La mobilità urbana di Catania è indietro di cinquant’anni.
Lo dicono tutte le ricerche effettuate in questi ultimi anni fra cui quella di “Ecosistema urbano” del 2019, redatta da Legambiente e Ambiente Italia, nella quale Catania è ultima in classifica tra tutte le città osservate, oltre che per la cattiva gestione dei rifiuti e della depurazione delle acque, anche per la totale mancanza di strategie in tema di mobilità sostenibile.
Un città dunque “insostenibile” sotto il profilo ambientale a causa di inerzia o di politiche scorrette messe in campo da chi ha avuto la responsabilità amministrativa della città fino ad ora. Adesso siamo stati catapultati improvvisamente in una emergenza sanitaria di dimensioni catastrofiche e Catania sembra essere del tutto impreparata ad affrontare tutte le problematiche consequenziali connesse, quali ad esempio il distanziamento sociale necessario per contenere la pandemia causata dal Covid-19. La città è impreparata anche perché non ha neanche avviato la programmazione relativa alla mobilità in ambito urbano prevista dai Piani Urbani della Mobilitá Sostenibile (Cd. PUMS), sebbene obbligatoria per legge. Non ha nessun piano d’emergenza per nessun tipo di catastrofe naturale e nessun piano riguardo a questa attuale emergenza.
E’ arrivato il momento di cambiare rotta per salvaguardare la salute collettiva.
In aiuto alla attività dei sindaci di tutta Italia è stato stilato, dagli esperti del direttivo nazionale di Legambiente, un elenco costituito da cinque azioni concrete per ripensare la mobilità durante e dopo la pandemia.
A questo proposito il circolo Legambiente di Catania chiede al Sindaco e all’amministrazione comunale di prevedere misure straordinarie, da attuare in tempi brevissimi, infatti la “fase due”, in cui si prevede un inizio delle attività lavorative e sociali, sarà attiva tra circa due settimane.
Nel contesto della città di Catania riteniamo sia urgente attuare delle misure che garantiscano una maggiore sicurezza sui mezzi pubblici da realizzarsi attraverso l’aumento della frequenza delle corse e modificando gli orari in base alle attività lavorative.
Servirà ampliare lo spazio urbano dedicato ai pedoni, alle biciclette, a tutti quei mezzi che rientrano nell’ambito della micro-mobilità individuale, per consentire un adeguato distanziamento sociale tramite strategie che soprattutto non creano l’inquinamento atmosferico ritenuto concausa della diffusione e delle morti da Covid-19.
Riteniamo sia opportuna una maggiore implementazione della condivisione di mezzi di trasporto elettrici anche coinvolgendo aziende private, prevedendo anche degli incentivi per la rottamazione delle vecchie automobili e l’acquisto di mezzi più sostenibili.
Di conseguenza sarà anche urgente eliminare tutte le più di 2000 auto che sono abbandonate da anni in centro storico e che sono la causa di un grave danno ambientale. Inoltre si potranno prevedere azioni per disincentivare l’ingresso delle auto in città e la creazione di zone 20 o 30 (limite di velocità dei veicoli) al fine di mettere in sicurezza la mobilità di pedoni e di ciclisti. Il coinvolgimento dei mobility Manager, sia del Comune che delle aziende, diventa fondamentale per riorganizzare lo smart working ed un più razionale trasporto casa-lavoro.
Legambiente Catania organizzerà nei prossimi giorni un’ assemblea online aperta a tutte le associazioni del territorio ed a tutti i cittadini per individuare le linee strategiche di azione da attuare nell’immediato. Nell’occasione verrà creato un documento condiviso da sottoporre all’amministrazione comunale per avviare concretamente azioni da realizzare nel più breve tempo possibile.
Annamaria Pace Vice presidente Legambiente Catania.
