Cronache Antimafiose: Fava contro “Iblis” Lombardo, che gli ricorda l’appoggio al ballottaggio del ’93. Ma insomma a Catania chi è quell’Ufo che non ha avuto rapporti con “Iblis”?

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di iena anti antimafiosa marco benanti

Sono tanti quelli che a Catania (e non solo) a Lombardo sono andati a cercare quando non a corteggiare; e sempre una certa Catania quella di cui si sta parlando, quella che è sempre pronta a palesare certa superiorità morale. Nella sua splendida palude. Che odora non di bucato, ma di tanfo.

Allora che disse Lombardo? Replicò al figlio di Giuseppe Fava che in appendice ad un articolo su LaSicilia sul voto di scambio a Termini Imerese sostenne – come scritto in una nota dall’ex presidente delle Regione – che «Nello Musumeci non (deve) accettare assessori imposti da Lombardo, anche qualora fossero specchiati, (quello) sarebbe uno scandalo”. «Un po’ monotoni e ripetitivi i sentimenti di Fava nei miei confronti – scrive Lombardo -, per cui gli rispondo con le stesse parole, sempre attuali, con cui il 21.4.2011 replicai ad una sua nota del giorno prima».
 

«Sarà un’omonimia? Mi chiedo chi è il Claudio Fava che sull’Unità di sabato mi ha dedicato due note non proprio elogiative circa le mie presunte collusioni mafiose e lo “spregiudicato sistema di clientele e di affari”. Se si tratta di quel tizio che nel ’93 sostenni contro Enzo Bianco, al ballottaggio per la sindacatura di Catania o meno. A perorare la sua causa era stato il suo sponsor di allora nonché fondatore della dimenticata Rete, Leoluca Orlando. Ma nonostante le “poderose clientele”, “i voti scambiati coi favori”, il presumibile coinvolgimento della mafia e chissà quante altre nefandezze (ero reduce da uno strepitoso successo elettorale: nel ’91 avevo raddoppiato le preferenze delle regionali del 1986 raggiungendo quota 65mila e lambendo la vetta allora tenuta dall’imbattibile Rino Nicolosi, presidente della Regione in carica), Fava per poco non ce la fece e prevalse il “mitico Enzo Bianco”. Si tratta della stessa persona?

E però dopo quel ’93 quel giovane di belle speranze fece carriera in virtù non del nulla o dei danni che ha fatto in politica, ma per unico merito che possiede, non certo legato alle sue qualità o al suo impegno: il cognome che porta e che ricorda il sacrificio del padre Giuseppe, eroico giornalista che osò rivelare l’intreccio tra affari, mafia e politica e fu assassinato da vile mano mafiosa.

A proposito della sua gloriosa carriera, comunque, va ricordato l’apporto non irrilevante che il Fava, allora segretario regionale dei Ds nominato da Veltroni, assicurò alla caduta del governo presieduto dal compagno di partito Angelo Capodicasa…».

«Questo scrivevo nell’aprile 2011 – disse Lombardo -. Concludo precisando che non ho imposto nessuno a Musumeci che non è tipo da subire imposizioni e neppure suggestioni. Certo sarebbe bello (per Fava) condannare o imbrattare chicchessia, anche se “specchiato”. Ma non funziona così. Con cortese immeritata sollecitudine ho risposto al di lui invito a farmi intervistare sul “caso Montante” nella commissione Antimafia da lui presieduta e non mi sono associato al coro dei denigratori del de quo. Apprendo che da oggi la stessa commissione affronterà l‘argomento del rapporto mafia-politica».

«Mi si inviti – concluse Lombardo -, così potrò chiarire, più liberamente in una sede politico-istituzionale, quali e quanti voti ho ottenuto dalla mafia in (s)cambio di quali favori e il resoconto potrà essere trasmesso (anche) al Presidente Nello Musumeci.

Il figlio di Giuseppe Fava su Facebook rispose: «C’è sempre dietro l’angolo un imbecille disposto a dire (sottovoce, per carità, perché un po’ si vergogna pure lui…) che Claudio Fava è uno che ha fatto carriera perché 35 anni fa gli hanno ammazzato il padre. Gli imbecilli si compatiscono, e si tira avanti. Ma se l’imbecille in questione si chiama Raffaele Lombardo (in attesa di giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale) e questa raffinata chiosa non la infila in una chiacchiera al bar di Grammichele ma in un delirante comunicato stampa, allora capisci che in questi trentacinque anni qualcosa di buono l’hai fatta. Se figuri come Lombardo sono ancora costretti a dileggiare i vivi e i morti, puoi dire che tu non sei vissuto invano e quei morti non sono morti invano».

Lombardo controreplicò: “Da manuale, la rabbiosa reazione del deputato Fava ad una nota nella quale avevo osato ribattere ad un suo velenoso richiamo .Il manuale dell’arroganza e del manicheismo che non tollerano replica e che vanno subiti in silenzio e senza fiatare . Prenda atto che da una decina di anni a questa parte ho affrontato tanti processi , ad oggi conclusi soltanto con archiviazioni , assoluzioni e qualche prescrizione. Si ricordi che sono abituato a rispettare tutti, i vivi e i morti, perché cosi sono stato educato e che non insulto nè gli imbecilli, nè i miserabili”.

Sipario.

Ps: a Lombardo andate a cercarlo alla luce del Sole, non di nascosto. Alla prossima.

 

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Benanti

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