Cronache comunali catanesi: clamoroso! Il Presidente della commissione partecipate Michele Failla dichiara: “basta con le società usate come bancomat” Sante Parole: lo dica al capo della sua amministrazione!


Pubblicato il 17 Marzo 2015

Ecco quanto comunica il “numero uno” dell’organo consiliare…

(ma il vertice della giunta cosa fa?)

“Partecipate , Failla: proposte ed interventi dopo l’esame dei bilanci

Basta  con le società partecipate del Comune usate “come bancomat per coprire le spese correnti, di consulenze, canoni di locazione e retribuzioni aggiuntive concesse ai dipendenti. Occorre un radicale cambio di strategia, sia per evitare spese disinvolte che poi portano ai buchi di bilancio, sia per salvaguardare il futuro di 1700 lavoratori”.

Questa in  sintesi  l’analisi  del presidente della seconda commissione consiliare partecipate Aziende Municipalizzate Michele Failla, in vista delle decisioni  che Amministrazione e Consiglio Comunale dovranno prendere sul futuro delle  partecipate,dopo l’attento esame comparato  dei  bilanci 2013, gli ultimi approvati.

“In tempo di spending rewiew –sottolinea  Michele Failla –  sembra chiaro che il riordino, la razionalizzazione secondo i criteri di efficienza, efficacia ed economicità  del sistema delle partecipate è una esigenza fondamentale finalizzata al contenimento dei costi e alla salvaguardia dei posti di lavoro”.

“In particolare-  continua il presidente della Commissione Partecipate  –  il primo dato che colpisce è il numero, non certo esiguo, di servizi affidati all’esterno. Il caso più lampante è quello dei servizi di pulizia dei locali aziendali che  per circa 1 milione di euro,  spesi in totale dalle partecipate sono affidati a ditte esterne;

ora se è vero che non è possibile l’affidamento diretto tra partecipate è altrettanto vero che la legge prevede la mobilità interaziendale. Questa opportunità, se messa in atto, darebbe un grosso contributo alla soluzione dei problemi della Multiservizi dove l’esubero di personale ha portato al contratto di solidarietà per tutti i lavoratori.  

Altro dato significativo è quello relativo all’enorme cifra, circa 1 milione e 400 mila euro, spesa da tutte le aziende  per consulenze legali, amministrative e recupero crediti. L’organizzazione di un unico ufficio legale potrebbe abbattere significativamente questi costi esagerati.  Ed ancora è imbarazzante scoprire  che annualmente si pagano circa 500 mila euro di canoni di locazione, oppure 200 mila euro per pubblicità sponsorizzazioni e spese di rappresentanza.

Infine, i cosiddetti superminimi, ovvero le retribuzioni aggiuntive concesse ai dipendenti. Il superminimo è una pratica diffusa in tutte le partecipate, che viene concesso per la particolare laboriosità e diligenza del dipendente. Sorprende però verificare che  Sostare, per esempio, spende ogni anno circa 280 mila euro di superminimi, ovvero più del  doppio di Multiservizi, Sidra, Asec Trade e SpA messe insieme. E’ facile capire come  negli anni passati la concessione di questi emolumenti aggiuntivi non deve essere stata regolata solo dal criterio  della laboriosità e della diligenza”. 

E allora le proposte del  presidente della Commissione vanno nel senso di un radicale cambio di strategia complessiva. “Non si può continuare- conclude Michele Failla –  a gestire le partecipate come compartimenti stagni, ma necessita, a prescindere  da quanto sarà deciso per ciascuna di esse, che le varie aziende vengano considerate come un unico sistema, all’interno cioè di una visione complessiva che consenta di ottimizzare risorse e risultati (ad esempio mobilità interaziendale dei lavoratori, unico ufficio legale).

Quindi non abbassare la guardia ed evitare spese disinvolte che poi portano a buchi di bilanci: un aiuto verrà dal regolamento sul controllo  analogo di recente approvato che necessita però, visto la complessità  degli adempimenti di una struttura adeguata ad esso esclusivamente dedicata. Per realizzare questi obiettivi  è necessaria una cabina unica di regia tecnica, con il compito di programmare e controllare, di concerto con la parte politica, nell’ambito di una visione d’insieme. Per questo ruolo si  può pensare alla vecchia idea della holding, oppure affidare questo compito, in maniera più semplice  e diretta, ad una direzione Partecipate degna di questo nome. Allo stato attuale, infatti,  la Direzione non ha … direttore e si regge per la notevole mole dio lavoro solo su tre unità!”.

  

 

 


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