Interviste

COSA NON RICORDANO IN TANTI SULL’INCENDIO DI FONTANAROSSA E SU ALTRO: PAROLA A CLAUDIO MELCHIORRE

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Com’è finita l’indagine sull’incendio a Fontanarossa del luglio del 2023? Come vanno le cose all’aeroporto di Catania? E ancora: ci sarà la privatizzazione?

Lo abbiamo chiesto a Claudio Melchiorre, “anima” del Mec (Movimento Elettori e Consumatori) e uomo attivo su tanti fronti.

Claudio Melchiorre, i vertici della Sac non hanno commesso alcunché di penalmente rilevante secondo la Procura per il caso dell’incendio del luglio 2023. Che commento fai?

La Procura ha impiegato più di un anno per prendere questa decisione e quindi sarà stata ben ponderata. Non ho motivo di pensare che ci siano stati errori. Ricordo che nelle imprese normalmente il responsabile della sicurezza si occupa della gestione dell’intero sistema di prevenzione rischi.

Qualora questo sistema e le relative procedure manchino o siano carenti ne risponde lui ma c’è una responsabilità oggettiva dell’impresa. Evidentemente la responsabilità oggettiva, in assenza di vittime, non comporta responsabilità penali. Poi, non so se ci siano stati provvedimenti amministrativi presi dai vigili del fuoco o da altro ente.

Si stabilirà nel corso del processo se il responsabile della sicurezza che all’epoca era un collaboratore esterno, a quanto si sa, potesse svolgere lo stesso lavoro che, dopo l’incendio, è stato appaltato a una società. Va anche detto che quell’ex responsabile della sicurezza ora è in pianta organica di Sac. Una mano tesa per le sofferenze di un processo penale come unico responsabile, insieme alla responsabile del punto vendita dal quale è originato l’incendio.

La gestione della crisi post –incendio da parte di Sac è stata all’altezza della situazione, a tuo avviso?

Noi calcolammo i danni successivi all’incendio in almeno quaranta milioni al giorno. Sul punto non è piovuta alcuna smentita. Evidentemente siamo ricchi abbastanza per non porci nemmeno il problema. Ricordo che ci fu un tentativo di sollevare la questione da parte del sindaco di Catania. E ricordo anche che un’ampia fetta della maggioranza che sostiene Trantino per qualche mese si è ricordata che la gestione del ciclo dei rifiuti non è ottimale, per usare un eufemismo.

Ricordo anche polemiche sul traffico, sulla ciclabile, sulla gestione delle acque e su qualsiasi cosa abbia fatto il sindaco dopo che chiese conto e ragione su quel che è stato fatto durante e dopo l’incendio. L’attivismo di parte della maggioranza sui tanti problemi della città è poi evaporato dopo la stretta di mano pubblica tra Enrico Trantino e i vertici Sac. Sicuramente si tratta di coincidenze.

Cosa ricordi di quel periodo? Hai memoria di casi particolari o di riflessioni degli addetti ai lavori?

Ricordo che c’erano esponenti della Pubblica Sicurezza che parlarono di gravi negligenze. Ricordo dipendenti Sac chiedere conto e ragione di condizioni di lavoro nell’ambito della sicurezza sia lavorativa che di riservatezza dei dati, a loro giudizio carenti.

Ricordo migliaia di persone, compresi anziani, bambini, donne incinte, costrette sotto il sole o dentro locali inadeguati e senza aria condizionata, come a Comiso. Ricordo che chiedere informazioni era complicato. Non c’erano tabelloni elettronici ma ‘strilloni’ che a volte dimenticavano di comunicare le informazioni, altre non le conoscevano.

Ricordo l’uso di megafoni per cercare di indirizzare le mandrie di passeggeri. Ricordo che l’uso della tecnologia non era stato immaginato.

E ricordo che fu mobilitato l’esercito per avere un gonfiabile come sala partenze, mentre avevamo l’intera aerostazione Morandi a disposizione. Anche in quei frangenti l’ossessione improvvisa per la demolizione del vecchio aeroporto ebbe il sopravvento sulla necessità.

Ricordo anche che una volta sceso dall’aereo il passeggero superava i cancelli dell’area sterile ben aperti e senza possibilità reale di controllo. Ma evidentemente anche questi aspetti non hanno rilevanza penale né di sicurezza. E se non c’è rilevanza penale oggi chi si potrebbe fare carico di far rilevare la capacità manageriale? E come, soprattutto.

La maggioranza delle azioni di Sac sono nelle mani del responsabile della Camera di Commercio. Nonostante una legge nazionale, Catania ha mantenuto il possesso delle Camere di Commercio di Ragusa e Siracusa sempre, anche senza una sopravvenuta norma regionale.

