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Cronaca, Aci Castello (Ct): business plan per il collegamento del lungomare
Pubblicato il 13 Luglio 2020
L’amministrazione Comunale retta dal sindaco Carmelo Scandurra presenta il progetto che permette di collegare il lungomare di Aci Castello e Acitrezza.
Si tratta di un progetto completo di business plan nato allo scopo di individuare forme e modi di gestione dello stabilimento balneare “Lido dei Ciclopi” che allo stato, come noto, è un bene confiscato alla mafia. L’intento primario è richiedere il trasferimento del lido al patrimonio del Comune per realizzare il collegamento del lungomare ed una pista ciclopedonale.
Lo studio è stato portato a termine dall’Arge RTS formata dal dottore Andrea Brogna (capogruppo), dal dottore Giuseppe Davide Caruso, dall’architetto Fabrizio Russo per lo Studio Fra e dall’architetto Giulia Schippa; a seguito dei confronti avviati dall’amministrazione con le associazioni di cittadini e con i sindacati il business plan sarà presentato all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
Il progetto è stato elaborato per lotti, il che permette di assegnare priorità di realizzazione diversificate. Il costo dell’intero intervento viene calcolato in € 7.334.534. Per rifunzionalizzare il lido e per creare la pista ciclopedonale (e quindi anche il collegamento) il business plan stima una spesa di € 1.893.216. «Potremmo cominciare i lavori proprio partendo dalle nostre priorità – afferma il sindaco Scandurra – tanto più che la cifra richiesta per il lido e la pista ciclopedonale coincide con la somma del piano triennale delle opere pubbliche».
Nello specifico il progetto individua 5 aree di intervento: stabilimento balneare; centro di educazione ambientale con annesse aree di ristorazione aperte al pubblico; giardino storico e piazza pubblica panoramica; parcheggio; percorso ciclopedonale.
Rifunzionalizzazione del “Lido dei Ciclopi”
Per quanto concerne lo stabilimento balneare l’obbiettivo principale risulta quello di creare un’attività turistica più innovativa, non sottraendo servizi ai vecchi frequentatori ma implementando le funzioni per attirare nuova clientela nell’ottica fondamentale di salvaguardare i posti di lavoro esistenti. Gli spazi del “Lido dei Ciclopi” sono ridisegnati. Gli architetti che hanno realizzato il progetto protendono per la demolizione degli edifici esistenti per sfruttare la cubatura in maniera più efficiente ed ecosostenibile. Il numero delle cabine viene ridotto da 273 a 250. Il team che ha redatto il business plan rileva un mancato ammodernamento dello stabilimento alle mutate esigenze e alle diverse modalità di fruizione dei lidi “la presenza di numerose cabine in confronto al calo degli abbonamenti stagionali rispetto agli affitti giornalieri di sdraio ed ombrelloni, ampie zone di ristorazione poco sfruttate nelle ore serali e nel periodo invernale di chiusura del lido”.
Un pista ciclopedonale attraverso lo stabilimento balneare ad impatto zero che serva anche da via di fuga
La pista ciclopedonale è suddivisa in 4 tratti. Lunga circa 350 metri, larga – da business plan – almeno 4. Essa attraverserà lo stabilimento balneare nel suo tratto centrale. Per garantire privacy agli utenti del lido saranno creati dei tunnel con barriere di vetro sormontati da una fitta vegetazione. Si tratta della soluzione a minor impatto ambientale. «Impatto ambientale zero e la possibilità per la protezione civile – in casi di emergenza – di fruire con mezzi pesanti di questo passaggio» ha chiarito il sindaco Carmelo Scandurra.
Il giardino botanico e la piazza pubblica
L’ultimo tratto della pista, lato Acitrezza, giungerà in una piazza pubblica panoramica su cui insiste anche un giardino storico che al momento è inglobato nel lido. Un giardino botanico impiantato agli inizi del 1.900 su cui è apposto un vincolo da parte della soprintendenza ai beni culturali; ad oggi accessibile solo ai clienti dello stabilimento, diverrebbe fruibile a tutti e per tutto l’anno. Verrebbe a costituire un parco rigoglioso e lussureggiante letteralmente in riva al mare.
Costo stimato intervento area € 640.599
Centro di educazione ambientale e ristorazione
Previsto anche un centro di educazione ambientale con annesse aree di ristorazione aperte al pubblico. La proposta punta a trasformare l’area maggiormente edificata del lido, oggi adibita alla ristorazione, in un complesso edilizio di pari cubatura in cui si possano svolgere attività culturali e di ristorazione aperte al pubblico anche in inverno. Si ipotizza di stabilire la sede del Cutgana o dell’Area Marina Protetta. In tal modo il centro di educazione ambientale diverrebbe un polo didattico e di documentazione del territorio castellese e trezzoto.
Costo stimato intervento area € 1.002.624
Il parcheggio interrato multipiano
Nel business plan viene messo a punto un progetto anche per un’area parcheggio di ultima generazione e ad impatto ambientale zero con una capacità di 180 auto. L’area occuperebbe lo stesso spazio dell’attuale posteggio del lido. Viene ipotizzato un parcheggio interrato automatizzato e su quattro livelli, fruibile da chiunque voglia raggiungere il centro di Aci Trezza, la nuova piazza pubblica, il Centro di Educazione Ambientale, il nuovo Lido dei Ciclopi. I fruitori del parcheggio lascerebbero l’automobile al piano superficie e in maniera automatizzata l’auto sarebbe collocata ai piani inferiori. Sarebbe il primo in Sicilia.
Un parcheggio multipiano avrebbe generato un impatto ambientale troppo forte. Nel progetto di business plan rappresenta la voce più onerosa € 3.798.094.
«Il business plan ci permette di avviare gli interventi in momenti diversi. L’importante è avere i progetti pronti ed essere in possesso del bene, così possiamo partecipare ai bandi europei previsti ed avere finanziate le opere. Esistono bandi sia per il parcheggio che per l’area della piazza del giardino botanico» spiega il sindaco Carmelo Scandurra.
L’altra grande caratteristica del progetto è la completa accessibilità ai diversamente abili. Tutte le aree sarebbero pienamente fruibili. Gli introiti che deriverebbero dalla messa in funzione delle attività, così come previsto dalla legge, sarebbero reimpiegati per finalità sociali.
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