di Ignazio De Luca
Correva il 30 settembre 1994, nella casa circondariale di Reggio Calabria, dove il collaboratore di giustizia, Rosario Scuto, detto “Puccio” uomo d’onore della famiglia Santapaola, è sottoposto ad interrogatorio condotto dal Sostituto, dottor Michelangelo Patanè. Scuto faceva parte del gruppo di malviventi, capeggiato da Sebastiano Sciuto, che controllava la zona dell’Acese
Scuto – “Questo famoso Vecchio, me l’ha presentato Saretto Maugeri, il comandante dei vigili urbani di Acicatena, che mi ha riferito che sto Vecchio doveva fare un lavoro ad Acicatena.”
Sostituto Patanè – “quanto paga al mese l’ingegnere Vecchio?”
Scuto – “ottocentomila lire “
Sostituto Patanè – ” ma da quanto tempo paga”?
Scuto – ” questo paga da due anni dal ’91, ’92 e continua a pagare fino ad oggi. Puntualmente”
Sostituto Patanè – ” come è stato convinto a pagare?”
Scuto – “convinto? No, è stato lui stesso volontariamente tramite il comandante dei Vigili, voleva protezione prima che gli succedeva qualcosa, sapeva che ad Acicatena c’era il giro dell’estorsione”
A seguito delle dichiarazioni del collaborante Scuto, l’ingegnere Andrea Vecchio, attualmente parlamentare e componente della Commissione Nazionale antimafia, fu convocato dalla squadra Mobile e lì in un primo tempo negò tutto, ma desistette allorquando il 12 gennaio 1995, presso il Commissariato di Acireale ammise di essere stato estorto.