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Cronaca “Vita da Cani”: a proposito di appalti alla “Novaentra” e delle splendide aggiudicazioni solitarie Marca “Liotru”
Pubblicato il 18 Aprile 2014
di Ignazio De Luca Iena investigatrice
A proposito dei nostri articoli sulla “Vita da cani” e sul sequestro giudiziario delle strutture gestite dalla NovaEntra,oggi abbiamo letto un rassicurante(?) comunicato stampa del Comune di Catania, che recita: ” dopo il sequestro del sito da parte dell’Autorità Giudiziaria, – ha detto l’assessore all’Ecologia Saro D’Agata- questa stessa ha nominato custode giudiziario del canile un dirigente del Progetto Animali e randagismo della Direzione Ecologia del Comune di Catania. L’Amministrazione Bianco ha ereditato dalla passata gestione la convenzione con il canile di San Giovanni Galermo che è un canile privato e non comunale. “Concordiamo con l’assessore D’Agata come l’amministrazione Bianco abbia ereditato questa e altre grane dalla sindacatura Stancanelli, ma noi, “cani guardiani” inascoltati, in tempi non sospetti, prima su Sud Press e poi su LinkSicilia, sin da ottobre 2013, avevamo messo in guardia la nuova amministrazione su alcuni strani affari appaltizi messi su dalla direzione Ecologia e Ambiente del comune di Catania, tirando in ballo la Puntese Diesel, la NovaEntra e la IPI – OIKOS .Abbiamo scritto, su LinkSicilia, anche del generosissimo e super illegale risarcimento riconosciuto alla Parcheggi Europa. Il tempo ci sta dando ragione, perché sulle vicende elencate, sulle prime tre è intervenuta la Magistratura e ancora non è finita.
Invero ci lascia basiti, quando l’assessore informa che l’Autorità Giudiziaria” ha nominato custode giudiziario del canile un dirigente del Progetto Animali e randagismo della Direzione Ecologia del Comune di Catania.”Ovvero il dottore Rosario Puglisi”. A noi, che abbiamo letto centinaia di pagine riguardanti atti della direzione ecologia, questa nomina la potremmo paragonare a cosa? Forse a quella conferita a Dracula come amministratore delegato della “banca del sangue”?
Anzi, molto inquietanti e frastornanti ci sembrano le dichiarazioni del dottore Puglisi che di seguito riportiamo:”per quanto riguarda le procedure di affidamento dell’appalto- precisa Rosario Puglisi dirigente della direzione Ecologia e del Progetto animali- furono avviate nel 2012 a seguito della revoca unilaterale nel 2011 da parte della Provincia Regionale di Catania, che gestiva allora il servizio. La Provincia si avvaleva di alcuni canili accreditati, tra cui la Nova Entra associazione con canile regolarmente autorizzato ed iscritta nell’albo Regionale delle associazioni classe A, che già allora ricoverava circa 500 cani del comune di Catania, per i quali venivano riconosciuti € 2,50 per cane al giorno.Nelle more di affidare- ha continuato Puglisi- il servizio mediante asta pubblica, procedura che prevede un iter piuttosto lungo, data l’urgenza di regolarizzare il rapporto con i canili, che nel frattempo continuavano a mantenere ricoverati i cani del comune, fu scelta una procedura più celere che è la trattativa privata multipla. La procedura legittima prevista dal codice degli appalti riguardava il ricovero di almeno 600 cani allo stesso prezzo base di € 2,50 praticato dalla Provincia sin dal 2009, a fronte di un tariffario Regionale di € 3,50 per cane di taglia piccola al giorno risalente al 2007. Non sorprende quindi che il ribasso sia stato soltanto dello 0,1% e che abbia partecipato solo un canile, atteso che già nel 2011 gli stessi avevano chiesto alla Provincia un aumento della tariffa a € 3,50. Ovviamente la stessa situazione si è riproposta nella successiva asta pubblica con pubblicazione del bando a cui potevano partecipare anche canili di altri comuni e/o regioni, in cui il ribasso d’asta si è dimezzato allo 0,05%”.Chiediamo scusa per aver dovuto riportare integralmente lo “spot dichiarativo” del dottor Puglisi, ma è stato necessario per confutare le insussistenti giaculatorie del dirigente.
La Provincia si avvaleva di alcuni canili accreditati, perché pur in piena emergenza, si punta solo sulla NovaEntra, che già ricoverava 500 cani del comune di Catania? Non sarebbe stato più razionale parcellizzare in più strutture il servizio? Ma i canili raggiungono la loro massima lunghezza quando a proposito della successiva asta pubblica dichiara che avrebbero potuto partecipare canili di altri comuni e o Regioni.Mente sapendo di mentire? Nel solco della tradizione imperante alla direzione ecologia da alcuni lustri che se per forza si deve fare un bando pubblico, ebbene che questo sia confezionato su misura per essere aggiudicato alla ditta prescelta? Abbiamo capito bene o forse è solo una straordinaria coincidenza? Questo è quanto accade qui, infatti all’art. 3 del bando di gara, tra i requisiti minimi per la partecipazione ve ne sono due che può possedere solo la NovaEntra!1) Chi partecipa “deve essere in possesso di canile munito di regolari autorizzazioni rilasciate dal Comune e dall’ASP competenti territorialmente.2) “Il concorrente deve essere in possesso di un numero di box o posti cane tale da consentire il ricovero di n.ro minimo di 600 animali..”Esiste sul territorio solo una struttura con le caratteristiche di cui ai numeri 1 e 2.La NovaEntra!Tra l’altro abbiamo anche dimostrato in “vita da cani 1″ che ” le regolari autorizzazioni” rilasciate alla NovaEntra sono autenticamente taroccate.
Se tutto quanto sopra sembra poco e non lo è, il colpo di scena finale lo abbiamo riservato per il finale di questo articolo che certamente dovrà avere un seguito in altre sedi.
Il consiglio di amministrazione della NovaEntra ha annoverato, con la carica di vice presidente, dal 28 aprile 2012 al 29 luglio 2013, la signora Inserra Elena nata a Tripoli il nove ottobre 1961. Ci risulta che da anni la vice presidente, per 15 mesi e un giorno, della NovaEntra, impresa in convenzione col comune di Catania, sia essa stessa dipendente del comune di Catania, al momento della stipula della convenzione milionaria. Presta servizio come amministrativa presso il corpo di polizia municipale. Così a colpo d’occhio ci sembra essere stato un conflitto gigantesco. Anche il posto impiegatizio occupato, per i frequenti interventi istituzionali della polizia municipale, sembra strategico e incompatibile per una socia di un impresa in affari col Comune di Catania.
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