CRONACHE CATANESI: “WHITE’S BAND” E LA LITANIA DEL “METODO MAFIOSO”. E “A ZA ROSA” FECE LO “SPOT ELETTORALE” PER BIANCO! MA IL VOTO DELLA SUOCERA DI UN “CARCAGNUSU” VA BENE LO STESSO?

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Riproponiamo questo nostro servizio, presto vi spiegheremo perchè…

di Ignazio De Luca

 “Si è trattato – ha detto Bianco – di un atto di inaudita violenza. Il ragazzo, colpito con pugni e calci, è stato salvato da un Vigile urbano che ho personalmente ringraziato per il suo intervento. È evidente che ci troviamo davanti a un pezzo di città restio al cambiamento e qualcuno, pochi per fortuna, pensa persino di poterci intimidire usando la violenza e metodi mafiosi”.

 

Questa la dichiarazione “a caldo” del sindaco Bianco per l’aggressione subita dal biker dj, domenica scorsa 12 ottobre  al lungomare Europa. Bianco, preso dal sacro furore  tipico dell’ “Antimafia declaratoria”, rilasciava questa storica  dichiarazione.

 

Forse lo faceva, invece, di attingere dal doveroso resoconto di chi era stato sul campo, la Municipale, la sola forza presente al lungomare, malgrado fosse stata annunciata la “serrata commerciale”? Ma la Pubblica Sicurezza, la Guardia di Finanza, i Carabinieri, dove erano finiti?  

 

Intanto, l’assessore Salvo Di Salvo era accorso in ospedale, tutto trafelato, unitamente all’assessore D’Agata, sguarnendo il lungomare malgrado le incombenze di carica, al capezzale dello sventurato ambulante dj, che non si era dato fuoco, ma era stato solo picchiato, anzi “gonfiato” dall’emergente presunta “famiglia paramafiosa” dei “marmoriani paninari”.

 

Tutto ciò premesso, per i nostri estimatori in crescita, proponiamo un video di appena 84 secondi. Un appassionato “spot elettorale” che la storica “paninara” della stazione, “Za Rosa” fa al sindaco Bianco, che voterebbe ancora per “altre 100 volte”.

 

Riportiamo poi una serie di stralci di un’ordinanza di custodia cautelare di qualche mese fa.

Si tratta di un troncone parallelo all’operazione “Scarface” che aveva colpito un’organizzazione, collegata al clan Mazzei “carcagnusi”.

Di recente, è arrivato il rinvio a giudizio:

peculato, rifiuto atti d’ufficio, violenza privata, falso ideologico e calunnia. Con queste accuse, a vario titolo, sei finanzieri sono stati rinviati a giudizio su richiesta della Procura della Repubblica.

Precisiamo che è caduta l’accusa di avere favorito il gruppo mafioso per il luogotenente Caccamo.

 

 

Comunque, in questi stralci dell’ordinanza, emerge uno spaccato nauseabondo.

 “A za Rosa”, che voterebbe Bianco altre 100 volte e lo ha già votato –questo il senso delle sue parole- da tanto tempo, è la suocera -si legge nell’ordinanza di custodia cautelare- di uno, a dire degli investigatori- dei “carcagnusi” più influenti, Carmelo Panebianco.

 

L’arzilla “paninara”, secondo gli investigatori della Procura di Catania, avrebbe potuto trarre giovamento dell’opera  di Caccamo, del quale vantava l’amicizia; nel corso di un controllo della Guardia di Finanza alla sua attività, dichiarava ai militari intervenuti, la stretta amicalità con lui, provandola con un suo biglietto da visita.

 

“…le indagini evidenziavano innanzitutto che l’indagato frequentava assiduamente soggetti del clan dei carcagnusi, queli Cerbo William, Cerbo Francesco Ivano, Panebianco Carmelo; che i rapporti erano talmente ‘amicali’ che la c.d. zia Rosa (Spampinato Rosa, suocera di Panebianco Carmelo, che gestiva una panineria in Viale Africa), nel corso di un controllo della Finanza, mostrando ai militari il biglietto da visita di Caccamo, riferiva che per lei era ‘un fratello’…”;

ancora: “…la familiarità del Caccamo con i titolari del ristorante ‘A Za Rosa’(la cui titolare è in realtà la figlia della Spampinato, Fonte Carmela Agata, moglie di Panebianco Carmelo) veniva dimostrata dal fatto che, nel corso di un controllo a fini fiscali da parte di un Comando del Corpo della Guardia di Finanza, Spampinato Rosa mostrava ai militari intervenuti biglietto da visita di Caccamo Francesco, riferendo che per lei ‘è un fratello’. La vicenda del controllo della Guardia di Finanza emergeva da una conversazione ambientale (…..), registrata all’interno dell’Ufficio dell’indagato, al quale il Capitano Sanfilippo, superiore gerarchico, chiedeva di redigere una relazione a chiarimento…(…Il Caccamo si giustificava dicendo che erano venuti in ufficio i fratelli Fonte, che gestivano la panineria e di avere loro dato il biglietto in quella occasione). Effettivamente, il Gico riscontrava che il 4 agosto il ristorante ‘A Za Rosa’ era stato destinatario di un controllo ai fini fiscali da parte della Tenenza del Corpo di Acireale, e che il controllo si era concluso con l’elevazione di un processo verbale per irregolarità nell’emissione di scontrini fiscali….”

Fra gli interventi a favore dei carcagnusi –ma ribadiamo che l’accusa è caduta nel corso delle indagini preliminari- gli investigatori ricordano, fra l’altro:

“…disponibilità, su richiesta della ‘zia Rosa’, a far effettuare controlli per ‘eliminare’ la concorrenza del camion il ‘Diavoletto’, sito nei pressi del ristorante della stessa; rimozione del chioschetto di Piazza Tricolore, su richiesta della zia Rosa alla quale veniva anche rilasciata licenza commerciale grazie all’interessamento dell’indagato…”

 

Per quanto sopra, accertata la fedeltà assoluta della “Za Rosa” nel voto al sindaco Bianco, tutto questo va bene oppure se ne potrebbe fare a meno?

O bastano i soliti sterili proclami di trasparenza e legalità?

La più grande resistenza al cambiamento è dentro Palazzo degli Elefanti.

Sindaco Bianco, le chiediamo ancora, per altri aspetti: quando penserà di rimuovere il suo capo di gabinetto, mendace, reticente, senza i giusti titoli per l’accesso, perseguibile penalmente? Sindaco Bianco basterà il suo beffardo sorriso di circostanza a “parare” le sorti di Rosso?

E per il suo “Walker Press” pagato uno sproposito dall’azienda “Asec trade”, tutto regolare?

Ma credete voi del Palazzo (in senso molto ampio) veramente di poterci ridurre al silenzio o delegittimarci con l’opera di “ragazzotti” o di “servitori” di fatto di un malandato Potere?

Basta davvero soltanto postare la mia foto su Facebook? Non c’è di meglio?Chessò, un’  “arma segreta”?

 Noi l’ “assicurazione sulla vita” c’è la siamo fatta il 5 febbraio, quando abbiamo scritto la storiaccia del rinomato e rinominato Giuseppe Lazzaro “Gas” Danzuso. A proposito dell’ex litografo, esperto di tutto, Idonea: non ci siamo dimenticati,  ma lo abbiamo lasciato per ultimo, perché essendo il più debole o se preferisce il meno protetto, sarà forse il primo a “saltare” via da Palazzo degli Elefanti?

 

 

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Redazione Iene Siciliane

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