Cronache catanesi: giudice ingiuria penalista in aula. Una storia di ordinaria arroganza


Pubblicato il 29 Settembre 2018

Nei Palazzi di Giustizia dovrebbe “comandare” la Legge. Di fatto, la sua supremazia (uguale per tutti, si racconta) sembra essere un’aspirazione: nei rapporti quotidiani dentro Tribunali e varie Corti si registra da tempo uno stato di sperequazione (ricordate la famosa bilancia della giustizia

?) fra i protagonisti dell’agire giudiziario, ovvero fra magistrati e avvocati. Non parliamo degli altri soggetti eventuali dei processi, relegati in funzione di comprimari, al massimo. E dire che -si racconta sempre- la “Giustizia è amministrata in nome del popolo”. Insomma, nei Palazzi di Giustizia il “peso” dei magistrati è nettamente superiore a tutti gli altri soggetti coinvolti nella dinamica delle procedure legali. Tante le ragioni, tantissime le manifestazioni pressocchè quotidiane. Catania non fa eccezione, anzi.

Qualche avvocato, però, ogni tanto, dimostra di avere -con i fatti e non co le parole- la schiena dritta. Quella che vi raccontiamo è proprio una vicenda dove traspare questa condizione, un’eccezione rispetto allo spirito gregario di tanti legali davanti alla toga decidente o requirente: un omaggio che va dall’inchino o quasi in occasione della promozione del “Sig. Giudice” al “rinculo” in udienza davanti alle decisioni -talora discutibili se non sbagliate- del “Presidente” o del “Sig. Pubblico Ministero”. A Catania, il 16 maggio scorso, al Tribunale dei Minorenni, si è superato anche l’ordinario nei rapporti fra giudici e avvocati: “avv. Mirone lei è un gran maleducato”, “lei è una persona aggressiva”, ripetuto per tre, quattro volte, quasi come fosse un ritornello. Il tutto in aula, davanti a numerose persone, colleghi difensori, testimoni, e tanta altra umanità che frequenta i tribunali.

A pronunciare queste parole è stata il giudice Alessandra Chierego, coordinatore dell’ufficio Gip/Gup. Cosa era accaduto? Perchè tanta animosità? Perchè simili espressioni, quasi a tentare di umiliare un professionista che fa solo il suo lavoro?

Il giorno prima l’avv. Mirone, incaricato di difendere una persona, si era recato in cancelleria per consultare il fascicolo del procedimento. “Non può, c’è una disposizione del giudice”: il cancelliere era stato inflessibile. “E’ un diritto che il codice mi riconosce” -aveva replicato il legale. Vuoi vedere che il codice di procedura penale era stato cambiato proprio quella notte? Perchè un simile divieto non è contemplato. Al rifiuto del cancelliere l’avvocato non si era perso d’animo e si era rivolto al dirigente della cancelleria. Che non aveva potuto fare altro che applicare la Legge cioè fare consultare il fascicolo all’avvocato. Dov’era finito il fascicolo? Nella stanza del giudice Chierego.

Tutto finito? Sembra un banale, ordinario episodio di cattiva amministrazione e nulla più. Ma non è andata così. Perchè il giorno dopo ecco tramutarsi il banale episodio in esplosione trabordante in aula: come? Con quelle parole di severo rimprovero (“gran maleducato”, “persona aggressiva”) ripetute per quattro, cinque volte dal giudice all’avvocato. Che aveva trasgredito una disposizione del magistrato. Lui, il legale, lucido freddo con professionalità (“mi dia spiegazione degli insulti che mi rivolge e soprattutto li verbalizzi”), l’altro, il magistrato, inflessibile e iracondo quasi perchè la manchevolezza del primo. Tutto finito? No, ma ci sono voluti due mesi e più per avere l’ufficialità del fatto e la reazione all’accaduto. Come? Ecco che la Camera Penale “Serafino Famà” di Catania ha annunciato “un’astensione collettiva dall’attività giudiziaria degli avvocati il 12 e il 13 settembre dinanzi al tribunale dei minorenni di Catania“. Una protesta decisa dopo “i gravi fatti accaduti all’avvocato e collega Luca Mirone”, si legge nel documento firmato dal presidente Turi Liotta.

“Nel corso dell’udienza camerale del 16 maggio 2018 un penalista catanese è stato pubblicamente ingiuriato dal Giudice per l’Udienza Preliminare per avere, in qualità di difensore, nell’esercizio del proprio mandato difensivo, esercitato il suo diritto di consultazione del fascicolo processuale il giorno precedente l’udienza allo scopo di verificare la sussistenza di una nullità della notificazione”, si legge ancora nella nota che la Camera Penale ha indirizzato a tutti i vertici della giustizia penale catanese, minorile e non solo, oltre ai consigli dell’ordine catanese e nazionale.