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Testo lettera al sindaco:
Al Sindaco di Catania
Salvo Pogliese
Catania, 16 aprile 2020
Carissimo Sindaco,
avete, in questi drammatici giorni, giustamente sostenuto come Sindaci, scrivendo al
Governo, che senza Comuni l’Italia crolla, chiedendo un decreto “Cura Città”, dopo quello “Cura
Italia”. Senza i Comuni l’Italia non si muoverà, neanche gradualmente, come pure tutti speriamo
accada dal prossimo mese di maggio. Soprattutto non riusciremo a muoverci in sicurezza,
possibilmente inquinando e ammalandoci un po’ meno. Senza un impegno di tutti, cittadini,
Sindaci, società di trasporto e Governo, presto le nostre città rischieranno di riempirsi nuovamente
di auto e l’aria autunnale di inquinanti, gli stessi di prima.
Un momento eccezionale come quello che stiamo vivendo ha bisogno di risposte altrettanto
eccezionali e dovremo arrivare pronti all’appuntamento delle prossime settimane. Per questo Le
proponiamo, così come ad altri suoi colleghi, alcune sfide per la “riapertura”, tutte concrete e
attuabili nell’arco di pochi mesi, a risorse relativamente contenute e alcune già disponibili, perché si
tratta di attuare provvedimenti già contenuti in Leggi dello Stato. L’importante sarà avere idee
chiare per affrontare la fase in cui le città si rimetteranno in moto, con progetti semplici e
praticabili, perché il dopo non sia più come il prima.
1. Sicuri sui mezzi pubblici. Lo sappiamo, le persone avranno paura a prendere bus e treni, tram e
metro per timore del contagio. Dobbiamo fare in modo, mano a mano che le città ricominceranno a
muoversi, che i mezzi pubblici siano in grado di garantire distanze di sicurezza. Si dovranno
programmare con attenzione le corse, bisognerà ripensare anche gli orari della città per evitare
congestione e traffico nelle ore di punta. Sarà fondamentale un continuo e attento monitoraggio, sia
dei mezzi che delle stazioni, dove si dovranno introdurre controlli e tornelli per contingentare gli
ingressi, oltre a garantire una quotidiana sanificazione. In Spagna il Governo ha stabilito l’obbligo
di mascherine sui mezzi pubblici e ha garantito la distribuzione di oltre 10 milioni da distribuire
nelle stazioni principali. Per fare tutto questo ci vogliono risorse. In parte il governo ha risposto,
ma è evidente che non basta perché le aziende pubbliche hanno bisogno d’investimenti e già
soffrono per la riduzione di introiti da biglietti dovuta a questi mesi di stop.
2. Più persone in bici e percorsi ciclabili nuovi. La bici è il mezzo che permette il migliore
distanziamento: per cui è ora il momento di realizzare percorsi ciclabili temporanei (con segnaletica
orizzontale e verticale) lungo gli assi prioritari e le tratte più frequentate, riservando lo spazio per
poi dotarli di protezioni e passaggi esclusivi mirando a trasformarli nei mesi successivi in vere
ciclabili. È la soluzione che stanno praticando tante città in giro per il mondo: a Montpellier con una
striscia di vernice e cordoli di protezione con conetti provvisori; a Berlino allargando le piste
ciclabili con nuove strisce laterali. Stesse misure decise a Bogotà, come a Vancouver, a New York
come a Boston e Parigi. In Nuova Zelanda il Governo ha deciso di finanziare queste misure da parte
dei Comuni. Questi interventi sono a costo quasi zero e le risorse per realizzare vere ciclabili ci
sono: nella Legge di Bilancio 2020 sono stati stanziati 150 milioni di €uro per il co-finanziamento
di percorsi ciclabili urbani. Cosa aspetta il Ministero delle Infrastrutture a emanare il Decreto che
fissa i criteri per l’erogazione dei fondi? Intanto però i Comuni si possono preparare, in modo da
avere progetti seri da candidare e un piano da cui “si evinca la volontà di procedere allo sviluppo
strategico della rete ciclabile urbana”, come sottolinea la Legge, in modo che nel 2021 possano
partire i cantieri. E che si tratti di reti ciclabili fatte bene, magari copiando il format della
Bicipolitana di Pesaro e replicandolo ovunque.
