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Cronaca del Regime catanese: a quando una bella retata antimafia in Corso Italia?
Pubblicato il 03 Febbraio 2019
“…Assistiamo ad operazioni di polizia che portano in carcere spacciatori e malavitosi, e ciò a molti appare sufficiente per riaffermare che la legalità esiste ed è stata ristabilita. Dobbiamo però impedire che essa venga intesa come schermo formale dietro il quale si riparano i benpensanti, i fortunati, coloro che decidono le sorti degli altri. Così infatti aumenta il solco nelle nostre città, dove nel centro ricco e opulento troviamo chi parla il politicamente corretto e sfoggia le sue belle idee di progresso e magari utilizza gli slogan antimafia scagliandoli verso i quartieri che ingrossano le fila di Cosa Nostra. Mentre più giù, nelle periferie, cresce la diseguaglianza con la rabbia e il desiderio di rivalsa dei ‘dannati di mafia’…”(Sebastiano Ardita, Procuratore aggiunto a Catania, componente del Consiglio Superiore della magistratura).
Prendiamo spunto da quanto scrive il magistrato Ardita oggi, 3 febbraio 2019, sulla prima pagina de “La Sicilia” per esprimere, in estrema sintesi, il nostro pensiero: la vera antimafia a Catania partirà quando un giorno si farà una bella e senza pietà retata antimafia in Corso Italia.
Una retata -statene certi- per la quale non ci sarebbero “scoop” o “anticipazioni clamorose”, anche perchè il Potere e i suoi servitori non sono abituati a guardarsi allo specchio.
Precisiamo per i non catanesi che corso italia è arteria della “Catania Bene”, quella parte di città che di fatto produce e riproduce con i suoi meccanismi classisti la disperazione di oltre tre quarti di Catania. Corso Italia, allora, come simbolo dell’ingiustizia, come simbolo della giustizia Di Classe, parte essenziale dello Stato di Classe (molto apprezzato a sinistra, ovvero dal volto più cinico della borghesia, con la sua “magistratura democratica”) e di cui nessun “avvocato o giurista democratico” parla più da anni.
Buona Domenica
Marco Benanti ienesicule.
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