Cronache catanesi, le parole delle madri, la testimonianza di ciò che è stato: una “post verità”, la solita, di Bianco


Pubblicato il 05 Gennaio 2017

di marco pitrella

Nel vedendo facendo del politicar cammin persino l’ultimo dell’anno trovano spazio i buoni propositi. Il punto uno è: che tristezza la politica bisognosa del plauso. Nel tirare a campare, della donazione, per definizione “un vizio” privato, ne fa “scambio” spacciandolo a pubblica virtù.  

Tutta di Bianco, infatti, è stata “la premura” di consegnare “di scatto” (fotografico) i giocattoli ai bambini ricoverati nel reparto di Oncologia pediatrica del Policlinico. Una vicenda, quella dei giocattoli, iniziata, qualche settimana fa, con la raccolta di solidarietà dopo il furto al “Garibaldi-Nesima” e conclusasi con le donazioni il 31 dicembre: “uno splendido finale” l’aveva definito il sindaco… e menu mali!

Di mercoledì la lettera aperta dellaOnlus “IBISCUS” indirizzata proprio a Bianco “a nome dei genitori e dei ragazzi in cura”, si legge nell’incipit. “In punta di piedi – appunto – associazioni, club, cittadini e calciatori sono venuti a trovare i pazienti con doni e regali d’ogni tipo – e prosegue – i sui regali purtroppo non sono stati altrettanto graditi, in quanto vecchi, riciclati, sporchi e rotti”.   

Nelle parole delle madri, e di una nonna, la migliore testimonianza di quanto possa essere “post” la “verità” narrata da Bianco.

“E’stato difficile togliere dalle mani di mio figlio il giocattolo annerito”, racconta la madre. Vallo a spiegare, del resto, l’acaro a un bambino.

Da “Libro Cuore” il s.o.stegno attorno a Bianco: d’entusiasmo dei bimbi e dei sorrisi fanciulleschi si legge qua e là sul web.

Pero, però, però, “ho aspettato che mia nipote di tre anni si distraesse per buttare un coniglietto di sudicio peluche”, la constatazione amara della nonna.

Giocattoli rotti e del “15/18” evocano l’immagine di chi getta le monete in faccia piuttosto che tendere la mano: “meglio una carezza o un cioccolatino di questa vergogna”, ancora un rammarico. Nel donare la bontà non si misura in qualità?

“Splendido finale”, nulla da aggiungere. Verrebbe da ridere, se non ci fosse da piangere.

Perché il punto sempre quello è: la beneficenza, quand’è dei politicanti, non s’ha da dire, così che, anche nell’errare umano, la dignità del gesto sarebbe rimasta.

“La tua mano sinistra non sappia cosa fa la mano destra”, è scritto nel vangelo. Andrebbe comunque bene un laicissimo silenzio.

 

 


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