, con le istituzioni cittadine ed i competenti assessori comunali e le altre associazioni di categoria, per monitorare in tempo reale la situazione ed intervenire per evitare il collasso del tessuto commerciale della città.
Questa situazione emergenziale impone nuovi paradigmi e nuove riflessioni, da un lato ci mostra che senza lo Stato non abbiamo chances concrete di ripresa, dall’altro mostra tutta la nostra fragilità e la vulnerabilità rispetto al più piccolo cambiamento diverso all’ordinario. È tempo della responsabilità da parte di tutti noi e della tempestività, per evitare di ritrovarci nell’arco delle prossime settimane, in una condizione economica surreale e da scenario post-bellico.
In allegato inoltre si trasmette il testo della richiesta presentato alla Regione Sicilia ed alle altre Istituzioni pubbliche.
FIPET-CIDEC
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Catania 06 Marzo 2020
Al Presidente della Regione Sicilia Ilust.mo Nello Musumeci
All’Illust.mo Assessore dell’Economia e Vicepresidente della Regione Sicilia Gaetano Armao
All’Illust.mo Assessore Regionale delle Attività Produttive Girolamo Turano
All’Illust.mo Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana On. Gianfranco Miccichè
A tutti gli Illust.mi Onorevoli Deputati della Regione Siciliana
Al Egregio Sig. Sindaco della Città Metropolitana di Catania Salvo Pogliese
All’Assessore al Bilancio e Patrimonio della Città di Catania e Vicesindaco Roberto Bonaccorsi
All’Assessore alle Attività Produttive della Città di Catania Ludovico Balsamo
OGGETTO: RICHIESTA ADOZIONE MISURE URGENTI DI SOSTEGNO PER FAMIGLIE, LAVORATORI, IMPRESE CONNESSE ALL’EMERGENZA COVID-19 PER LA CITTA’ METROPOLITANA DI CATANIA
La FIPET- Federazione Italiana Pubblici Esercizi e Turismo- la CIDEC – Confederazione Italiana degli Esercenti Commercianti, Artigiani, Artisti, Industriali, Agricoltori, delle Attività del Terziario, dell’Informatica e Telematica, delle Professioni in campo Legale, Economico, Tecnico, Contabile, del Turismo e dei Servizi,
Preliminarmente, pur nella consapevolezza che i seguenti dati statistici sono ben noti e conosciuti alle Istituzioni qui appellate, riteniamo opportuno ricapitolare il dato attuale e fornire il quadro già desolante del contesto nel quale siamo costretti a vivere e lavorare.
Secondo i dati Eurostat presentati nel Report annuale 2018 il tasso di occupazione della Regione Sicilia è pari al 44,1% della popolazione, in questo studio emerge altresì che le percentuali di giovani non occupati tra i 15 e 35 anni è pari al 53,6% e che spicca altresì il numero dei cd. Net, ossia coloro che hanno rinunciato alla ricerca attiva di un’occupazione sono pari al 39% della popolazione regionale.
I tassi di disoccupazione analizzati dall’Istat forniscono un quadro ancora più desolante per le singole province siciliane dove ad esempio nella Città di Catania si registra un tasso pari al 18.9% , Trapani del 23.6%, Agrigento 27.6%, Messina 25.5% solo per citarne alcune.
Lo stato delle nostre Imprese inoltre registra dati allarmanti, a prescindere dalla sussistenza dell’emergenza sanitaria da Covid-19, infatti secondo il Rapporto sulle Economia Territoriali realizzata da Confcommercio nel 2018 hanno cessato la propria attività commerciale ben 3582 imprese operanti nella distribuzione al dettaglio, 946 aziende operanti nel settore dell’alloggio e della ristorazione, 754 ditte specializzate in comunicazione, trasporti, immobiliare, viaggi ed intrattenimento, 1948 ditte industriali, 342 imprese agricole.
Non meno drammatici sono i dati attinenti alle procedure fallimentari in corso, ad esempio, secondo i dati presentati a Marzo di quest’anno dalla Quarta Sezione del Tribunale di Catania (Fallimentare e specializzata in materia di Imprese) si registrano pendenti nel 2019 ben 1838 fallimenti, in aumento rispetto al 2018 nel quale si registravano invece 1798 fallimenti, mentre le istanze prefallimentari nel periodo 2018/2019 sono ben 585 a fronte delle 540 risalenti agli anni 2017/2018.
L’emergenza sanitaria Covid-19 che da un lato impone delle opportune misure cautelari a sostegno e tutela della salute pubblica, dall’altro produce conseguenze economiche notevolissime che non possiamo sottacere. Non siamo ancora in grado di effettuare delle stime né di fornire numeri e dati statistici, ma qui ben oltre i numeri, c’è la realtà concreta con la quale tutti siamo chiamati e confrontarci e fare i conti.
Nella Città di Catania, stiamo registrando, ictu oculi, una massiccia desertificazione della presenza di utenti e consumatori negli esercizi commerciali. I cittadini allarmati restano confinati nelle proprie abitazioni, si registrano cancellazioni di prenotazioni alberghiere, di banchetti per eventi e cerimonie, un drastico calo di acquisti nei negozi al dettaglio delle diverse tipologie merceologiche, limitazione al minimo indispensabile degli spostamenti e nell’suo dei trasporti.
