Il fenomeno analizzato con il contributo di giuristi, psicologi e avvocati
Si terrà venerdì 15 marzo 2019, ore 16.00, nella Sala delle adunanze del Tribunale di Catania, il convegno dal titolo “Adozione in scena: normative, prassi, prospettive”. L’evento è organizzato dalla Camera minorile di Catania con il patrocinio dell’Unione nazionale Camere minorili e l’Ordine degli avvocati di Catania.
L’apertura dei lavori sarà affidata a Renata Saitta, avvocato e presidente della Camera minorile di Catania. Interverranno per i saluti istituzionali: la dott. Maria Francesca Pricoco, presidente del Tribunale per i minorenni di Catania, l’avv. Marco Tortorici, presidente dell’Ordine degli avvocati di Catania, Serena Lombardo avvocato del foro di Palermo e responsabile della comunicazione Unione nazionale Camere minorili. Siederanno al tavolo dei relatori: il prof Giovanni Di Rosa, ordinario di diritto civile Università di Catania, il dott. Francesco Vadilonga psicologo psicoterapeuta e direttore Centro di Terapia dell’Adolescenza Cta -Milano; la dott. Emma Seminara, giudice ordinario del Tribunale per i minorenni di Catania; avvocato Marina Gennaro del foro di Catania.
«Con questo convegno tenteremo di fare piena luce sull’istituto dell’adozione nazionale ed internazionale grazie al contributo di giuristi, psicologi e avvocati – ha commentato Renata Saitta, avvocato e presidente della Camera minorile di Catania – verrà data particolare attenzione all’audizione del minore dichiarato adottabile in vista dell’abbinamento alla coppia adottiva. Affronteremo il dibattito ancora in corso sulla possibilità di un’adozione aperta o mite e sugli aspetti legati alla recisione dei legami del minore con la famiglia d’origine, tenendo presente l’esigenza di salvaguardia della continuità degli affetti. Si analizzeranno poi alcune sentenze Cedu sul rispetto, in caso di adozione, della vita familiare e dell’identità dell’adottato, garantito dall’art. 8 della Convenzione europea dei diritti umani.
Ci sarà spazio anche per la prospettiva psicologica con la concettualizzazione dell’adozione come il più efficace intervento di recupero e di cura per i bambini che hanno sofferto esperienze sfavorevoli infantili e patito conseguenze traumatiche – ha continuato – e di come un adeguato accompagnamento e trattamento di questo tema nel percorso adottivo possa essere “terapeutico”. Affinché l’adozione si costituisca come un processo di cura è necessario promuovere nei percorsi adottivi l’integrazione del Sé, che è quindi un compito centrale per gli individui adottati.
In questa prospettiva è necessario interrogarsi su come il contesto sociale influenza sentimenti, vissuti e attribuzione di significati da parte delle persone adottate e sulla possibilità che cambiamenti legislativi e la conseguente introduzione di nuove prassi possano favorire esiti più soddisfacenti. Infine verrà dato un esempio pratico del ruolo del tutore nell’ambito delle procedure volte all’accertamento della sussistenza dello stato di abbandono dei minori».
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