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CRONACHE CATANESI, LA VISITA DI RENZI: PASSERELLE
Pubblicato il 29 Novembre 2014
(pubblichiamo -dietro consenso dell’autore- quanto da lui scritto sulla sua bacheca facebook)
di Antonello Longo
La visita-lampo di Renzi a Catania è stata come la si aspettava. Una passata di vernice su tre buone imprese del nostro territorio (fotovoltaico, torroncini, incubatore di start-up), una botta di vitalità e di ottimismo ad uso dei sindaci dell’area metropolitana, una mitragliata di dichiarazioni sui risultati del governo anche in Sicilia, un’intervista al giornale di Mario Ciancio, un’alzata di spalle sulle tensioni e le proteste fuori dall’uscio.
Presumo che lo stesso copione sarà ripetuto a Reggio Calabria e ad Avellino.
Passerelle, insomma, di un uomo di successo che batte il ferro della popolarità finché è caldo, incita alla fiducia, cattura speranze, sapendo di godere di un’ampia apertura di credito un po’ in tutte le fasce della borghesia, soprattutto quelle più alte.
Funziona l’immagine del premier che non sta chiuso nel Palazzo ma gira “come una trottola”.
Attenzione, però, ai tanti che sono fermi, sfiduciati, emarginati, che sono stati espulsi dal mondo del lavoro o non sono mai riusciti ad entraci, che sono precari con la sola speranza di restarlo a vita, che non possono nemmeno sperare in una pensione, che vivono a livelli minimi di reddito o restano esclusi, reietti, al di sotto della soglia di sussistenza.
Anche a costoro, che sono un popolo, cominciano a girare come trottole. Il fatto è che questi, oggi come oggi, non vanno a votare, perché non sanno più a che santo votarsi.
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