Da quando la città è stata investita dai casi di Covid-19 la nostra economia appare sospesa nel nulla, e a seguito delle misure adottate dal Governo Nazionale, con la chiusura delle scuole fino al 15 Marzo, appare altamente improbabile che la vita possa assumere dei contorni ordinari e regolari. La nostra fragile economia non consente ai piccoli esercenti di gestire momenti così incerti, considerando anche il fatto che gli anni precedenti sono stati caratterizzati da una pesantissima crisi economica che ha già diffuso sfiducia, contrazione degli investimenti, ed eroso i patrimoni dei soggetti a causa di una scellerata politica nazionale di austerità, e che ha impedito allo Stato di dotarsi degli strumenti economici necessari per reagire e sostenere i cittadini.
A Catania, basta fare una banale passeggiata al centro storico, per vedere come già ben prima di questa emergenza il numero delle saracinesche abbassate fosse notevole e quella vivacità commerciale che da sempre ci ha sempre contraddistinto non resta che un flebile lumicino che questa emergenza potrebbe spegnere definitivamente.
A fine mese, e quindi tra sole due-tre settimane, il volto commerciale della Città potrebbe assumere connotati mai conosciuti, con una ricaduta occupazionale degna di un evento bellico, davanti al quale facciamo appello a queste Istituzioni che chiamiamo ad agire in modo più che tempestivo.
Al di là delle singole opinioni politiche di ciascuno e della correlativa visione economica, qui occorre che Lo Stato intervenga in modo massiccio e coraggioso, applicando quelle misure che il Governo Nazionale ha concesso alle zone rosse, poiché pur non essendolo “formalmente” lo siamo nella sostanza.
Se già la Lombardia e L’Emilia Romagna, regioni fiorenti rispetto alla nostra Sicilia, hanno accusato il colpo economico, cosa potrà accadere a noi siciliani se non facciamo niente? Partendo da dati così sconfortanti, come faranno a fine mese gli imprenditori, le medie e piccole aziende, i commercianti, e tutti i lavoratori che verranno licenziati o semplicemente coloro ai quali non potrà essere rinnovato il contratto a tempo determinato, a pagare i mutui, le bollette, gli affitti, a fare la spesa, a vivere con dignità?
Chiediamo alle Istituzioni interpellate di adoperarsi affinchè nella città di Catania, e nelle altre città siciliane con situazioni analoghe a questa, vengano adottate misure legislative pari a quelle previste nel Decreto-Legge 02 Marzo 2020, pubblicato in Gazzetta della Repubblica serie generale n.53 del 02/03/2020 ad esempio come la sospensione dei termini per versamenti ed adempimenti relativi a cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione, avvisi di addebito emessi dagli enti previdenziali ed assicurativi; atti di accertamento esecutivi emessi dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli; atti di accertamento esecutivi emessi dagli enti locali sia per le entrate tributarie che per quelle patrimoniali; “rottamazione-ter”; “saldo e stralcio”. Prorogando la scadenza almeno fino al 31 maggio 2020; sospensione del pagamento delle bollette di acqua, gas ed energia elettrica, fino al 30 aprile, con la previsione dell’eventuale rateizzazione delle bollette una volta terminato il periodo di sospensione; cassa integrazione in deroga per i datori di lavoro del settore privato, compreso quello agricolo, con unità produttive operanti nei comuni e per i lavoratori ivi domiciliati, che non possano beneficiare dei vigenti strumenti di sostegno al reddito, per la durata della sospensione del rapporto di lavoro, o ancora e sempre a titolo esemplificativo ma non esaustivo, la sospensione del pagamento dei ratei dei mutui per immobili residenziali per i lavoratori che subiscano la sospensione dal lavoro o la riduzione dell’orario di lavoro per un periodo di almeno 30 giorni; per le strutture ricettive, le agenzie di viaggio e i tour operator, la sospensione fino al 30 aprile del versamento dei contributi previdenziali e delle ritenute fiscali.
Non di secondaria importanza sarebbe l’istituzione presso la Città di Catania, nonché di ogni altra città siciliana colpita dai danni economici dell’emergenza sanitaria Covid-19, di un tavolo permanente anti-crisi economica, composta dalla competenti istituzioni, rappresentanti di categoria e sindacati dei lavoratori, per consentire di studiare in tempo reale misure di contrasto alla desertificazione commerciale, ed elaborare un piano cittadino, coerente con le misure da adottare con l’emergenza sanitaria in corso ed in aderenza alle indicazioni del Ministero della Salute e dell’Oms, e programmare un piano di rilancio, almeno quinquennale di sviluppo economico e turistico.
Affidandoci al senso istituzionale e al dovere di ogni rappresentante politico di agire per attuare i valori costituzionali, mai come oggi, vi chiediamo di attenzionare ed agire tempestivamente per l’adozione delle misure suggerite e di ulteriori ritenute opportune, consapevoli che stavolta l’inerzia e l’indecisione potrebbero per sempre cambiare il volto della nostra società e del suo tessuto commerciale ed economico.
FIPET-CIDEC.
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