Cronache dall’inferno delle carceri: dal comitato “esistono i dirtti” lettera aperta ai deputati dell’Ars

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COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO ” ESISTONO I DIRITTI”

Venerdi 22 luglio 2016, il Comitato “Esistono i Diritti” ha inviato a tutti i Deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana una lettera aperta, nella quale si sottolinea, con forza, la grave situazione degli Istituti di pena siciliani, e ci si appella ai Deputati  affinché chiedano, avendone il potere, al Presidente Rosario Crocetta di presentarsi, con urgenza, in Aula per riferire al Parlamento siciliano sulla perdurante e reiterata negazione dei diritti umani dei cittadini detenuti che abbiamo il diritto/ dovere di rieducare e reinserire nella società,  secondo il dettato di quella nostra Costituzione che, ogni giorno viene vilipeso. 

Gaetano D’Amico 
Rossana Tessitore 
Alberto Mangano

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LETTERA APERTA AI DEPUTATI DELL’A.R.S
Signori Deputati,
nell’anno 2005, la Regione Sicilia istituiva la figura del Garante per la tutela dei diritti dei detenuti e per il loro reinserimento sociale, art. 33 della legge regionale n°5 del 19 maggio.
Successivamente, l’art. 33, comma 2, della legge regionale del maggio 2012, fu integrato e modificato dall’art. 23, commi 4 e 5, della legge regionale del 22 dicembre 2005 n° 19.
In virtù di detta modifica, fu demandato al Presidente della Regione, di nominare per decreto il Garante per la tutela dei diritti dei detenuti.
Sino al 16 settembre 20013, le funzioni del Garante, fissata per legge in sette anni, furono svolte dal dott. Salvatore Fleres.
A quel punto, era compito/dovere proprio del Presidente della Regione, pertanto, nominare altro garante, secondo i parametri indicati dalla legge.
Invece, il Presidente della Regione, disattendendo ad un dovere impostogli dalla legge istitutiva dell’ufficio del Garante non ha ritenuto, inspiegabilmente, di procedere ad una nuova nomina per ben tre lunghi anni, durante i quali non c’era il Garante, ma il suo Ufficio ha continuato ad esistere, con le sue sedi di Palermo e Catania, con oltre 10 dipendenti, tra dirigente, funzionari, istruttori, assistenti, che malgrado obbligati all’inerzia, hanno continuato a percepire gli stipendi, senza potere adempiere ai loro compiti , arrivando all’assurdo di non potere neanche aprire la corrispondenza che arrivava dalle carceri all’indirizzo del Garante, né potuto visitare le carceri, in mancanza dell’unico titolare dell’Ufficio che potesse autorizzare e delegare.
Tale situazione di “vacatio”, oltre a vanificare i principi propri della legge, istituita a garanzia e tutela dei diritti umani delle “ persone” detenute, la loro qualità della vita, il diritto alla salute ed infine il loro reinserimento sociale, ha creato un gravissimo danno economico alla Regione Siciliana, come hanno denunciato i Radicali siciliani, presentando un esposto presso la Corte dei Conti di Palermo, in data 20 gennaio 2014, ed il Comitato “ Esistono i Diritti” che ha invitato, più volte, il Presidente a procedere ad una nuova nomina .
Tutto questo avveniva nel silenzio più totale del Parlamento siciliano, in spregio alla legge e ai diritti umani dei detenuti,
Questa era la situazione sino al 13 aprile 2016, data in cui, inaspettatamente, il Presidente Crocetta firmava il nuovo decreto per nominare il prof. Giovanni Fiandaca nuovo garante dei diritti dei detenuti, facendo rientrare la Regione Sicilia, da lui rappresentata, e l’intera Assemblea nell’alveo della legalità.