L’episodio sarebbe collegato ad alcune limitazioni che vi sarebbero al Tribunale dei Minorenni di Catania “di accesso e visione del fascicolo” da parte del difensore in prossimità della celebrazione dell’udienza. Questo al fine di acquisire la prova della regolarità della notifica. Ma “dalle interlocuzioni con la Presidenza del Tribunale dei Minorenni di Catania – scrive il presidente della Camera Penale – è emersa la scelta precisa di alcuni magistrati di subordinare la consultazione dei fascicoli processuali da parte dei difensori il giorno prima dell’udienza preliminare a specifica autorizzazione del magistrato assegnatario”. Una “regola” della limitazione che per la Camera penale rappresenta “una illegittima e inaccettabile compressione e violazione del diritto di difesa”. Oltre ” a una violazione di una norma processuale tutelata anche dalla Costituzione”. “Il diritto di difesa è sacro e inviolabile e il suo esercizio non può essere subordinato al volere del magistrato”-si aggiunge.
Passano pochi giorni ed ecco “scoppiare la pace” (o almeno si potrebbe pensare così leggendo quanto segue”). Al termine di un incontro fra i protagonisti della vicenda, il presidente del Tribunale dei Minorenni Maria Francesca Pricoco e il presidente della Camera Penale l’avv. Turi Liotta, si giunge a questa nota:

“il rapporto tra questo Tribunale e l’Avvocatura è stato sempre improntato al rispetto reciproco e all’attenzione massima ai diritti della difesa e al compito professionale dei difensori in un clima di riconoscimento della parità dei ruoli, di reciproca e leale collaborazione. Questa la premessa di una nota firmata dalla presidente del Tribunale dei Minorenni, Maria Francesca Pricoco. Che chiarisce rispetto a quanto riportato nella delibera della Camera Penale non “aderenti alla realtà”.

In particolare sulla consultazione dei fascicoli da parte dei difensori il giorno prima dell’udienza, la Presidente Pricoco precisa che “non è necessaria un’autorizzazione da parte del giudice”, ma si tratta di un semplice fatto logistico. “Quando il fascicolo è nelle disponibilità del magistrato – scrive la Pricoco – ed in genere è riposto nel suo ufficio per lo studio e la preparazione dell’udienza, la consultazione, a semplice richiesta del difensore e previa informazione del magistrato che sta esaminando il medesimo fascicolo, dovrà avvenire mediante accesso nell’ufficio del magistrato e prelievo del fascicolo ad opera del personale di cancelleria”. E inoltre aggiunge che “non sono mai stati adottati provvedimenti preclusivi o limitativi dei diritti dei difensori, tra cui quello di visionare il fascicolo prima dell’udienza”.

Dalla Presidente Pricoco si aggiune altresì che “quest’ufficio mai fino ad oggi aveva ricevuto lagnanze scritte, o in via informale, riguardo al tema in oggetto e la circostanza, relativa comunque ad un caso specifico, resa pubblica prima di un chiarimento costruttivo e risolutivo con l’Avvocatura, è stato motivo di grande amarezza e dispiacere”. Nonostante questo la magistrata scrive che “sarà cura di questa Presidenza assicurare la massima vigilanza in un clima di collaborazione e scambio costruttivo con l’Avvocatura”. Non solo, ma la Presidente Pricoco descrive il finale della riunione fra i protagonisti della vicenda:

“l’incontro si è concluso con una sentita stretta di mano tra quest’ultimo e il coordinatore dell’ufficio Gip/Gup, che ha comprovato lo spirito di stima e rispetto reciproco tra questo Tribunale e l’Avvocatura”.

Dello stesso tono la nota giunta dalla Camera Penale al termine del confronto.L’associazione forense “manifesta apprezzamento per le scuse giunte in data 21 luglio 2018, da parte del magistrato nei confronti dell’avvocato Luca R. Mirone, per i fatti accaduti in data 16 maggio 2018. Manifesta, altresì, soddisfazione ed apprezzamento, per l’impegno preso dal Presidente del Tribunale per i minorenni di assicurare massima vigilanza, anche mediante l’emissione di disposizioni di maggior chiarezza, affinchè episodi come quelli che hanno dato origine all’odierna vicenda non si verifichino più”.

Al di là delle rassicuranti parole, è andata veramente così? Sembra che non sia andata davvero così, sta di fatto che il 27 luglio il Presidente del Tribunale dei Minorenni Francesca Pricoco ha reso noto quanto segue:

“Con riferimento alla materia in oggetto, d’accordo con il magistrato coordinatore dell’Ufficio GIP/GUP e sentiti i magistrati, raccomando alle SS.VV. di mantenere la prassi consolidata presso questo tribunale, che corrisponde al dettto di legge, di garantire ai difensori nei procedimenti penali l’esercizio delle facoltà di visionare il fascicolo in ogni fase del giudizio, prevendosi che, nel caso di fascicolo temporaneamente riposto nell’ufficio del magistrato per lo studio o la consultazione prima dell’udienza, il cancelliere preposto ovvero, in mancanza, il responsabile della cancelleria, si adoperi affinchè il fascicolo venga prelevato e posto in visione al difensore e poi trasmesso nuovamente al magistrato.