3 Rafforzare la sharing mobility. Le più efficienti alternative all’auto privata in città, per chi non
vorrà prendere i mezzi pubblici, dovranno diventare tutti i mezzi in sharing: auto (meglio
elettriche), bici, e-bike, scooter elettrici e monopattini. I Comuni dovranno stringere accordi con le
imprese per avere più mezzi e in più quartieri, a costi molto più contenuti. Serviranno risorse, ma
il servizio potrà avere grande successo e in parte ripagarsi. In ogni caso saranno soldi ben spesi
quelli per potenziare il servizio (con controllo, sanificazione e ridistribuzione dei mezzi nelle
diverse ore e luoghi della città) perché avremo offerto mobilità sostenibile a buon mercato a milioni
di cittadini.
4 Aiutare i cittadini a rottamare l’auto e scegliere la mobilità sostenibile. Qui i Sindaci devono
farsi sentire, perché le risorse ci sono! Cosa aspetta il Ministero dell’Ambiente a mettere a
disposizione i fondi per “Programma Buoni di mobilità” previsti dal Decreto Clima approvato a
dicembre scorso? Sono previsti 75 milioni per il 2020 e 180 milioni di €uro per le annualità
successive. Si tratta di 1.500 €uro alle famiglie che rottamano una vecchia auto che non può più
circolare (Euro3 o più inquinante) oppure 500 euro per un vecchio ciclomotore, per acquistare
abbonamenti, e-bike e sharing mobility. Si potrebbe così subito dimezzare la spesa media per i
trasporti per 250 mila famiglie italiane (3.500 €uro all’anno secondo l’Istat).
5. Più smart working. L’esperienza di queste settimane ha dimostrato che il modo di lavorare può
cambiare, riducendo spostamenti e organizzando riunioni a cui partecipare on-line, permettendo alle
persone di sprecare meno tempo in auto o sui mezzi pubblici. Ai Sindaci chiediamo di spingere
questa prospettiva per riorganizzare il lavoro dell’amministrazione pubblica e di aiutare tutte le
attività che scelgono di andare in questa direzione. Serviranno risorse, ma soprattutto idee nuove
e andrà coinvolto il Governo, ma esistono tutte le possibilità per premiare con vantaggi fiscali sia
le aziende che i lavoratori che decideranno di puntare su soluzioni innovative di smart working e
mobility management di comunità. Ad esempio i vantaggi fiscali di cui oggi beneficiano le auto
aziendali possono essere estesi anche a mezzi e investimenti organizzativi per il lavoro a distanza, ai
mezzi pubblici, alla condivisione e alla mobilità elettrica o muscolare in tutte le sue forme.
Caro Sindaco, da questa vicenda il mondo ne uscirà cambiato. Noi pensiamo che le nostre
città possano essere un fantastico banco di prova per dimostrare che si può cambiare il mondo in
meglio, sperimentando le vie green verso nuovi modelli di sviluppo.
Interveniamo subito sulle misure che hanno una valenza sanitaria e ambientale al tempo
stesso, che diano risposte cioè alle regole imposte dal Covid-19, ma sappiano anche proporre
soluzioni sostenibili che riducano le emissioni di gas serra e facilitino la vita e la mobilità delle
persone. Con queste 5 misure milioni di lavoratori, studenti e famiglie potranno muoversi da subito
in maggiore sicurezza e libertà.
Per questo Vi diciamo, a Lei e ai suoi colleghi, non vi limitate all’ordinario, non restituiteci
le vecchie città. Il vostro mestiere richiede visione di futuro, soluzioni inedite, capacità di guidare la
comunità verso frontiere nuove. E oggi, che tutti abbiamo sperimentato una condizione eccezionale,
non c’è momento migliore per osare lo straordinario. Insieme ce la possiamo fare.
Viola Sorbello
presidente del circolo Legambiente – Catania
Gianfranco Zanna
presidente di Legambiente Sicilia.
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