Cronaca, violenze di genere, associazione Sen (acronimo di Stefania Erminia Noce): “circa il riparto dei fondi stabilito nella Conferenza Stato- Regioni”


Pubblicato il 07 Agosto 2014

Intervista al sodalizio nato in memoria della giovane militante di sinistra e attivista in prima linea per i diritti delle donne, morta di femminicidio il 27 dicembre 2011.

de la Iena Amalia

L’associazione Sen, da anni promuove iniziative ed eventi di sensibilizzazione contro la violenza di genere.

D. Qual è il vostro giudizio circa la “sorpresa” nel riparto dei finanziamenti della Conferenza Stato-Regioni in conseguenza della quale verranno devoluti esigui fondi per le attività dei centri antiviolenza storici e delle Case Rifugio?

R.:la ripartizione dei fondi sembra non andare nella giusta direzione. È stata fatta in maniera del tutto scorretta, poiché il grosso dei fondi sarà gestito dalle Regioni mentre i centri antiviolenza e le Case Rifugio si ritroveranno con risorse quasi inesistenti per poter fare fronte alle spese necessarie per le attività. L’unico nostro auspicio è che un simile problema sociale non diventi motivo di speculazione economica da parte delle istituzioni.

D. La vostra valutazione delle prime sedute del processo d’appello relativo all’uccisione di Stefania nel quale, è importante ricordarlo, voi vi siete costituiti come parte civile?

R.: abbiamo chiesto di costituirci parte civile durante la prima udienza del processo, ma la richiesta è stata rifiutata poiché non ci era consentito per via della normativa, che lo permette solamente agli organi attivi già prima degli accaduti. Ciò però non ci impedisce di essere sempre presenti, soprattutto per dare il nostro sostegno alla famiglia di Stefania. Per quanto riguarda le prime sedute del processo d’appello, crediamo che i periti nominati dalla Corte siano stati del tutto inadeguati, soprattutto il Dott. Francesco Bruno che, oltre ad avere fatto in passato delle dichiarazioni del tutto contrastanti con il pensiero di Stefania, sembrava palesemente difendere il suo assassino.

D. Quali sono le principali iniziative che avete in programma in relazione alle prossime tappe del processo e al terzo anniversario dell’uccisione di Stefania?

R: in relazione alle tappe processuali, noi ci muoviamo di volta in volta organizzando dei sit-in davanti il Tribunale in collaborazione con altre associazioni, che insieme a noi sono SEMPRE state presenti. Per quanto riguarda gli anniversari dell’uccisione di Stefania, il nostro obiettivo è quello di ricordarla promuovendo serate con buona musica e durante le quali si dibatterà sulle tematiche sociali a lei care; un po’ come abbiamo fatto l’anno scorso, organizzando tre serate dedicate precisamente alla figura femminile, al tema della guerra e a quello dell’immigrazione.

D. Notizia negativa: aumentano i femminicidi, notizia positiva: aumentano le denunce circa le violenze contro le donne. Un bilancio ancora molto negativo. Perché sempre “contro le donne”?

R.: sono le istituzioni, la società e i media che sembrano andarci contro, è come se tendessero a giustificare questo scempio a danno delle donne, sostenendo che tutto ciò viene compiuto per follia, gelosia o perché è la donna a cercarselo. Questo perché, nonostante la frequenza di femminicidi e donne maltrattate e violentate, non viene dato il giusto peso al problema che è la violenza di genere ed anche il femminicidio, in quanto questo fenomeno non viene concepito come una violazione della donna in quanto tale.

D. Se doveste riscrivere “Dalla parte delle bambine” quale sarebbe il messaggio di fondo che secondo voi dovrebbe avere un testo riscritto nel 2014?

R.: si dovrebbe sottolineare il fatto che l’emancipazione femminile, prima di riguardare il lavoro e l’indipendenza economica, è innanzitutto un fattore psicologico dovuto all’eliminazione degli stereotipi che ruotano intorno alle donne. E dobbiamo essere proprio noi donne in primis a liberarcene, per poter fare in modo che vengano eliminati anche dalla società che ci circonda per essere realmente libere di essere donne.

D.Le politiche delle istituzioni? Le politiche della politica? Voti e giudizi.

R.: procedono a passi troppo piccoli per poter affrontare il problema in maniera adeguata, anche perché vengono adottati sistemi e misure inadeguati e perché, come detto pocanzi, non viene dato il giusto peso al problema.


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