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CRONACHE COMUNALI, PANINO CALIBRO 9-CATANIA PEDALA: LA POLIZIA STA A GUARDARE
Pubblicato il 13 Ottobre 2014
di Turi Doppia Porchetta (saputu sentiri Doppio Formaggio)
Era il primo di settembre ed il questore di Catania Salvo Longo si recava in visita alla redazione del neonato quotidiano newsicilia.it e intervistato dalla penna sdraiata di Giorgia Mosca, dopo aver snocciolato i successi della squadra Acchiappa Blatte, rispondeva alla domanda più ficcante sul problema della criminalità etnea: “E per quanto riguarda i paninari?” – chiedeva la cronista che non guarda in faccia nessuno. “Lì ancora non riusciamo ad intervenire in maniera massiccia perché c’è un problema grosso che riguarda l’occupazione del suolo pubblico – rispondeva il questore – ma nel tempo ci riusciremo, altrimenti la nostra azione cadrà nel vuoto”.
Io, che mangio il panino doppiodoppio da Jonathan (per chi non fosse catanese: il panino di Jonathan ha il sapore delle serate a tirar tardi e delle risa e poi ogni tanto, stoppa la fame chimica che è un piacere) da prima di succhiare il latte materno, trovai la domanda senza senso, eppure curiosa. Oggi finalmente riesco a dare un senso a quella domanda. Perché dopo qualche mese di “Lungomare Liberato” è tutto più chiaro.
C’è una mente raffinatissima dietro la guerra tra poveri che l’amministrazione comunale è riuscita a scatenare in poco meno di un anno. Tutto quello che sta succedendo a Catania può solo essere opera di una mente che mangia solo polpette.
La scelta di regalare un lungo pezzo di strada ai ciclisti ha scatenato ieri pomeriggio la rivolta dei commercianti e dei paninari (pare che un ciclista si sia cosparso di benzina e poi dato fuoco per protestare contro gli esercenti che protestavano per la chiusura del lungomare, al suo capezzale si è poi scapicollata la città che conta). Ah no, la storia di quello che si appicca il fuoco è un’altra. Il ciclista che sparava musica è in prognosi riservatissima, pare sia in fin di vita, perché le cozzate uccidono.
Scherzi a parte, il ciclista è fuori pericolo e noi non ci sentiamo di esprimere la nostra solidarietà a lui e al suo clan di pedalatori (anche perché non abbiamo il SUV, causa povertà, ma lo vorremmo tanto), soprattutto perché riteniamo che lui non accetterebbe mai la solidarietà di chi pensa che Sabina Guzzanti abbia fatto bene a esprimere solidarietà a due mafiosi, perché tutti hanno i loro diritti, anche i criminali.
Detto questo, a chi serve il lungomare liberato? Serve ai Virlinzi che si sono accaparrati una piazza e l’hanno trasformata in parcheggio. Serve alle grandi catene di distribuzione, ovvero ai centri commerciali, perché con l’arteria del viale Ruggero di Lauria chiusa al traffico è meglio andare verso la zona industriale o verso i paesi etnei. Serve a quei quattrocento fighetti che credono che il pianeta sia surriscaldato dalle scorregge delle vacche e che perciò lo si salverà pedalando.
Non serve invece ai commercianti che hanno ricevuto l’ennesima pedata e non pedalata da parte della politica tronfia dei sinistrati che siedono in consiglio comunale. Addirittura l’assessore ai Saperi e alla Bellezza, esperto di diritto romano e neo social spacchio star, scrive su facebook a proposito dell’aggressione: “Un pomeriggio da dimenticare, simbolo della peggiore subcultura bottegaia”. Ah, dimenticavamo di dirvi che l’assessore è fieramente comunista. I bottegai come sapete non sono ambulanti, i paninari come sapete stanno sui camion … ora a meno che le botteghe abbiano messo le ruote, consigliamo a Orazio Licandro di passeggiare al Lungomare, perché il Lungofacebook deve avergli confuso la mente e poi bottegai o paninari: che cosa cambia nella testa della spacchio star? Oppure Marx ha scritto: “ciclisti di tutto il mondo unitivi”?
Fatto è paninari del mio cuore alla maionese, che Catania pedala (provoca) e la polizia sta a guardare, nel mentre i politici s’abbuffano a polpette.
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