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Cronache dei flop comunali, asili nido, “Catania Bene Comune”: “scadenza bando rinviata, ora cambiare la gara d’appalto. Tre misure per salvare le strutture per minori.” Domani conferenza stampa
Pubblicato il 07 Gennaio 2015
Da una delle poche voci di opposizione:
“Domani, giovedì 8 gennaio 2015, alle ore 16 davanti la sede dell’Assessorato ai Servizi Sociali, in via Dusmet 141, si terrà la conferenza stampa delle lavoratrici degli asili nido e di Catania Bene Comune in merito alla situazione degli asili nido comunali della città di Catania.
Dopo le denunce delle scorse settimane sul bando di gara per il servizio ausiliario degli asili nido che avrebbe compromesso il servizio, ridotto i bambini e portato al licenziamento di decine di lavoratrici, questa mattina siamo stati contattati dall’Assessore ai servizi sociali che ci ha comunicato di aver prorogato di due settimane la scadenza del bando. Una misura, questa, che rappresenta una prima piccola vittoria in quanto da un lato ci consegna il tempo per pretendere dall’amministrazione una revisione complessiva del servizio asili nido: riduzione delle rette, aumento del numero di bambini ammessi, salvaguardia dei livelli occupazionali e delle ore di lavoro. Dall’altro lato conferma la giustezza delle critiche rivolte fino ad oggi e finalmente apre la strada a una modifica sostanziale del bando di gara. L’unico motivo per cui l’Assessorato ha rimandato la scadenza del bando è il contenuto del bando stesso, ritenuto inaccettabile dalle organizzazioni sindacali, dalle cooperative e dalla città tutta. Per questo ora bisogna con urgenza procedere alla modifica del bando.
Esistono gli strumenti per ampliare l’utenza degli asili nido, ridurre le rette, garantire l’apertura di tutte le strutture e salvare tutti i posti di lavoro. Occorre, da parte della Giunta Bianco, la volontà politica di farlo.
Uno. Bloccare definitivamente il bando. Nonostante la proroga, se dovesse andare in porto la gara d’appalto così come impostata dall’amministrazione sarà molto complicato prevedere un ampliamento del servizio asili nido in futuro.
Due. Finanziare il capitolo di bilancio rivolto al pagamento delle rette delle famiglie meno abbienti. Il regolamento degli asili nido, approvato nel dicembre 2013 dall’amministrazione Bianco, all’articolo 11 prevede che “l’Amministrazione si fa carico della retta per le famiglie rientranti nelle sopra menzionate categorie se indigenti (R.M.V. Pensione Soc. INPS) di cui all’art.2, considerando l’importo massimo previsto dal tariffario e gravando la spesa su apposito capitolo del Bilancio Comunale”. Questa misura non è mai stata applicata ma permetterebbe a centinaia di bambini, provenienti da famiglie meno abbienti e oggi impossibilitate a pagare le rette di compartecipazione, di accedere gratuitamente al servizio. Allo stesso tempo le somme stanziate dal Comune attraverso lo specifico capitolo di bilancio verrebbero conteggiate come rette percepite e quindi come contributo dell’utenza.
Tre. Ampliare i servizi a domanda individuale e superare il vincolo del 36%. L’articolo 243 del Testo Unico degli Enti Locali, introdotto dal Governo Monti, impone ai Comuni in pre-dissesto come Catania di prevedere che l’utenza dei servizi a domanda individuale copra il 36% del costo totale del servizio. Tale percentuale è dimezzata per quel che riguarda i costi degli asili nido. Questa norma è stata utilizzata dall’Amministrazione Comunale per giustificare l’innalzamento spropositato delle rette degli asili nido comunali. Tuttavia la contribuzione dell’utenza non va calcolata sul singolo servizio ma sul complesso dei servizi a domanda individuale. Il D.M. 31 dicembre 1983 stabilisce che, tra gli altri, possono essere considerati “servizi a domanda individuale” dei Comuni anche parcheggi e parcometri. Se il Comune di Catania, come annunciato dalla stessa Amministrazione nel corso di numerosi incontri, internalizzasse il servizio di parcheggio a pagamento, quindi la società, al 100% partecipata dal Comune di Catania, Sostare, la cui contribuzione dell’utenza è totale, i vincoli di bilancio legati alla contribuzione del 36% per i servizi a domanda individuale verrebbero ampiamente superati e non si dovrebbero affatto produrre tagli negli asili nido, si potrebbe procedere a un abbassamento complessivo delle rette e si potrebbero garantire i posti di lavoro.
Con queste tre misure immediatamente realizzabili si salverebbe il servizio e si salverebbero i posti di lavoro.
È purtroppo chiaro che negli ultimi anni i Governi nazionali, di cui l’amministrazione comunale di Catania è stata vergognosamente silente complice, hanno massacrato gli enti locali costringendoli ad aumentare la tassazione e, dentro un insopportabile paradosso, a ridurre i servizi essenziali. É altresì chiaro che le forze politiche che hanno governato e continuano a governare Catania hanno creato un sistema perverso, fatto di clientele e sperpero di risorse pubbliche, volto all’esternalizzazione dei servizi pubblici. Un sistema che ha arricchito pochi padroni delle cooperative, precarizzato il lavoro, ampliato sacche già enormi di clientelismo, messo sotto ricatto migliaia di lavoratrici e lavoratori. Oggi le conseguenze di tutto questo sono sotto gli occhi di tutti ma non permetteremo che, a causa delle scelte scellerate di chi ci governa, Catania venga privata dei suoi servizi essenziali.
Abbiamo il dovere di salvare gli asili nido, i servizi sociali e i posti di lavoro. Abbiamo gli strumenti per farlo.
Catania Bene Comune”.
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