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CRONACA “ANIMALE”: CADAVERI DI “CAVALLI” TRA I RIFIUTI IN UNA STRADA INTERCOMUNALE TRA SAN GIOVANNI LA PUNTA E TREMESTIERI ETNEO
Pubblicato il 13 Agosto 2014
Massimo Scuderi Iena indiscreta
Come fatto risaputo, la Via Palmentazze – divisa per una parte nel Comune di San Giovanni La Punta e dall’altra a Tremestieri Etneo – procede sempre più verso il declino. Ormai il fatto che il cadaveri di cavallo siano abbandonati a bordo strada come un frigo o un vecchio apparecchio tv è solo un problema di “Munnizza”. Perché, per alcuni sconsiderati, il cavallo forse non ha diritto di vita e neanche di morte decente. Non ha diritto a una sua dignità neanche da morto. No. È solo un problema che puzza, altroché puzza. Carcasse di cavalli e anche di capre, tra i rifiuti speciali pericolosi di una ormai forse stabile discarica a cielo aperto. Una stretta e lunga via di circa 2 km, che offre una delle immagini più raccapriccianti. La Via Palmentazze. Non è solo una spia dell’emergenza strisciante che ogni tanto fa capolino in due città distratte (San Giovanni La Punta e Tremestieri Etneo) ma la coazione a ripetere i suoi mali, testimoniando così lo sprezzo perfino della pietà.
Tutto ciò potrebbe cessare o arginare il problema delle discariche utilizzando telecamere, ma una delle due amministrazioni comunali, forse, per questa Via Palmentazze, è sorda all’uso di questa tecnologia (non si capisce il perché).
Ad ogni modo, in Via Palmentazze, stavamo documentando lo stato del degrado, quando ad un tratto arrivava al nostro naso, un fortissimo nauseabondo lezzo. Un’aria irrespirabile quasi a provocare incontrollati conati di vomito (ci scusi il lettore, ma descriviamo ciò proprio per dare un’idea). E nella caldissima e afosa mattina, dove il sole sembrava avercela con noi, continuavamo a camminare coprendo con un fazzoletto il nostro naso. A arrivati alla fonte di questo fetore -tralasciando i vari rifiuti che divenivano per il nostro interesse di secondo piano- i nostri occhi increduli, hanno notato alcuni grossi sacchi semi sommersi da migliaia di larve Il baco di sego, che si ciba di carne in putrefazione.
Giusto per specificare, la Sarcophaga carnaria è vivipara. Infatti depone le sue larve nella carne in putrefazione (carcasse di animali morti, avanzi di cibo, ecc.).Le larve, in capo a pochi giorni (in condizioni ottimali di cibo e temperatura), si impupano per uscire poco dopo sotto forma di mosca adulta. Insomma, per farla breve, aiutandoci con un bastone che ci permetteva di bucare le grandi buste, abbiamo immediatamente intuito che dentro quegli enormi sacchi si celavano grosse porzioni di corpo mutilato appartenente a cavallo, testa compresa… Eravamo abituati a vedere carcasse di cani, gatti e piccioni, ma di cavalli forse no… Che si tratti di un animale nobile come il cavallo o di un uomo, in fin dei conti, per qualcuno fa poca differenza.
Quando si arriva a considerarli rifiuti, per quanto speciali, oltre che la nostra sana indignazione dovrebbero scattare mille campanelli d’allarme. E invece nulla. Probabilmente da questi miseri resti, sarà stato già estratto l’eventuale microchip di riconoscimento per poi smaltirlo illecitamente per non incorrere nei costi di smaltimento. Nel frattempo, si rimane in attesa dell’attivazione del servizio veterinario ASL, proprio per verificare lo stato generale della carcassa e del microchip (ove esistesse), per avviare poi, la prassi di smaltimento della carcassa stessa. Noi, nel frattempo si attui la bonifica dell’ innumerevole quantità di rifiuti (di tutti i tipi, speciali e non) sulla strada, seguiremo la vicenda, ma sempre a naso tappato…
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