Sono passati, ben, tre mesi dall’insediamento del nuovo garante che, per storia e valore giuidico, ci aveva fatto sperare in un approccio positivo, dopo tre anni di “ distrazione” da parte dell’Istituzione ma, i tragici avvenimenti delle ultime settimane: il suicidio di due detenuti a Palermo, il suicidio di un giovane detenuto presso la struttura detentiva psichiatrica giudiziaria( OPG) di Barcellona Pozzo di Gotto, lo sciopero della fame dei detenuti di Palermo che lottano per il diritto alla salute, garantito dalla nostra Costituzione, per la dignità di potere usufruire dell’acqua per l’igiene personale, ci fanno ricordare che, nonostante l’Italia sia il Paese di Beccaria, nulla o poco sia cambiato dalla condanna che la Corte Europea di Strasburgo ha inflitto al nostro Paese per il trattamento inumano dei detenuti.
Tra tutti gli accadimenti delle ultime settimane, il suicidio del giovane detenuto all’interno della struttura penitenziaria psichiatrica giudiziaria di Barcellona Pozzo di Gotto, riteniamo meriti
un’attenzione particolare ed un’attenta riflessione, malgrado tutti suicidi rappresentino una sconfitta per lo Stato, perché si trattava del suicidio di un giovane detenuto che non avrebbe dovuto essere ospite dell’OPG, non essendo gravato da pericolosità sociale ed essendo affetto da lieve disturbo comportamentale e che, quindi, avrebbe dovuto essere trasferito in una REMS, cioè in una struttura alternativa, così come detta il decreto legge del 31 marzo 2014 n° 52, convertito con modificazioni dalla legge 30 maggio, n° 81 del 2014, che rappresenta l’ultimo tassello legislativo della chiusura degli OPG, anzi il “ completamento del superamento degli OPG”. Il decreto legge, tra le altre cose prevedeva:
  • La proroga al 31 marzo 2015 del termine ultimo per la chiusura degli OPG e della conseguente entrata in vigore delle REMS.
  • L’applicazione in via residuale, della detenzione in OPG, nell’eventualità risultasse la sola misura idonea in presenza di pericolosità sociale.
    Ci rendiamo conto che questo processo di chiusura delle OPG sarà lungo e laborioso, tanto che le regioni hanno chiesto una proroga di alcuni anni , oltre il termine ultimo del 31 marzo 2015, ma siamo esterrefatti che, ancora, ci siano dei detenuti, non socialmente pericolosi che siano detenuti nelle OPG e non siano stati trasferiti nelle due REMS già predisposte dall’ Assessore alla Salute, Lucia Borsellino, in data 27 marzo 2015.
    Quali criteri e priorità sono stati seguiti nel trasferimento dei 100 detenuti delle OPG, rispetto ai 40 posti disponibili? Quanto tempo la Regione intende impiegare per chiudere definitivamente gli OPG?
    Ci chiediamo cosa possa avere provato un uomo privato della sua libertà e, cosa ancora più grave detenuto in una struttura psichiatrica, molto simile a quelle che un tempo furono i manicomi criminali. Ci chiediamo se le relazioni degli psichiatri in servizio nella struttura OPG di Barcellona Pozzo di Gotto abbiano evidenziato l’aggravarsi della sua depressione e se abbiano sottolineato la necessità di una sorveglianza h24.
    Tante sono le domande che chiunque abbia a cuore i diritti umani si pone.
    Noi, come comitato “Esistono i Diritti”,  ci poniamo queste domande e le porgiamo a Voi, signori Deputati, che rappresentate il Popolo Siciliano, già gravato da tante negazioni dei diritti umani e civili e che, siamo sicuri, auspichino che le leggi promulgate dal nostro Parlamento non rimangano mera dichiarazione di intenti e demagogiche affermazioni.
    Il nostro è il Parlamento più antico d’Italia è merita dei rappresentanti attenti e sensibili alle problematiche degli “ ultimi”.
    Per queste ragioni, pensiamo che sia venuto il momento che il Presidente Rosario Crocetta si presenti in Aula per riferire sulla grave situazione delle carceri Siciliane.
    Come comitato Esistono i Diritti”, quindi, ci appelliamo a Voi, affinché chiediate, con urgenza, al Presidente Crocetta, avendone il potere, ,di venire a riferire nel Parlamento Siciliano.
    Palermo 15 luglio 2016
    Per il Comitato “Esistono i Diritti”
    Gaetano D’Amico
    Rossana Tessitore
    Alberto Mangano.

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Redazione Iene Siciliane

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