di Marco Pitrella
È Roberto Saviano l’aglio che tutto il web ruttare fa.
Non poteva che essere lui ad intervenire sui funerali di Casamonica: “La chiesa Don Bosco rifiutò i funerali a Welby – (nel 2006 si spense per eutanasia, ndr) – e ieri ha accolto i funerali del capoclan”, ha scritto il vate della Campania felix.
L’occasione fa Saviano ladro (del resto la Cassazione l’ha condannato per aver “copiato” tre articoli su Gomorra) e il terreno per l’intervento di Robbberto è perfetto: c’è mafia capitale (il pane quotidiano dell’antimafffia), tutta un bluff e come ha sottolineato Pennacchi (il fascio comunista) “so quattro spicci”. Mentre per alcuni Procuratori della Repubblica, meno legati al marketing “magistrAle”, quella di Roma tutto sarebbe fuorché mafia. (La mafffia, in fondo, siciliana è).
Infine, a completare il funéreo dipinto di Saviano, c’è l’attacco alla chiesa sapientemente costruito facendo leva sul ventre molle dell’italiano medio (attraverso il paragone con Welby, appunto) subito pronto confondere laicità con anticlericalismo.
“Ma giudica Dio, non la politica”, ha detto giustamente il parroco che i funerali ha celebrato.
E Dio disse “non rubare & non uccidere”… vero è.
E quindi? a Welby, morto per eutanasia, i funerali no e a Casamonica, capoclan, sì? Sì, è la risposta della chiesa che le sue buoni ragioni dottrinali avrà avuto. I fedeli obbediscano e non son problemi d’atei questi.
Il funerale folkloristico sulle note del padrino suonato, tra l’altro, all’esterno della chiesa si commenta da se… nulla d’illegale c’è stato. Le parole di Saviano diventano fuffa e nella più.
Ma tempi suoi – e “dell’Italia che diventa Sicilia”, profetizzò Sciascia – sono, purtroppo… quei tempi a cui Papa Bergoglio farebbe bene a non adeguarsi se non vuol passare alla storia come il Gorbaciov del cattolicesimo.
Tempi in cui è il pensiero unico, misura dell’indignazione collettiva (di cui Saviano è sacerdote), a stabilire cosa sia buono e cosa sia giusto”. La tanto sbandierata indignazione appare davvero incomprensibile, e piuttosto che ascoltar miserevoli lezioncine morali, preferisco usare il “libera chiesa in libero stato”. Il Vaticano non è un appendice del Quirinale e le chiese non sono succursali delle Prefetture.
La suddetta polemica sui funerali somiglia tanto all’arrogarsi il diritto d’aprire il frigorifero in casa d’altri senza chiedere permesso.
Pur non avendo il dono della fede “credo” nella chiesa, mater et magistra, che la parola di Dio esprime. E peccato mortale, per la chiesa, aborto & eutanasia sono e all’orizzonte – a salvaguardia dell’autentica laicità – nessun crociato combatte il libero arbitrio.
Allora buonanima di Casamonica. Sì, buonanima. Perché nello spirito cristiano spetta al Signore separare il migliore dei diavoli dal peggiore degli angeli; sarà compito dei “liberi e forti”, invece, non portare alcun fiore sulla tomba del boss… anche così sarà reso omaggio alla memoria degli onesti (e di Welby).
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