Si rappresenta altresì, l’opportunità di uniformare la prassi di questo tribunale e riferita in atto presso gli uffici giudiziari ordinari del Tribunale di Catania, di consentire ai soggetti delegati dai difensori nel processo penale di visionare gli atti, richiedere e ritirare le copie”.

Il finale era ampiamente previsto ed è arrivato con il comunicato della “Camera Penale”. Eccolo:

 

 

 

Al Sig. Presidente

Ordine degli Avvocati di Catania

 

Al Sig. Presidente

Tribunale per i minorenni di Catania

 

Al Sig. Procuratore Generale

Tribunale per i minorenni di Catania

 

Al Sig. Presidente

Corte di Appello di Catania

 

Al Sig. Presidente

Tribunale di Catania

 

Al Sig. Procuratore Generale

presso la Corte di Appello di Catania

 

Al Sig. Procuratore Distrettuale della Repubblica

presso il Tribunale di Catania

 

Al Sig. Presidente

dell’Unione delle Camere Penali Italiane

 

Al Ministro della Giustizia

 

Alla Commissione di Garanzia

dell’attuazione della legge sullo sciopero nei

servizi pubblici essenziali

 

Al Presidente

Consiglio Nazionale Forense

 

 

 

Oggetto: Comunicazione della revoca dell’astensione collettiva dall’attività giudiziaria degli avvocati penalisti ex lege 146/1990 come modificata dalla legge 83/2000, precedentemente indetta per i giorni 12 e 13 settembre 2018 dinanzi al Tribunale per i Minorenni di Catania.

 

Premesso

Che la Camera Penale di Catania “Serafino Famà”, a seguito di quanto avvenuto nel corso dell’udienza camerale del 16.05.2018 – nell’ambito della quale un avvocato penalista catanese era stato pubblicamente fatto oggetto di contumelie da parte di un Giudice per l’Udienza Preliminare del Tribunale per i Minorenni di Catania per avere, in qualità di difensore di ufficio, nell’esercizio del proprio mandato difensivo, esercitato il suo diritto di consultazione del fascicolo processuale il giorno precedente l’udienza allo scopo di verificare la sussistenza di una nullità della notificazione – aveva preso atto di una prassi tesa a subordinare la consultazione dei fascicoli processuali da parte dei difensori il giorno prima dell’udienza solo dietro specifica autorizzazione del magistrato assegnatario posto che il giorno precedente l’udienza i fascicoli processuali sono di norma custoditi nella stanza del Magistrato con evidenti difficoltà per i difensori di poterli consultare senza l’intervento del personale di Cancelleria disponibile e/o autorizzato dal Magistrato assegnatario, se presente;

 

  • Che l’Assemblea della Camera Penale di Catania “Serafino Famà”, riunita in data 26 giugno 2018, aveva deliberato, all’unanimità, di proclamare per le ragioni sopra esposte l’astensione dalle udienze dinanzi al Tribunale per i minorenni di Catania per n. 2 giorni

  • Che, dopo l’indizione dell’astensione, una proficua e costante interlocuzione con la Presidenza del Tribunale per i Minorenni di Catania ha condotto al chiarimento dell’episodio del 16/5/2018, conclusosi con una missiva di scuse del magistrato all’avvocato;

  • Che, in data 27/7/2018, la Presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania ha emanato apposito indirizzo organizzativo in ordine alla visione dei fascicoli penali nel quale viene espressamente disposto che “nel casodi fascicolo temporaneamente riposto nell’ufficio del magistrato per lo studio o la consultazione prima dell’udienza, il cancelliere preposto ovvero, in mancanza, il responsabile della cancelleria, si adoperi affinché il fascicolo venga prelevato e posto in visione al difensore e poi trasmesso nuovamente al magistrato.” ;

  • Che è evidente come, alla luce di quanto descritto, sia stata composta ogni questione sopra evidenziata;

  • Che, riconosciuto quanto sopra esposto, l’Assemblea della Camera Penale “Serafino Famà” di Catania, riunita in data odierna, ha deliberato di revocare la proclamata Astensione dalle udienze;

Tutto ciò premesso e considerato,

si comunica

la revoca della proclamata astensione dalle udienze dinanzi al Tribunale per i minorenni di Catania per i giorni 12 e 13 settembre 2018.

Catania, lì 6/9/2018

Il Presidente della Camera Penale “Serafino Famà” di Catania

(Avv. Salvatore Liotta)”.

 

Insomma, tutto bene quel che finisce bene?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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