di marco pitrella
Da querelanti a querelati sino all’epilogo finale del febbraio scorso: il rinvio a giudizio per diffamazione aggravata dei sindacalisti che osarono parlare (bene o male) del Fiumefreddo sovrintendente che il vizio della querela non ha ancora perso.
Correva l’anno 2013 ed era il mese d’ottobre quando in una conferenza stampa presieduta dal Legale Emiliano Cinquerrui, i “sindacati dei teatri” (SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, FIALS-CISAL, LIBERSIND-CONF.SAL) spiegarono i motivi che li avevano indotti a presentare un esposto alla magistratura – che dal giudice fu poi archiviato – sulla presunta mala gestio del Teatro Bellini nel triennio 2007/2009 quando sovrintendente era, appunto, Fiumefreddo all’epoca “lombardiano”. Certe cose non s’hanno da fare contro And(T)nio; toccategli tutto ma non la sua onorabilità.
E, a onor del vero, della CGIL, sindacato più sindacato degli altri, abbiamo il desiderio d’occuparci noi che compagni lo siamo (tutt’ora).
Infatti, chi ti vuol toccare l’onorabilità sembra “rispondere” (eufemismo) ad And(T)onio, con il suo silenzio, Giacomo Rota, che della CGIL è il segretario provinciale. Preferisce rimanere muto “il capo” che avrebbe dovuto prendere posizione di fronte alla “(contro) denunzia” di Fiumefreddo avvenuta, come già detto, all’indomani dell’archiviazione della querela “sindacale” nei confronti di And(T)onio che ha portato, su decisione del Gip, al rinvio a giudizio di un “suo” sindacalista.
In effetti, è fatto insolito che dei dirigenti sindacali (e pure l’avvocato!) siano sotto processo per quanto pronunciato nel corso d’una conferenza stampa – la cosa è talmente grave che lo stesso Massimo Cestari, segretario nazionale SLC-CGIL, è venuto a Catania presiedendo, il 29 febbraio, un’iniziativa s.o.stegno di Foti&Co. nella sala convegni di via Crociferi (Rota non l’ho visto) -… in fondo, è a causa di ambigui silenzi che la città etnea “questa cosa paludosa” è diventata.
Viene da chiederselo, allora, come mai assistiamo ad un tal comportamento che sa d’ignavia da parte del capo della CGIL catanese (evitare confusione con Angelo Villari, deus ex machina). In fin dei conti Rota rimane Giacomino che, po’ cigiellino & un po’ piddino, sta in mezzo a quelli che col sindacato catanese hanno fatto il “balzo in avanti”.
Ecco la sindacAle ambiguità: la signora Rota, Concetta Raia, è deputato regionale e Angelo Villari, che della CGIL è l’ex segretario prov., è attualmente assessore ai servizi sociali della giunta Bianco (pare, si dice, si mormora che Giacomo & Concetta a Grammichele si vantino di questa loro “supposta amicizia” con Enzo IV raccontando mondanità). Dall’altra parte c’è, invece, l’And(T)nio presidente di Riscossione Sicilia ed editore (?) di Sudpress, eccetera, eccetera, eccetera… in questo quadro, cosa induca ad un atteggiamento simile nei riguardi di Fiumefreddo non c’è dato sapere (anche se è intuibile).
Di sicuro c’è che, tra interessi politici (il predecessore Villari assessore) & conflitti d’interesse (moglie deputato), “chi non ha il coraggio – scriveva Manzoni – non se lo può dare”. Certo, se Rota, “poveretto” lui, tutela i lavoratori come difende i “suoi” dirigenti sindacali siamo davvero “sistemati”.
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