Cronaca, Catania: “Spaccio Alimentare” il 10 gennaio nuova riunione per esame vertenza
Pubblicato il 04 Gennaio 2020
Sit-in davanti la Prefettura di Catania, ieri mattina, per i lavoratori dell’ipermercato Spaccio alimentare situato all’interno del polo commerciale Centro Sicilia di Misterbianco. Una protesta organizzata dalla Ugl terziario per non far spegnere i riflettori sulla vertenza, che dura ormai da oltre un anno e che vede coinvolti 80 unità lavorative. Risorse umane che sono state allocate nel punto vendita di contrata Tenutella rimasto aperto fino a giugno 2019, dopo che gli altri negozi dislocati a Catania centro e provincia erano già stati dismessi nel tempo.
Con la chiusura anche dell’ultimo ipermercato i dipendenti sono stati posti in cassa integrazione fino al prossimo 20 gennaio, ma non si hanno ancora notizie certe né su una eventuale proroga, né sulla paventata cessione del ramo di azienda con il relativo passaggio del personale ad un potenziale nuovo acquirente.
Un intreccio di varie situazioni, compresa quella legata alla procedura di concordato a sua volta presentata dalla proprietà Distribuzione Cambria che, di giorno in giorno, alimenta angoscia e smarrimento tra gli 80 lavoratori che vedono un futuro sempre più nero. Intanto, in mattinata, dopo un breve colloquio con una funzionaria dell’Ufficio territoriale del Governo, la delegazione Ugl formata dal segretario generale territoriale Giovanni Musumeci, dal segretario provinciale della federazione Ugl terziario e dal suo vice, rispettivamente Carmelo Catalano e Vito Tringale, ha appreso che le parti datoriali e sindacali, nonché la direzione di Centro Sicilia, sono state convocate dal Prefetto per giorno 10 gennaio alle 12 per un nuovo esame congiunto della delicatissima problematica. “Vogliamo che da parte dell’azienda sia fatta definitivamente chiarezza sul destino di questi dipendenti.
Non è più possibile tollerare questo stato di assoluta incertezza e ringraziamo, per questo motivo, sua eccellenza il Prefetto che ancora una volta ha accolto il nostro grido di allarme, per quella che vorremmo non diventi una nuova macelleria sociale per la nostra città già abbondantemente massacrata nei livelli occupazionali – affermano dalla Ugl.”
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