Crias Sicilia, l’allarme della Ugl credito: “Senza una deroga alla norma finanziaria, rischio paralisi per l’ente. Il governo regionale intervenga per non far morire il settore dell’artigianato”


Pubblicato il 11 Gennaio 2020

“Con il mantenimento delle recenti disposizioni adottate dalla Giunta regionale, per la Crias sarà morte sicura nel giro di pochissimo tempo.” A lanciare il grido di allarme è Massimo Saeli (nella foto), segretario regionale della Ugl credito, che spiega quanto sta accadendo dopo l’emanazione da parte dell’assessore regionale dell’Economia del decreto n° 90 del 2016 e l’approvazione della delibera dell’esecutivo regionale n° 21 del 2018, che modificano totalmente l’assetto contabile dell’ente. “Con questi due provvedimenti – fa notare Saeli – il fondo unico, dove sono contenute tutte le risorse finanziarie utili a garantire l’esercizio e l’attività istituzionale della Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane siciliane, è diventato organismo strumentale della Regione Siciliana.

In questo modo è automaticamente assoggettato alle regole stabilite dal decreto legislativo n° 118, passando così dall’attuale contabilità economico-patrimoniale a quella puramente finanziaria. Se ancora oggi la Crias, istituita nel 1954 e con 80 dipendenti in organico, ha continuato ad erogare finanziamenti a tasso agevolato per la crescita e lo sviluppo dell’artigianato nella nostra Regione, è perchè la gestione del fondo è stata sempre uniformata alle esigenze istituzionali, ovvero quelle legate all’erogazione del credito ed all’incameramento degli interessi e delle commissioni applicate sulle migliaia di finanziamenti accordati per diversi milioni di euro. Somme in entrata – evidenzia il segretario – che, peraltro, servono anche per il funzionamento generale della Crias.

Allo stato attuale, quindi, ogni singola pratica ha una sua contabilità allocata nel tempo e legata al fondo unico, grazie alle normative che lo regolano, mentre con la nuova gestione contabile si andrebbe ad operare nell’ambito di un bilancio annuale di previsione a carattere autorizzatorio, che per la natura del fondo di rotazione non potrebbe mai avere una previsione esatta, nè un consuntivo in pareggio. Questo significa in automatico la paralisi della cassa e la fine della sua missione nel giro di pochissimo tempo – avverte Saeli – anche perchè si potrebbero riscontrare criticità nell’utilizzo dei sistemi informatici obbligatori.

In questo senso ci risulta che in Italia enti analoghi hanno già ricevuto una deroga rispetto alla legge e, per questo, sollecitiamo un tempestivo intervento (tra l’altro recentemente annunciato) da parte del presidente della Regione siciliana Nello Musumeci e degli assessori regionali all’Economia, Gaetano Armao, ed alle Attività produttive Mimmo Turano perchè possano trovare la migliore soluzione per la salvezza di un ente che da 65 anni sostiene un comparto importante nella nostra isola. La Crias è un motore fondamentale per la Sicilia e se si vuol continuare a garantire un’opportunità a tanti giovani siciliani di non emigrare e di mettersi in gioco quì nel campo dell’artigianato, non si può di certo lasciare morire – conclude il sindacalista.”


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