Il “biglietto da visita” della città che fa schifo solo a vederlo
Il Ferragosto catanese sul web si arricchisce di una fondamentale polemica: Enzo Bianco contro “Enzo” Trantino su Corso dei Martiri. Insomma, le esternazioni di due “pavoni” rivolte al passato. Chi è il “migliore”? Chi è il “Pierino primo della classe”?
Il “post” di Bianco contiene inesattezze (in particolare, la convenzione su Corso dei Martiri del 2012 è frutto dell’amministrazione Stancanelli), ma anche Trantino dimentica di ricordare che è vero che i privati ci hanno messo i soldi per le alcune opere, ma tutto sotto la gestione del Comune di Catania. Chi ha fatto l’assessore ai lavori pubblici (Trantino nell’ “altra vita” -prima di diventare “uomo nuovo”- è stato assessore ai lavori pubblici e all’urbanistica della giunta Pogliese, amministrazione di cui sta utilizzando a piene mani tante opere -con relativi presunti “meriti”- senza dirlo. E il senatore Pogliese resta silente…) dovrebbero ricordarlo. Dettagli?
Sulla vicenda di Corso dei Martiri (“la più grande speculazione edilizia del dopoguerra in Italia”, una “ferita “rimasta aperta per soltanto 70 anni dopo lo sventramento del quartiere San Berillo e la “deportazione “ -benedetta dal Vaticano, parte della gigantesca “operazione di rapina sociale”- di circa 30 mila persone) ecco su questa vicenda il Comune di Catania continua di fatto a nella sua opera di inerzia, di “distrazione”. Vista su un piano generale, il Comune da troppo tempo sembra preoccupato più che per l’ “interesse pubblico” di non “disturbare” l’interesse privato. Cose che a Catania e non solo capitano da tempo, cose che l’attuale giunta non ha modificato visto che di fronte agli interessi privati gioca il ruolo dell’ “agnellino” più che quello del “mastino difensore della legge” (questo,invece, vale per i divieti di sosta delle auto, i sacchetti della spazzatura lasciati fuori orario, gli “spremi-agrumi” della vita Etnea solo per citare alcuni casi di “pericoli” per il rispetto della legalità). Nel frattempo, Corso dei Martiri e aree limitrofe marciscono nel degrado, una sorta di zona “off limits” e soprattutto una zona che è il “biglietto da visita” di chi arriva in città dalla stazione centrale.
Ecco, però, che di recente, il sindaco Trantino ha risposto su Corso dei Martiri ad un’interrogazione di Pd e M5s, ricordando di avere diffidato i privati “ …evidenziando che la situazione è evidentemente riferibile all’inottemperanza delle obbligazioni giuridiche assunte dai privati e dalla non disponibilità dei medesimi ad iniziare i lavori per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria”. Ha aggiunto Trantino: “Pertanto, vista la situazione di stallo creatasi si è proceduto a sollecitare i privati a mettere in sicurezza le aree interessate di Corso dei Martiri per riportare tali superfici in condizioni di igiene e sicurezza e altresì a diffidare gli stessi a presentare entro dieci giorni un piano industriale per dare contezza a11’Amministrazione della sussistenza delle risorse necessarie ad adempiere alle obbligazioni assunte.”
Il finale è “da brividi”: “In data 23.5.2024 con nota prot. 231454 venivano sollecitati gli adempimenti previsti inconvenzione comprese la consegna delle fideiussioni ed in data 21.6.2024 con nota prot. 278690 veniva chiesto la trasmissione del progetto con il prezziario aggiornato.
Ad oggi non avendo avuto riscontro alle note del 23.05.2024 e 21.06.2024 si stanno valutando unitamente alla Direzione affari legali ed al collegio di difesa le azioni da intraprendere.”
Da anni, il Comune di Catania dovrebbe ricordarsi che l’ interesse pubblico è il faro della sua azione. L’amministrazione comunale in carica dovrebbe ricordare ai cittadini -non ai sudditi della “curva”- che a Catania manca il piano regolatore generale, manca il piano commerciale, il piano generale del traffico urbano non è aggiornato.
Dovrebbe ricordarlo anche quando preferisce far nascere due supermercati al posto di due scuole. Ma su questo, tranne pochi casi, le “persone perbene” di Catania non s’indignano. Confermando i disastri del sistema scolastico italiano, che non rende le persone capaci di esprimere un minimo di “spirito critico”, in nome di un’ “ossessione legalitaria” che non coglie mai i temi importanti e i processi di “rapina sociale” attuati dai gruppi dirigenti.
iena politica marco benanti.
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