di Ignazio De Luca e Marco Benanti
“Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione”. Questo aforisma di James Russell Lowell, sarà stato l’ispiratore dell’azione politica dell’onorevole Basilio Catanoso, alle amministrative di San Giovanni La Punta?
Sembrerebbe proprio di dover dare positivo riscontro al russelliano aforisma. Non si spiegherebbe altrimenti, il “carpiato doppio salto mortale” del Parlamentare acese, quando nel 2002 con l’interpellanza numero 4-03998, riprodotta in foto, alla Camera dei Deputati, riferiva che “pochi anni fa il consiglio comunale di San Giovanni La Punta era stato sciolto per infiltrazioni mafiose riconducibili al clan “Laudani”.
Riferiva altresì che “il Consiglio di Giustizia Amministrativa aveva annullato l’elezione a sindaco di Santo Trovato, (toh! Anche allora, Santo Trovato)”coindagato con l’imprenditore Sebastiano Scuto, attualmente agli arresti, nei processi che hanno dato corpo, al “Caso Catania“, disponendo la ripetizione del turno dì ballottaggio”. (Ricordiamo che Scuto è ancora sotto processo, in appello, per le connessioni mafiose, mentre è stato assolto per altri procedimenti).
Concludeva nel 2002, l’onorevole Basilio Catanoso, fino a spingersi e auspicare lo scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose, addirittura con una sorta di “pressing”, insisteva a che: “la Prefettura di procedere con la massima sollecitudine alla bonifica delle istituzioni locali del comune di San Giovanni La Punta”.
Ci impressiona grandemente la chiesta “bonifica delle istituzioni locali”! Del resto l’onorevole Catanoso, imprenditore agricolo, appropriatamente usa il termine “bonifica”, intendendo con essa lo “sterminio” da inquinamento mafioso.
Ora ritornando all’aforisma di apertura articolo, siccome l’onorevole Catanoso, non è, né morto né stupido, in occasione delle amministrative di domenica e lunedì prossimi, ha ordinato ai suoi
(Bertolo) di appoggiare al ballottaggio del 14 e 15 giugno prossimi “il coindagato Santo Trovato” in corsa per la poltrona puntese contro Nino Bellia.
Ora in un paese normale, non solo questioni di opportunità politica, di decenza e decoro delle istituzioni, obbligherebbero il politico paladino a correre a nascondersi, ma solo col buon senso e senza alcuna norma, mai Santo Trovato, coinvolto pesantemente, ma non condannato, in vicende penali di rilevante allarme sociale, potrebbe essere in lizza per la poltrona di sindaco di un comune di 23 mila abitanti.
Tanto più se lo stesso Santo Trovato viene descritto nella sentenza numero 39911 del quattro giugno 2014, contro Scuto Sebastiano e Castro Orazio, della Corte di Cassazione come “candidato (sindaco) sostenuto anche dal clan Laudani, mediante regalia di buoni spendibili nei supermercati Despar”.
Appare patetico lo sventolìo d’incensuratezza, insomma, del casellario penale intonso, che Santo Trovato mostra ai suoi concittadini in questo periodo.
Il 26 gennaio del 1989, Paolo Borsellino affermava che non basta che un politico non sia stato condannato dalla Magistratura, per essere candidato. Insomma c’è un giudizio etico che va oltre le sentenze
In tutto questo non possiamo non ricordare e biasimare che a San Giovanni La Punta, più di 2000 cittadini, al primo turno hanno votato Santo Trovato, non curandosi che se il mercato politico puntese trovasse le contorte alchimie per avere come sindaco uno comunque “chiacchierato”, rilancerebbero il paese indietro nel tempo: magari ai tempi bui quando San Giovanni La Punta era sinonimo di comune mafioso?
I Puntesi per bene, quelli che non votano chicchessia per un buono della spesa o un buono benzina di 10 euro, si rechino in massa a votare, solo così potranno scongiurare il rischio di un eventuale commissariamento delle Istituzioni cittadine.
Per conto nostro, nella malaugurata ipotesi che i Puntesi spostassero le lancette dell’orologio di tre lustri, vigileremo con la lente di ingrandimento l’attività amministrative del nuovecchio sindaco, e, una promessa gli vogliamo fare: stia in campana ché siamo specialisti a scoprire il marcio delle carte. Promesso.