Cronache catanesi, avvocati: Ordine da rinnovare, personaggi in cerca di nuova (e vecchia) notorietà


Pubblicato il 14 Dicembre 2018

di iena plebea Marco Benanti

E’ tempo di votare per l’Ordine anche per gli avvocati catanesi. Dopo i medici (che hanno “incoronato” una sorta di “componente aristocratica” di città), è la volta dei legali chiamati a rinnovare i propri rappresentanti dell’organismo di rappresentanza della categoria. Puoi essere un avvocato di sinistra, puoi essere uno di destra, puoi essere un cattolico di centro o un laico riformista, non importa: su di te, come un fascio di luce, alta e rifuggente, veglia -per il decoro, il buon funzionamento, pardon andamento della professione- il tuo Ordine professionale.

A Catania da settimane, nel sempre rilucente Palazzo di piazza Verga, si sommano e si intrecciano le trame per le liste in corsa. Che, allo stato, sono quattro: quella che fa riferimento al consiglio dell’Ordine uscente, con nomi altisonanti, insomma con una quota notevole dei Principi del foro catanese: i Giaconia, i Trantino (per parte di gentile consorte) solo per citarne alcuni. Una lista dell’ “aristocrazia” la “Di Stefano”? Si potrebbe definirla una “componente monarchica” (che potrebbe avere un buon viatico dai paralleli risultati all’ordine dei medici), visti i rapporti di forza da tempo vigenti dentro il Palazzo di piazza Verga che in tanti chiamano di giustizia.

Ma le novità sono dietro l’angolo, visti i “tempi populisti” che corrono (e che suscitano le legittime reazioni indignate -da destra a sinistra passando per il centro riformista- dei professionisti del diritto di fronte alle prospettate riforme del governo giallo-verde): ecco, allora, che ha fatto “irruzione” nella competizione ordinista una lista che secondo taluni si potrebbe collocare sul crinale politico “neogrillino” o simili. Una sorta di lista “che rompe” (gli schemi? O altro?) quella di “Azione forense” che fa parlare di sé: anche perchè per molti avvocati il termine “grillino” è al limite della diffamazione. Per ragioni ideali, di lotta ideale, per i valori e i principi, s’intende, mica per gli interessi di corporazione.

Ma per fortuna, non mancano i comunisti: in queste occasioni danno il meglio di sé. Ecco, allora, la lista di “Avvocati liberi”: sono liberi e impegnati, hanno un programma elettorale che vuole rivendicare dignità (battaglia sulla cassa forense) ed efficienza (fine del caos notifiche). Insomma, una piattaforma avanzata. Dal centro cittadino alle colline della costa jonica, con i deboli in mente, la lista comunista vuole fare la sua parte. Eppure, di questa “componente radical chic” la “lista monarchica” non pare preoccuparsi tanto: cose che capitano. Ma basta evocare i “neogrillini” per sollevare la temperatura, chissà perchè.

Chi vuole “scomporre giochi” che potrebbero sembrare già fatti? All’improvviso, dopo un tam tam di settimane (sapientemente orchestrato?) è spuntata una lista che dal suo nome appare come componente “di rottura” ma anche di continuità. Già, perchè “Oltre” vuole andare al di là di cosa? E per fare cosa? Insomma, “rottura” (di quali cose?) ma anche “in linea”, visto, esempio su tutti, la presenza dell’avv. Antoni Ciavola, che certamente il “nuovo (o il bello?) che avanza “non è, visti i suoi gloriosi trascorsi di anni e anni negli organismi di rappresentanza della categoria. Insomma, chi vuole andare “oltre” potendo contare nelle proprie file su personaggi datati come Ciavola, stimato professionista del foro, facilmente riconoscibile nelle “vasche” di Piazza Verga anche per le movenze da “dandy di stagione”.

Comunque, la competizione è aperta e promette spunti di riflessione: alla fine, si dovrebbe parlare anche dei problemi veri della giustizia.

 


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