Poi la stessa è stata affidata ad un commissario regionale che pare essere un caro amico dell’on. D’Agostino e del dr. Torrisi. Ora: come può un caro amico e sostenitore pensare che l’altro abbia commesso errori gestionali? Impossibile. L’amicizia è un valore importante, mentre il management è una scienza evidentemente inesatta e opinabile.

A tuo avviso, la gestione generale del gruppo dirigente Sac è adeguata ai compiti?

Non saprei. Parrebbe che delle mistery visit avrebbero prodotto passaggi di materiali pericolosi nell’area sterile. Cose come armi ed esplosivi. Tempo fa un’inchiesta, resa nota da articoli di stampa, scovò persino un carico di droga. L’Enac sostiene che tutto va bene e anche che gli investimenti di Sac siano adeguati.

Personalmente rilevo che un incendio in aeroporto c’è stato, che dopo quell’incendio è stato diffuso un documento della sicurezza che per numerazione sembrerebbe essere stato il primo ad essere emesso. Dopo l’incendio è stata incaricata una società esterna per la sicurezza e un’altra per la comunicazione. So anche di essere stato coinvolto in un processo e il pubblico ministero disse a chiare lettere ‘chi non conosce Nico?’ Ma in quel caso Nico non ebbe ragione. Evidentemente l’indipendenza della magistratura è salva anche se Nico lo conoscono tutti.

Come finirà con la prevista privatizzazione?

Non so come possa finire. In passato Il Mec e il comitato Vussia fecero una serie di rilievi che hanno evidentemente rallentato il processo di privatizzazione che sembrava ormai cosa fatta. Un amico descrisse la mia attività come ‘inutile’ perché ormai era tutto deciso. Non so se in questi cinque anni qualcosa è cambiato riguardo alle decisioni di allora. Oggi non mi occupo della questione. Perché dovrei? Se non c’è interesse da parte dei dipendenti aeroportuali, dei cittadini e dei comuni interessati, se la Regione che dalla privatizzazione non ha niente da guadagnare strategicamente, ma forse solo una benemerenza immediata per i futuri proprietari, perché occuparsene?

Rilevo che stiamo investendo un miliardo di soldi pubblici, cioè nostri, per privatizzare per qualche centinaio di milioni che sono sicuro saranno pagati in comode rate almeno decennali. Ogni tanto leggo di malumori a Comiso. Abbiamo difeso per molti mesi i diritti dei viaggiatori dell’area ragusana. Ma anche lì quando si va al dunque si considerano le questioni aeroportuali come affare della Provvidenza. Continuo a pensare che sia un errore vendere un’azienda pubblica che è la porta di casa dei siciliani. Se nessun altro la pensa come noi, resteremo a contemplare questa ennesima sciocchezza perpetrata da politica e management che si sostengono a vicenda ma che, a mio avviso, non hanno idea di cosa significhi l’espressione ‘bene strategico’.

Per carità, poi magari scopriremo che proprio Torrisi non ha alcuna voglia di vendere, considerato che la proprietà pubblica gli garantisce il posto di vertice, mentre il privato chissà. In questo senso, con ogni probabilità, cinque anni anni fa gli ho dato una grossa mano. Con scarsa riconoscenza. Più volte ha tenuto a sottolineare che fossi indagato per diffamazione aggravata. Ma anche questo aspetto adesso è superato. L’indagine si è chiusa. Niente diffamazione.

Ci sono aspetti o altro che ti convincono poco nella gestione ordinaria dell’aeroporto?

Personalmente credo che un comitato permanente sui servizi aeroportuali possa aiutare il gestore a scoprire cosa non va nell’esperienza di viaggio e nella scomodità oggettiva dei suoi clienti finali. Il problema è che per l’aeroporto i clienti sono le compagnie aeree. Sono convinti di questo.

Anche all’epoca della gestione Mancini c’era questo fraintendimento. Ricordo che anche allora ebbi una telefonata dell’allora amministratore che mi chiese se rappresentassi interessi misteriosi, solo perché sottolineavo come anche allora i passeggeri non erano affatto al centro della visione aeroportuale. Ho sempre rappresentato gli interessi dei consumatori, nel settore aeronautico e aeroportuale, non è una novità. In questa città accade una cosa strana: se fai volontariato ti accusano o ventilano la possibilità che tu abbia di avere interessi misteriosi, chi gestisce quotidianamente milioni di euro invece pare non avere alcun interesse. Insomma: mi hanno convinto di essere una forza occulta e segreta ben superiore a quella di chi ha in mano la gestione di centinaia di milioni di euro ma non riesce a far funzionare gli asciugamani elettrici nei bagni o che non accetta nemmeno una critica estetica sulla barba lunga.

