Crisi Ciancio, sciopero contro i 28 licenziamenti


Pubblicato il 19 Ottobre 2012

Decisione dei lavoratori di Antenna Sicilia. Intanto, dai sindacati arriva il comunicato molto duro sulla vertenza…

a cura di iena televisiva

I lavoratori Sige di Antenna Sicilia, in segno di protesta contro i 28 licenziamenti avviati oggi, hanno indetto un pacchetto iniziale di 20 ore di sciopero da suddividere variamente. Per lunedì 22 è stato invece indetto lo sciopero per l’intero turno lavorativo.

Questo il comunicato di Slc Cgil e Fistel Cisl sulla drammatica vertenza:”In data 19 ottobre 2012 è scattata la procedura di licenziamento avviata da SIGE SpA (Antenna Sicilia) e chiusa con esito negativo. Le segreterie provinciali di SLC CGIL e FISTEL CISL reputano irrazionale ed incomprensibile la volontà dell’azienda di voler procedere al licenziamento di 28 lavoratori su 55 addetti tra i tecnici e gli amministrativi in forza.” Pur in assenza di precise e formali informazioni aziendali in merito ai piani industriali che sono stati consegnati alle organizzazioni sindacali ed al SUPL di Catania solo al termine della procedura , e di conseguenza, non essendo stati messi nelle condizioni di poter fare valere il nostro diritto di proposta, abbiamo fatto più di quanto fosse possibile per scongiurare il licenziamenti dei lavoratori.Nonostante ciò e in assenza di dati, ci siamo fatti carico di proporre all’azienda soluzioni idonee alla salvaguardia delle attività, ed abbiamo proposto una riduzione dell’orario di lavoro attraverso contratti di solidarietà pari al 40%; tale percentuale di riduzione oraria è da ritenere al limite del rispetto della dignità dei lavoratori e del buon senso. Tali ed altre proposte sono state rigettate dall’azienda che, pur di affermare la propria volontà di potenza, ha fatto si che il tutto si risolvesse in un nulla di fatto e quindi con i licenziamenti. A tal punto le vittime sacrificali di questa volontà aziendale risultano essere i lavoratori licenziati e non. O forse si tratta del tentativo di voler lanciare altri segnali all’esterno?La SIGE non può svegliarsi oggi per dirci che da anni è in corso una crisi; il tutto dopo aver incassato frequenze, numerazione dei canali vantaggiose, contributi pubblici e visibilità sociale e politica e quindi scaricare sulle spalle dei lavoratori eventuali errori propri.Denunciamo, inoltre, il totale ed incomprensibile disinteresse delle istituzioni pubbliche rispetto ai problemi dei lavoratori che operano in un settore così delicato quale è quello dell’informazione a cui tutti attingono e di cui in tanti beneficiano.La protesta dei lavoratori continuerà fino a quando non verranno ripristinate le regole democratiche in questo nostro martoriato territorio e fino a quando non prevarrà il buon senso”.


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