Crisi regionale: a Grammichele con Benanti per esorcizzare il ritorno al passato


Pubblicato il 07 Luglio 2015

di marco pitrella

La fine della politica ha determinato il successo della nostra A-Rivista. Da quando le quarte file dirigono il traffico & fanno pure i deputati siamo noi a dettare la linea in questa stupenda e misera città etnea.

“O mi porti a Grammichele o ti licenzio!” il diktat di Marco Benanti, direttore diIenesicule, che ricattare “mezzo mondo” sa e sul ricatto d’ arte & patologia ci s’èfatto una carriera. Un viaggio scaramantico vuole essere il nostro. Per un giorno lontani da magistrAli passa carte. Prenotiamo un B&B – a casa mia i 150 kg. diBenanti non c’entrano! – per dormire, far la doccia (addirittura!) o leggere un libroche, magari, sentenzi su un “fumoso” processo dove la presunzione d’innocenza è prossima alla certezza.

Se la città esagonale è un posto da sogno – patriottismo è il mio – il fine settimana della Sicilia è da incubo. I volgari attacchi all’amatissimo Presidente della Regione ci obbligano alla difese con le unghie, con i denti e con la lingua soprattutto. E’ notorio, infatti, quanto alle Ienesicule piaccia lisciare il potere per il verso giusto quello che soffia dove il vento tira.

L’informazione, dopotutto, è il velluto su cui poggia lo strapotere del potere “terzo e imparziale”, imparziale solo sulla carta (stampata)… non ci interessa la realtà.

Ecco la tecnica: qualsiasi critica al Presidente va depistata con il vittimismo e con l’esoterica esaltazione di “vaghe & pubbliche” idealità… infine l’antimafffia. “Quando il popolo sente le parole difficili si affeziona” sosteneva il “Nerone” di Ettore Petrolini e basta sussurrare accuse che facciano leva su stomaco e ventre molleche diventa facile fare del sospetto l’anticamera della velleitaria verità.

Sul disastro della formazione professionale, per esempio, è bastato usare“manciuggghia” e “clientelismo” che Crocetta mito fu. Che in 8mila lavoratori siano senza stipendio da 36 mesi poco ci importa.

“Mi attaccano per la mia omosessualità”, è stata l’ultima difesa  tanto fresca-fresca quanto “frufru” del governatore. Avanti così! con la continua colpa a qualcuno & a qualcosa.  

Mentre riflettiamo a voce alta su quanto siamo bravi & belli siamo in macchina io &Benanti. La radio trasmette “il mio pensiero vola verso te” dei Tiromancino… che sia un “sinistro” presagio per Crocetta? Ci tocchiamo gioielli, ognuno i propri. Siamo in ansia.

Dovesse cadere sapremo comunque come riciclarci e stirarci sugli allori di una qualunque consulenza.

Imbocchiamo la Catania-Gela che chiamiamo “Via della legalità” prostitute comprese. Ma per noi anche le puttane, se soddisfano la nostra convenienza, sono verginelle in abito bianco.

Ma ci sono puttane & prostituzione intellettuale… non paghiamo per beneficiare del piacere – preferiamo ricattare -, prediligiamo chi “ mezza città s’è fatto”, l’onda cavalchiamo e nella parte “lussuriosa” stiamo.

Noi che a Saro diamo del “tu”, quello stesso “tu” – che nasconde un servile “vossignoria”?- che abbiamo dato a quelli che sull’ “altar” di Palazzo d’Orleans ci sono stati, salvo poi dimenticarcene quando sulla “polvere” li scarichiamo. In fondo, Pietro, all’anagrafe Simone,rinnegò tre volte Gesù, per non passare per stupidi accettiamo “l’incarico” di cambiare idea.

La direzione regionale del PD il nostro chiodo fisso.

Lì, l’animale piddìno recita il copione del voltar pagina con (più) di qualche assessore nuovo (ne sono stati cambiati soli 36! sin’ora), con buona pace del povero Fabrizio Ferrandelli che ha proposto la sfiducia; è dura contare meno di… Del resto, nella prossima legislatura i deputati saranno 20 in meno, solo 70 sui 90 attuali, e si voterà con la doppia preferenza di “gender”, una rapida troiata per spartirsi fra gruppi di potere (questi sono i partiti oggi) il trespolo e le seggiole; “il maschietto lo metto io e la femminuccia tu” e ce li andiamo spingendo, appunto. Chi lo rischia ilculo? nessuno, quello comodo deve stare è la dignità ad essere stretta e anche scomoda.

Il futuro inizia per la quarta volta con il Crocetta “poker”.

E se i detrattori di Saro esagerano li “pizzichiamo” noi. Per nostra fortuna di leader ne girano pochi e di cortigiani molti (pure troppi). Il loro silenzio lo compriamo con poco; anche uno scheletrino che, nella “normalità” della politica, sta dentrol’armadietto con il “titolo” giusto può diventare un ossario. Loro agnellini & pettirossi muti stanno e come struzzi a 90 la testa nella sabbia mettono.

Avremmo voluto vedere Saro nel week end. Pare, si dice, si mormora che si trovasse a Tusa… un ritorno a comequando – in campagna elettorale – la lotta al malaffare sembrava credibile.

Ad inventar, pardon raccontar le gesta ci pensa Ienesicule.

Dal canto nostro a Grammichele non ci siamo ma stati. Ci interessa mistificare… mica esorcizzare.

 


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