Poi, per carità, passeggeri partono e passeggeri arrivano. Quando leggo i resoconti dei record di Fontanarossa, ma non di Comiso, ho come l’impressione che alla Sac qualcuno creda di avere poteri divini. I passeggeri aumentano perché siamo la seconda regione italiana, la più grande isola del Mediterraneo e siamo famosi in tutto il mondo da almeno un paio di millenni. Poi è chiaro che più bed and breakfast ci sono, più strade saranno fruibili e più gente arriverà. Già oggi, se ci fossero modi di accesso e ospitalità potremmo avere cinquanta milioni di passeggeri.

Gli attuali aeroporti sono una strozzatura, non un incentivo agli arrivi e alle partenze. Ma anche qui, se Confindustria, Palazzo degli Elefanti, Camera di Commercio e anche alla Sac sono convinti che tutto vada bene e che grazie all’allargamento delle salette Vip si risolve il problema dei venti minuti necessari per poter arrivare nella zona partenze dalla bretella autostradale, amen. Chi sono io per dubitarne?

Catania e la Sac: cosa ne pensi di questo rapporto?

L’idea è che se si accetta la tesi che sia Sac a far aumentare gli arrivi a Catania e in Sicilia, la Sac è doverosamente padrona di Catania. Se riesci a portare in Sicilia milioni di persone non per la loro volontà, ma solo grazie alla capacità di non far notare i bagni ingrigiti, la mancanza di posti a sedere nelle sale d’aspetto, il sovraffollamento dei terminal, i tempi biblici di avvicinamento ed allontanamento dall’aeroporto, il ritardo importante sugli investimenti previsti dai piani di sviluppo, meriti di avere nelle tue mani anche l’intera città, magari anche perché ti avvali di consulenti chiave importanti per la città. Pensa che l’aeroporto è anche tra i principali inserzionisti pubblicitari della provincia. Senza la Sac anche i giornali potrebbero avere problemi a pubblicare quotidianamente le informazioni che ci riguardano. E senza nessun condizionamento. Mai.

E’ una gestione in linea o in alternativa alla città?

Non vedo alternative. Catania è stata lì negli ultimi duemilacinquecento anni. L’aeroporto invece ha appena celebrato recentemente un secolo di attività durato quasi centoventi anni. Anche la misura del tempo cambia quando si tratta di aeroporto. Noi non comprendiamo la profondità della buona gestione del nostro aeroporto. Anche la natura e le unità di misura si piegano alla brillantezza e competitività gestionali.

Il futuro di Fontanarossa, a tuo avviso, quale sarà?

Fontanarossa privato o pubblico continuerà a far partire e arrivare siciliani e non. Ha una delle aree di utilizzo o catchment area più estese e anche più bisognose di trasporto. È una miniera naturale.

In letteratura economica, un monopolio naturale. Il punto è che la Sicilia ha bisogno di far arrivare e partire più di cinquanta milioni di passeggeri. Fontanarossa, se si ha questa comprensione, è un collo di bottiglia. Spendere un miliardo per avere o stesso collo di bottiglia è abbastanza curioso. La pista parallela all’attuale sarà più lunga di seicento metri.

Questa differenza la pagheremo un milione al metro, a saldo. Per avere sempre una sola pista. Ci era stato detto che l’allungamento serviva per avere voli intercontinentali. Però ci sono voli per Dubai e dalla prossima estate per New York, quindi la pista intercontinentale già c’è. Probabilmente con somme così imponenti sarebbe stato meglio costruire un nuovo aeroporto ben collegato alle autostrade est-ovest e nord-sud. Deve esserci qualche motivo a me sconosciuto per la spesa senza fondo di queste somme. L’idea è che i nostri soldi di contribuenti siano costantemente sperperati.

Le sciocchezze sulla possibilità di avere qui un hub internazionale non possono essere prese in considerazione, in assenza di un operatore aereo siciliano con interconnessioni che si realizzerebbero qui. Detto questo, la Sicilia ha fame di trasporto aereo. È noto a tutti gli operatori del settore aeronautico, nel mondo. In Sicilia si copiano queste affermazioni ma non si comprendono la conseguenze.

E si continuano a sbagliare strategie. Fontanarossa ha un futuro solido comunque e a prescindere da chi lo gestisce. Funzionava con Mancini, funziona con Torrisi e funzionerebbe anche con un rapper a dirigerlo. Il punto è che in Sicilia si parla di necessità di infrastrutture ma quando si tratta di realizzarle l’investimento si dirige verso opere che non si fanno o, peggio, pressoché inutili come la pista più lunga di seicento metri o gli interporti che restano inutilizzati perché immaginati negli anni 60 del Novecento. In tutti i casi, buon Natale a tutti. Viviamo pur sempre nel migliore dei mondi possibili, come diceva Pangloss.

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Benanti

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