Craxi, ovvero la Politica che sapeva guardare lontano


Pubblicato il 12 Gennaio 2020

Il mio ricordo più vivido di Bettino Craxi è legato al ruolo che svolsi come segretario della Federazione Provinciale del Psi a Catania dal 1991 al 1993 quando in quegli anni lo presentai in un comizio a Piazza Università e in una chiusura per una festa regionale dell’Avanti. Ho avuto l’impressione di una figura carismatica, intelligente e imponente che sapeva trasmettere al popolo socialista e alla gente che veniva ad ascoltarlo una grande energia di fiducia e una straordinaria carica emotiva. Bettino ha delineato un progetto ragionato e razionale che guardava al futuro della Nazione e ha indicato una via di trasformazione che, se fosse stata interamente perseguita, avrebbe consentito al nostro Paese una reale processo di modernizzazione e un rinnovamento delle istituzioni. Seppe essere un convinto fautore e appassionato sostenitore dei movimenti di liberazione contro l’oppressione delle dittature e ricordo la sua visita in Cile per rendere omaggio alla tomba di Salvatore Allende che venne deposto e ucciso dai militari di Pinochet.

Ma mi vengono in mente tutte le sue battaglie del riformismo socialista per la libertà e la democrazia dei popoli oppressi e per la creazione dello Stato palestinese. Tenne testa a Reagan nella vicenda di Sigonella quando lo affrontò con coraggio e determinazione senza piegarsi alla prepotenza degli americani. Quando era Presidente del Consiglio l’economia italiana volava e eravamo la quarta potenza industriale del mondo con il manifatturiero e il made in Italy che erano un fiore all’occhiello inimitabile. In quegli anni l’ inflazione è stata ridotta dal 12% al 4,7 % e il rapporto debito/PIL era all’ 82%.

I suoi meriti e del gruppo dirigente del Psi sono ormai indubbi e riconosciuti quasi unanimemente. Ma sarebbe stato meglio che tutto ciò avvenisse quando era in vita mentre all’epoca abbiamo assistito a quella vergognosa campagna denigratoria portata avanti dal PCI che aveva il dente avvelenato nei confronti del nuovo corso socialista poiché combatteva aspramente il dogmatismo ideologico marxista leninista di Berlinguer e compagni.

Nonostante i comunisti fossero all’ opposizione gestivano, infatti, un sistema di consociazione politica occulto con la Dc che permetteva di approvare all’unanimità nelle aule parlamentari il 92% di tutti i provvedimenti legislativi e che consentirà loro un’ egemonia nell’ambito della sinistra italiana. Adesso è il tempo del rimpianto e dei ripensamento sulla sua opera nel ventennale della sua triste morte che certamente non cancella gli errori che Craxi ha compiuto ma onestamente i pianti di coccodrillo postumi sono davvero indigesti risarcimenti su un grande protagonista politico del secolo scorso.

Rosario Sorace.

 

 

 


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