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Cronaca, 4 novembre, Pedara ( Ct ): Giorno dell’Unità Nazionale…e guerra civile spagnola
Pubblicato il 07 Novembre 2015
di Domenico Stimolo
4 novembre “Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate”. Territoriale, dalle Alpi a Capo Passero; nei sentimenti e nella cultura che caratterizzano i valori fondanti della Repubblica: civili e democratici, di libertà, giustizia, democrazia, antifascismo, solidarietà, accoglienza e pace. Scanditi in maniera indelebile dai postulati della nostra Costituzione, che tra l’altro all’art. 11 esalta il “ ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”; con la memoria in particolare rivolta alla variegata schiera di patrioti che in tante maniere, già a partire da 150 anni addietro, hanno contribuito a costruire tra enormi difficoltà e contraddizioni la nostra società e cittadinanza, e ai martiri che hanno determinato la nascita della Repubblica: donne, uomini e giovani, sacrificatosi per la liberazione d’’Italia, contribuendo in maniera sostanziale alla sconfitta della dittatura fascista, della pratica razzista di dominio e sterminio, alla rinascita delle libertà nel nostro paese, al riscatto nazionale.
4 Novembre, fine dell’enorme massacro: caduti italiani 600.000, prigionieri, 600.000 con 100.000 deceduti, feriti e mutilati 950.000, italiani prestanti servizio militare 5.200.000 di cui 470.000 denunziati per diserzione e retinenza – di cui 370.000 per cittadini italiani residenti all’estero e non rientrati, 870.000 complessivamente denunziati all’autorità giudiziaria, 350.000 processi celebrati.
Ebbene, la celebrazione del 4 novembre a Pedara (Catania), organizzata dall’Amministrazione comunale, stante i racconti delle cronache, ha assunto un aspetto inconsueto. Il riferimento principale è stato rivolto ad un militare pedarese (Alfio Tomaselli, le spoglie sono state recentemente traslate da Saragozza), capitano d’artiglieria –medaglia d’argento -, morto in Spagna nel marzo del 1937, durante la battaglia di Guadalajara. Faceva parte della grande armata, costituita da circa 80.000 militari, inviata in Spagna dal regime fascista, con l’appoggio diretto della Germania nazista, a sostegno dei contingenti sediziosi del generale Franco, contro il legittimo governo del Fronte popolare che aveva democraticamente vinto le elezioni del febbraio 1936. Nella guerra, conclusosi nel marzo del 1939, con la conseguente instaurazione della dittatura franchista, da parte della nascente asse Italia-Germania furono sperimentate sui campi delle battaglie e nelle azioni di sterminio di massa, le nuove tecnologie di azioni militari che pochi anni dopo, con lo scatenamento della 2° guerra mondiale, furono attuate su larga scala nei territori europei. In Spagna da parte della Germania e dell’Italia l’aviazione fu utilizzata su larga scala, terrorizzando la popolazione, terribile il bombardamento che nell’aprile del 1937 distrusse quasi il 50% della città di Guernica.
Furono tanti i “figli” d’Italia, graduati o meno, rigidamente indottrinati dalla retorica e dai dettami fascisti, che si prestarono nella loro funzione, più o meno consciamente, a supportare attivamente la dittatura, la soppressione della libertà, con il compimento di inaudite efferatezze contro l’umanità, durante le fasi belliche di schiacciamento dell’indipendenza di altri popoli, al servizio delle leggi razziali. In Spagna, in Etiopia, Eritrea, Libia, e in tutte le nuove terre dell’ “Impero”, e poi , intruppati nella proclamata “razza eletta”, in tutti i fronti europei nell’orrenda guerra di aggressione scatenata che provocò ben oltre cinquanta milioni di morti ed immane distruzioni.
Certo la compassione ( pietas) è un principio importante che caratterizza la natura umana, da salvaguardare, nei luoghi e nei momenti idonei. Però la veridicità storica del contesto, specie nei momenti ufficiali istituzionali, non può mai essere “relegata”; privando, in questo caso, i partecipanti pedaresi e la folta comunità studentesca presente, della corretta interpretazione degli eventi. La Memoria non è un fatto passivo. E’ uno “strumento” prioritario di educazione civile e democratica, specie per le nuove generazioni.
Ci furono anche tant’altri italiani, volontari antifascisti, patrioti per la Libertà, inquadrati nelle Brigate internazionali, che si impegnarono durante la guerra di Spagna, con un diretto e rilevantissimo apporto nella richiamata battaglia di Guadalajara, specie del Battaglione Garibaldi. Molti di loro avevano già contrastato in Italia la dittatura, subendo carcere e confino. Tant’altri delle Brigate italiane erano stati costretti a rifugiarsi in altri Stati ( specie in Francia e Svizzera) per sfuggire alle violenze dei militi fascisti.
Parecchi i siciliani partecipanti tra le file antifasciste combattenti. Si ricordano: Nunzio Fargione, Luigi Middione, Onofrio Cavalieri, Salvatore Vizzini, Giuffrida Salvatore, Abate Antonino( Paternò), Adragna Andrea ( Trapani), Allegro Giuseppe (Camastra – Ag), Vincenzo Mazzone, Fontana, Politi, Burgio, Carta, Giuseppe Natale, Giuseppe Li Volsi ( morto in combattimento), Giuseppe Picone, Giovanni Lombardo, Giuseppe Corpora, Emanuele Granata, Salvatore Fusaro, Alberto Gasperini ( morto in combattimento), Abruzzo Alfonso (Bivona – Ag).
E’ bene ricordarli sempre. Indicandoli ad esempio ai giovani, per un futuro migliore; in difesa, sempre, della pace e della democrazia.
Domenico Stimolo (per “ Lettera di Memoria e Libertà).
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