E’ generoso Salvo Pogliese, generoso come il Ciccio Graziani (nella foto) dei bei tempi (per quelli che non hanno vissuto gli anni Settanta e Ottanta Ciccio all’epoca era centravanti di grande capa e di grande corsa, meno dotato coi piedi), fa una vita che quelli del suo status sociale (quell’insieme di destri, sinistri, centristi e rivoluzionari del sabato sera, sempre presi fra un incarico professionale o simile e uno sbadiglio, nel salotto del “Sistema Catania”) non riuscirebbero nemmeno ad immaginare. Insomma, invece di fare quello che tutti farebbero -a Catania i “professionisti dei cazzi propri” sono nettamente in maggioranza- lui ha scelto di fare il sindaco nel momento peggiore, quello del dissesto. Gliene va dato atto, in ogni caso.
Ieri, lo abbiamo ascoltato mentre illustrava il suo primo anno a Palazzo degli Elefanti: si vede che ci crede. E già di questi tempi è tanto, tantissimo. Certo, a differenza del suo precedessore, quello dell’ “Italia -concorsuale- migliore”, ha portato in aula al primo anno, non dopo quattro, i risultati raggiunti. Pogliese è generoso e anche fortunato nel caso specifico, visto l’apporto straordinario che il governo gialloverde ha dato a Catania.
“Abbiamo raccolto ogni nostra energia -ha detto fra l’altro il sindaco- per non farci sopraffare dal peso di un miliardo e 581 milioni di debiti del passato con una cassa completamente svuotata, senza neppure la possibilità di potere pagare gli stipendi puntualmente, come avremmo voluto e come è giusto che fosse”: insomma, altri del suo status sociale sarebbero scappati, magari sarebbero finiti in qualche stupendo concorso truccato dell’ottima università di Catania. Lui, no, c’è ed è rimasto a combattere, in mezzo ad uno dei posti più angosciosi che esistano al mondo, cioè il comune di Catania.
Peccato che questo maledetto dissesto (a proposito, si attende sempre che la Procura della Repubblica si pronunci…) sia diventato di fatto una sorta di “grande alibi” per tentare di giustificare ogni cosa. Come se le sorti di un’amministrazione siano sempre e comunque in mano ai soldi. Che non ci sono. Propaganda per celare -si sospetta- altro, talora forse più semplicemente per “oscurare il quadro” sui possibili accordi politici su cui è nata questa amministrazione, che da questo punto di vista rientra nel sistema di Potere di Catania. Basta vedere il Potere reale, il quadro dirigenziale, la burocrazia media-alta, le partecipate, le scelte di fondo finora operate dalla giunta, perchè questa osservazione venga fuori. Con evidenza.
Fa, comunque, il suo lavoro Pogliese, fanno il loro lavoro gli assessori e gli uomini dell’apparato nel difendere l’azione di questa giunta, mostrandone i risultati (finanziamenti, promozione turistica, Brt e altro). Quel che si nota, è ad esempio un rinnovato entusiasmo per il piano regolatore generale, argomento fondamentale ma molto delicato. Staremo a vedere.
Ma, purtroppo per questo sforzo di verità (e di propaganda) ci sono i problemi di ogni giorno su servizi essenziali, quali rifiuti, acqua, Amt, mobilità (la città è un caos continuo, come e peggio di prima). E su questo il gradimento dell’amministrazione è in calo, lo può negare solo chi -naturalmente- deve fare il proprio lavoro nel Palazzo.
Su questi problemi il sindaco dovrebbe “cambiare marcia”: se non lo farà o peggio se si farà “guidare” dai soliti “yes-men” potrebbe rischiare di ripercorrere -a ritroso- il “percorso” di altre sciagurate amministrazioni del passato. Buona fortuna, generoso!
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